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martedì 21 maggio 2013

POLIZIA ALL'APPELLO


 
Mentre la Polizia Locale sfodera i suoi dati dell’anno che è quello, ormai, passato, l’ultimo interpello che sta in lista d’attesa per il  27 di lunedì ultimo del mese, ore 21, riguarda, a farlo apposta, lo stesso corpo della Polizia detta Locale, quella più prossima alla gente, ma anche più prossima al governo. Il Corpo, dopo essere andato anche un po’ anche in crisi per via di uscite e entrate dal servizio, sembrerebbe ora e di nuovo, rimpolpato con tutti i graduati e la sua truppa schierati a ranghi interi. L’interpello gli fa però l’esame un poco inverso, non tanto di numeri e di cifre si parla in quella sede, quanto piuttosto di funzioni; qual è che è, insomma, la missione che è data al corpo da inseguire o meglio perseguire? Questo perché ci pare che questo Corpo abbia preso, un poco, o forse troppo,  una forma singolare e anche se a dirla con una formula abusata e che a noi non piace, si sia burocratizzato un po’ di troppo. Per dirla poi con le parole stesse che usa l’interpello : “ L’Ente ha, nel recente passato, individuato una scelta di ordine organizzativo che ha visto attribuire al Servizio di polizia locale, una serie di compiti di ordine, essenzialmente, amministrativo burocratico, incentrando nell’ambito di quel Servizio le funzioni di sportello unico per le attività produttive ( SUAP)”. Allora, sempre l’interpello chiede e domanda se : “ il modello organizzativo pensato ed attuato sia coerente con il quadro normativo, se non lo è, quale sia, invece, il modello organizzativo che andrebbe pensato e se lo è, o meglio se lo può essere, quali sono comunque i risultati, sin qui, conseguiti in  termini di efficienza, efficacia ed economicità del servizio così organizzato”. Poi l’interpello sostiene tesi secondo cui l’attività  prevalente di quel Corpo, la cui consistenza peraltro non può considerarsi esigua, ma è  pari al 60% in più dei livelli minimi indicati nella legge regionale, dovrebbe concentrarsi in  attività un po’ diverse. A questo punto sembra che la filosofia del Corpo prenda due strade e che l’interpello ne indichi giusto una delle due, certo diversa da quella che, ora, sembra intrapresa e qui fa qualche esempio, sostenendo che: “una serie di attività che hanno sul territorio il loro ambito di azione dovrebbero, di più e meglio, essere sottoposte ad un loro controllo  da parte di strutture deputate ed organizzate a questo scopo…….. perché, è  interesse comune e diffuso di una comunità ben organizzata  chiedere, innanzitutto e per esempio, che vi sia equità fiscale locale, che il principio di uguaglianza tra soggetti sia operativo anche nello svolgimento delle attività economiche locali, che il rispetto del territorio, bene comune, sia preteso da tutti, facendolo rispettare a tutti, che la sicurezza della circolazione sia garantita con una maggior presenza di personale e di strumenti, che l’accoglienza turistica non si traduca in sfruttamento turistico, che i beni pubblici siano costantemente controllati e non diventino insidie per i loro utenti e ……..”. L’interpello si chiude con tante domande ed un appello : “ L’attività del Corpo sia  anche risorsa e non  solo spesa, ma essere risorsa vuol dire anche dover innovare in termini organizzativi, di formazione, di identità, di motivazione e di sua guida”. Vedremo allora quale sarà la risposta che il Palazzo fornirà.

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