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sabato 24 febbraio 2018

RIFLESSIONI INUTILI


Ormai quel che è fatto è fatto. Si poteva fare di più, di meglio, di diverso... Ne possiamo anche parlare, ma non serve. Il Borgomastro e il suo Governo così hanno deciso e questo basta. Probabile un' occasione, forse l'ultima, sia andata persa, ma questo è. In democrazia non governano i migliori, ma gli eletti. Comunque se vogliamo dir due cose lo possiamo. Primo che i governi sono eletti per appunto governare e non soltanto per farsi governare. Or, nel caso qui in esame, è chiaro che di azioni di governo non c'è neppure un'ombra, ma soltanto una penombra. Se si fosse veramente voluta trovare soluzione alla questione dei parcheggi,che per verità non è soltanto di parcheggi, ma di qualità di una città, le strade da percorrere erano altre. Intanto questa storia del bene tutelato che, in realtà, per nulla o ben poco è tutelato. E' singolare che una città che non si vergogna di lasciare andare a pezzi gran parte del proprio patrimonio storico e paesaggistico, in alcuni casi anche soggetto a tutela culturale, poi ci racconti la favola di una Soprintendenza che si metterebbe di traverso rispetto alla " distruzione" di una rimessa per tranvie, poco o nulla visibile nella sua parte più conservata, circondata da una edilizia assolutamente impropria e quindi ormai un relitto, di cui per decenni abbiamo lamentato la sua rovina e che non ci strapperemmo le vesti nel caso venisse sostituito da una nuova edilizia, purché di qualità. D'altra parte dov'erano questi nuovi paladini dell'architettura conservativa, quando, alla luce del senno del dopo proprio a fin di nulla, si è messo mano al vecchio Palazzo dei Congressi, manomettendone la sua originaria impronta architettonica novecentesca sì, ma per nulla indegna ? Ora, invece c'é il sospetto che abbia fatto comodo che una qualche Soprintendenza manifestasse una riserva all'abbattimento totale della rimessa, per giustificare l'impossibilità di fare dell'area un uso diverso da quello che è saltato fuori o comunque di farne un uso maggiore, ossia che potesse avere una maggiore capacità ricettiva per auto rispetto al numero risibile che invece leggiamo avrà. Se poi si mettono a confronto due esigenze ambientali da tutelare: una qualità del paesaggio e della vivibilità cittadina, sgomberata da auto, da un lato e la conservazione di un rudere negletto dall'altro, a chi dobbiamo dare prevalenza se dobbiamo scegliere l'uno o l'altro? Procediamo: si poteva chiedere di più e di meglio ? Certamente e rimanendo sempre e solo all'interno di una legge urbanistica che lo avrebbe permesso. Condizione prima era che però si governasse o meglio lo si tendesse a fare, mettendo mani in fretta ed a tempo opportuno, a quella variante d'area, più volte vagheggiata, ma mai attuata. Dico questo perché, anche consentendo un insediamento commerciale, più o meno come quello poi previsto, le dotazioni di standard avrebbero potuto crescere, legittimamente, passando da quel 100% della superficie utile lorda ad anche qualche cosa di consistente in più, ad esempio ad un 200%, per nulla scandaloso. A questo la legge avrebbe consentito di aggiungere anche altri standard, non solo parcheggio, e allora perché non farsi consegnare l'area della pensilina ferroviaria che, peraltro, è manco tutta di quelli che dicono di essere i proprietari? Orbene se questa tempestiva variante fosse andata in porto, l'esigenza di ricorrere alla legge 106, come hanno poi fatto, non si sarebbe manco presentata, in quanto ciò che pensavano di fare si sarebbe potuto fare, con soltanto un qualche onere in più per l'attuatore e qualche beneficio in più per il pubblico. Visto che il primo ha i migliori bilanci tra le aziende del settore, non si sarebbe certo tirato indietro. Peraltro, anche se poi la riserva della Soprintendenza non si fosse riusciti a rimuovere, una qualche soluzione si sarebbe potuta trovare, ad esempio, facendo alzare di un piano il parcheggio comunale lì vicino esistente, ricordando infatti che gli standard parcheggio possono venire legittimamente assolti anche in strutture multipiano, non necessariamente quindi chiedendo cessioni di maggiori aree. Ma forse nessuno ci ha pensato. Però per rendere attrattivo l'investimento si poteva anche metterci dell'altro, ciò la previsione che la gestione dei parcheggi pubblici sarebbe rimasta a vantaggio dell'investitore per una qualche decina iniziale di anni e chissà che allora non sarebbe stato proprio lui a chiedere di alzare gli standard? D'altra parte a noi, pagare il Comune o pagare qualcun'altro per tenerci l'auto, non è che ci cambia la vita se quel qualcun'altro ha cacciato i suoi soldi per fare l'opera e non ce li ha levati di tasca nostra. Ma anche questa soluzione a nessuno pare sia passata per la mente. Altra soluzione avrebbe potuto essere quella partecipata: sin qui arriva il privato che investe, da qui in là ce li mette il Comune; poi la gestione se la sarebbero spartita proporzionalmente. Perfetto. Avremmo preteso troppo a che avessero pensato a soluzioni come queste ? Dipende, dipende dal grado di raziocinio che i governanti possiedono. Se ne hanno poco avremmo chiesto troppo, se ne hanno tanto avremmo chiesto troppo poco. Rimane insoluta la questione di quanto ne abbiano, così come rimane insoluta la questione viabilità. Collocandosi sotto la soglia dei 900 mq. di superficie commerciale, l'investitore ha evitato di mettere mani al portafoglio, avendo diversamente l'onere di farsi uno studio sulla viabilità esistente e indotta dall'investimento e poi attuarne le previsioni. Se la cava con una rotondina e una qualche tratta di marciapiede. Poca roba, i problemi, non risolti, si accresceranno. Qui credo ci sarebbe voluta una buona capacità negoziale e poi qualche cosa si sarebbe potuto infilare in quella variante che non hanno voluto fare e che ricordo, l'Archiatra di corte, alias il Professore, una volta decretò non essere possibile, cosa che detta da chi fece "La Zanetta " suona veramente surreale. 

