Ok, col nuovo anno il Borgomastro ci aggiusta un po' tutte le cose. Nemico di quei video sermoni con cui l'Alcade amava entrare nelle case a disturbare, il nostro buon Bottini ci scrive anche gli auguri per l'anno che è iniziato e, intanto, ci promette di fare un po' di cose; insomma quelle cose che da quando è entrato nel Palazzo, ancor giovane e un poco scapestrato, per vero, non ha mai fatto. Ripara le magagne, rimette in sesto i guasti e le rotture, ricorda le cose che ha già in corso e definite, preannuncia qualcosa anche di nuovo, persino si sbilancia un po' più in la, indicando, se non come vicine, comunque le intenzioni di mettere le mani, insieme ai proprietari, lo precisa, ai soliti degradi cittadini super noti; ci aggiunge peraltro la questione che fu un altro cavallo di battaglia del suo e ben più noto, predecessore; l'accordo col Principe Domenico. Insomma, è un ricco inizio d'anno, promesse impegnative, impegni assai concreti, son scritti di suo pugno, son scritti ner sul bianco e poi vergati. Ne siamo soddisfatti; ci pare un altro mondo, i tempi dell' Alcade ci sembrano scomparsi; quel fare levantino che dieci anni è pur durato per dire solo balle e fare quasi niente o anche di peggio, ormai sembra archiviato. Subentra il Borgomastro, lo spirito del nord, la tempra più concreta; è quasi un cancelliere, un uomo che sembra venuto giù dalla Baviera per prendere le redini del carro e guidarlo al suo comando. Che bravo sto Bottini; se avessimo saputo che tanto era nascosto nell'uomo che, per anni, è stato all'ombra che Canio gli faceva, avremmo, volentieri, assalito anche il Palazzo, Canio ribaltato e Bottini incoronato. E' andata un po' diversa; la Perla era incantata da un giovane sovrano che, pian piano, poi dimenticava le cose che promise e che mai fece. Or tutto sta scordato; si parte un'altra volta, di nuovo si riparte, da sempre si riparte a promettere di fare le cose che mai son state fatte. E' questo un po' il problema; che dire che si fa è facile, che fare è più difficile, che far bene è ancora più difficile, direi che è l'impossibile. Comunque lo vedremo, sta volta al Borgomastro nessuno gli perdona l'errore di dire e poi non fare.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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lunedì 4 gennaio 2016
INIZIO D'ANNO
Ok, col nuovo anno il Borgomastro ci aggiusta un po' tutte le cose. Nemico di quei video sermoni con cui l'Alcade amava entrare nelle case a disturbare, il nostro buon Bottini ci scrive anche gli auguri per l'anno che è iniziato e, intanto, ci promette di fare un po' di cose; insomma quelle cose che da quando è entrato nel Palazzo, ancor giovane e un poco scapestrato, per vero, non ha mai fatto. Ripara le magagne, rimette in sesto i guasti e le rotture, ricorda le cose che ha già in corso e definite, preannuncia qualcosa anche di nuovo, persino si sbilancia un po' più in la, indicando, se non come vicine, comunque le intenzioni di mettere le mani, insieme ai proprietari, lo precisa, ai soliti degradi cittadini super noti; ci aggiunge peraltro la questione che fu un altro cavallo di battaglia del suo e ben più noto, predecessore; l'accordo col Principe Domenico. Insomma, è un ricco inizio d'anno, promesse impegnative, impegni assai concreti, son scritti di suo pugno, son scritti ner sul bianco e poi vergati. Ne siamo soddisfatti; ci pare un altro mondo, i tempi dell' Alcade ci sembrano scomparsi; quel fare levantino che dieci anni è pur durato per dire solo balle e fare quasi niente o anche di peggio, ormai sembra archiviato. Subentra il Borgomastro, lo spirito del nord, la tempra più concreta; è quasi un cancelliere, un uomo che sembra venuto giù dalla Baviera per prendere le redini del carro e guidarlo al suo comando. Che bravo sto Bottini; se avessimo saputo che tanto era nascosto nell'uomo che, per anni, è stato all'ombra che Canio gli faceva, avremmo, volentieri, assalito anche il Palazzo, Canio ribaltato e Bottini incoronato. E' andata un po' diversa; la Perla era incantata da un giovane sovrano che, pian piano, poi dimenticava le cose che promise e che mai fece. Or tutto sta scordato; si parte un'altra volta, di nuovo si riparte, da sempre si riparte a promettere di fare le cose che mai son state fatte. E' questo un po' il problema; che dire che si fa è facile, che fare è più difficile, che far bene è ancora più difficile, direi che è l'impossibile. Comunque lo vedremo, sta volta al Borgomastro nessuno gli perdona l'errore di dire e poi non fare.
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