Ora che abbiamo terminato le disquisizioni inutili, dovremmo pensare a quelle utili, cioè a come rimediare al mezzo disastro combinato da Borgomastro e soci. Io guarderei in po' più in alto. Il mezzo che va e viene c'è e non costerebbe neanche un euro in più, anzi guadagnerebbe di più. Ma questa è un'altra storia che rimane ancora da scrivere.

venerdì 23 febbraio 2018

MARATONA

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CITTA’ DI STRESA


IL BORGOMASTRO

Visti l’art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;

Visto l’articolo 13 dello Statuto Comunale;

DISPONE di convocare il CONSIGLIO COMUNALE

in sessione ordinaria – seduta di 1° convocazione per il giorno  mercoledì 28 febbraio 2018, ore 18.30
presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione ordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno mercoledì 28 febbraio 2018, ore 19.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono

Per deliberare il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Seduta pubblica.

1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.
2. Approvazione Convenzione con il C.O.U.B per la gestione del tributo TARI - Anno 2018.
3. Approvazione Piano Finanziario TARI – Anno 2018.
4. Determinazione ed approvazione tariffe TARI – Anno 2018.
5. Determinazione aliquote IMU e valori aree edificabili - Anno 2018.
6. Determinazione aliquota TASI - Anno 2018. Non applicazione.
7. Esame ed approvazione piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari – triennio 2018/2020.
8. Esame ed approvazione programma delle collaborazioni autonome di cui all’articolo 46 comma 2 della legge 133/2008 e limite massimo delle spese per il 2 conferimento di incarichi di collaborazione di cui all’articolo 46 comma 3 legge 133/2008.
9. Esame ed approvazione Programma Triennale OO.PP. 2018/2020 ed Elenco Annuale 2018.
10. Esame ed approvazione nota di aggiornamento al D.U.P. 2018/2020 (sezione strategica), D.U.P. 018/2020 (sezione operativa).
11. D.M. 19 aprile 2000, N. 119 – Determinazione misura gettone di partecipazione alle sedute consiliari, anno 2018.
12. Esame ed approvazione bilancio di previsione 2018/2020.
13. Gruppo consiliare Progetto Comune – Interpellanza “Gestione compendio immobiliare Lido di Carciano. Richiesta chiarimenti in ordine a rescissione contrattuale (prot. N. 19180 del 22.12.2017).
14. Gruppo consiliare Progetto Comune – Interpellanza “Conferimento incarichi professionali diversi per progettazione e direzione lavori pubblici. Problematiche diverse (prot. N. 19181 del 22.12.2017).

IL BORGOMASTRO F.to Bottini

mercoledì 21 febbraio 2018

GABBIOLA




La sera che è trascorsa passerà alla storia degli annali di Palazzo come quella della resa. Il tempo poi dirà chi avrà ragione o no; certo è che nessuno sa manco se il Governo ha combattuto o, come probabile, si sia arreso già dal primo giorno. La cronaca sta volta è molto avara; in fondo la sera era già scritta, nessuno che si immagina un colpo di teatro, un moto anche di orgoglio, un mettere le carte in discussione. Gli attori eran schierati, i copioni eran già scritti; il nostro Borgomastro ci legge anche un rosario di numeri, di date, di articoli, di commi e contro commi, insomma addormenta la platea e poi diventa facile il chiuder la partita. Qualcuno anche ci prova, per vero solo uno, ricorda quando Lui, il nostro Borgomastro, era sul palco insieme al vecchio Canio e a tutti prometteva che tutto ora cambiava. Parcheggi alla Gabbiola, sta roba è un obiettivo, a tutti prometteva e prende a tutti i voti. Incassa la vittoria e dopo se ne frega. Da dire di importante è invece un bel sermone che il noto Professore, l'Archiatra della corte, imposta sui due piedi. E' attento come pochi, è fine come mai, distingue le parole sul filo della lana. Lui dice che il mondo è ormai cambiato, il tempo ormai è passato, è stolto chi non vede, le auto son dunque un relitto ormai passato. Il futuro è tutto d'altro e dunque chi ricorda le promesse e quanto d'altro è lui che fuori dalla storia. E' invece sto governo che fa un passo nella storia, risolve la Gabbiola da tempo dibattuta. Lo fa come è suo modo; rincula sempre un poco, abbassa le pretese, potesse cancellarle questo pure lo farebbe;del tutto non lo può, un pugno di parcheggi sul tetto vi rimane; suvvia ma che volete, ancora che li fanno, noi intanto in eterno ormai ci siamo. E' dunque il Professore, sottile ed accurato, il vero vincitore. E' l'uomo non di un anno, è l'uomo non di un secolo, è l'uomo di ben due secoli che regna e non fa un cazzo. Sta volta la medaglia sul petto ti mettiamo, ma caro Professore poi levaci l'ingombro. E tanto per la storia vi posto sto ricordo: 










martedì 20 febbraio 2018

L'ARCHISTAR





La Perla non lo sa, ma ha pure un archistar. E' riservato, si muove con i guanti, non ama che di lui si dia celebrità. E' un tipo come gli altri, si muove raso ai muri, di rado lo vedi sulla scena. Il nome è a tutti noto, gli amici ne usano il nomignolo; per vero non è grande e il nome gli sta bene. Gentile e riservato, nessuno che lo crede, eppure è proprio a lui che chiunque abbia dei soldi, stranieri o no che siano lo cercano da subito. Gli affidano gli affari, lui firma tutto quanto; gli mettono un disegno ed ecco la sua firma, il timbro con il bollo, il pacco è belle pronto. Talmente è di fiducia che pure dal Palazzo gli affidano gli incarichi. A vita è in Commissioni e questa è un po' la chiave che apre poi le porte. Non è che sia in conflitto, parliamoci ben chiaro; può esser capitato che fosse scivolato, anzi di certo è capitato, ma sempre si è salvato.E' un uomo riservato; quand'anche la sua firma non c'entri proprio niente si è visto poi affidare missioni di fiducia. Son quelle robe lì cui sembra vada matto. Ai tempi della storia che fu poi della " Zanetta" fu proprio l'Archistar a tessere il mosaico, a far il portavoce, a correre di qui, andare poi di là; che cosa abbia poi fatto nessuno che lo sa. Sta roba è interessante; ma è un vizio di famiglia, qualcuno dice un merito, tal'altro storce il naso, comunque ci sa fare con l'aria che lui ha che sembra un ragazzino. Lui dice che non ha tanto lavoro; è vero quel che dice, lui ha solo lavori se son grandi. S'è visto con" Zanetta", ha preso villa Lasio ed ora pur gli tocca persino la Gabbiola. In tutte queste storie si è messo dunque all'opera, ma stante che a Palazzo ci sta pure una vita, ti aspetti che ci metta una parola per dare anche alla Perla la parte che gli spetta. Su questo stiamo certi, non muove neanche un dito, o meglio se lo muove lo fa nel senso opposto e in questo sì, ci riesce, è bravo nel mestiere di togliere pretese che sono di pubblico interesse, e quello che rimane lo fa come un regalo. Sta sera era in Consiglio, guardava le sue cose sornione come sempre, andavano ormai in porto; sembrava indifferente, ma aveva esatto in mente il danno che era fatto.

lunedì 19 febbraio 2018

EPITAFIO





Nel prossimo Consiglio, di domani, arriva, un po' in sordina, la Gabbiola. Qualcuno già si esalta e pensa al nostro Borgomastro come un nuovo Cancelliere che, passati dei decenni, cancella poi d'un botto il rudere centrale che tanta vergogna ci ha certo sempre dato. Al posto del penultimo relitto del trenino vedremo, se a loro gli va bene, un supermarket. Sin qui la prospettiva che, statene ben certi, i proni ed ubbidienti convitati, la sera di domani, voteranno e approveranno. Se dunque qualcuno che ha memoria ricorda le promesse che la stella nascente di Canio ci illustrava, col solito Bottini sempre accanto, sopprima d'un botto la memoria e apprenda che la promessa or viene cancellata. Il luogo deputato, da sempre dichiarato come la giusta soluzione al problema delle auto che invadono le strade, le piazze, il lungo lago, se tutto poi va bene, ci mette sopra il tetto, si e no 60 auto. Qualcuno dirà che altro si poteva ? La roba è di un privato, ancora che li fa, ci toglie anche il rottame, ma diamogli anche soldi e smetta poi quel blog di dir sempre la sua. E no caro Bottini, sta volta ti facciamo di bronzo un monumento. Sulla targa, proprio sotto, ci mettiamo questo scritto: " Qui giace un Cavaliere, riposi la sua anima ormai in pace. La Perla lo ricorda nei suoi tempi migliori. Lui venne dopo Canio, un altro che qui vi raccomando. Orbene il Cavaliere tra sconti fatti ai ricchi, disastri portuali e perdere occasioni fu un campione. Sapeva mascherare sconfitte e delusioni; col popolo elettore andava assai d'accordo, ma dove era campione era quando doveva eseguire richieste che venivano dai vecchi e dai più giovani padroni. Qui pose la sua Perla sto busto che, non a caso, è fatto anche col bronzo."

domenica 18 febbraio 2018

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CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE


IL BORGOMASTRO

DISPONE 

di convocare il consiglio comunale in sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giorno martedì 20 Febbraio 2018, ore 18.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno  martedì 20 Febbraio 2018, ore 19.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono

Per deliberare il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Seduta pubblica.

1. Revisione dei criteri comunali di individuazione addensamenti e localizzazioni commerciali e adeguamento strumentazione urbanistico-amministrativa comunale alla D.C.R. 20.11.2012, n. 191-43016. Modifiche ed integrazioni deliberazione consiliare N. 6 del 24.03.2009 "Criteri comunali di individuazione addensamenti e localizzazioni commerciali e per il rilascio di autorizzazioni di strutture di vendita".

2. Compendio immobiliare La Gabbiola in via Carducci individuato al N.C.T. al Foglio 15, mappali 93 e 94. - Soc. Finpart S.r.l. Progetto di riqualificazione di edificio non residenziale dismesso. Richiesta di applicazione disposti legge 106/2011 art. 5 commi 9-14 per rilascio di permesso a costruire in deroga. 


IL BORGOMASTRO

lunedì 12 febbraio 2018

CARNEVALATE






La Stampa ci ricorda che la Perla aggiunge al medagliere un altro invidiabile primato. In corsa con le altre sorelle e concorrenti, le batte di gran lunga tagliando da sola la linea del draguardo. Si appunta sul petto la medaglia di quella che sul lago la spunta sulle altre e sfila dalle tasche dei turisti le somme più importanti. Che tale poi primato sia stato guadagnato o, invece, sia solo un colpo fortunato, la cosa non modifica la somma nel totale. Spennare le galline è dunque divertente, nessuna si lamenta, ma anche lamentassero che poco poi che importa; è un gioco da ragazzi, non serve lo si studi, è il conto del droghiere, e se è facile far di conto, sicuro, o quasi, è poi l'incasso. Da quando la legge ha dato il via, al nostro Borgomastro non par vero; la leva fiscale e poi parafiscale è come un grimaldello che infila nelle tasche e poi le svuota; un po' le macchinette nei parcheggi, un po' quando ignari dormono di notte e poi c'è il colpo più geniale che pagano all'imbarco per lo sbarco. Con questi marchingegni s' ingrossa sto bilancio che scoppia di salute, si gonfia a dismisura, col rischio di perdere del denaro anche per la strada. Si rischia ormai la crisi di eccesso finanziario, na strana malattia che prende chi governa; li prende nella testa, oscura anche il pensiero, confonde le grandezze. Immagino un momento la Ministra, la nota delegata cui son soliti far leggere dei testi; con tutti questi numeri che crescono a misura, o meglio a dismisura, il rischio di una crisi mi par più che evidente e forse come mai prima di ora, un accordo tra le parti deve esser siglato, promuovendo su quel soglio la Capa indiscussa del fronte che sta opposto. La torta è troppo grossa, c'è posto ormai per tutti, c'è posto anche per Canio, potrebbero bandire un bel banchetto, con piatti assai abbondanti, non manchino di certo le bevande e questo mi pare che sia un percorso che valga la pena di affrontare in questo biennio che rimane. Vi posto le cifre nei totali ed auguro a tutti un carnevale. 

                                       

sabato 10 febbraio 2018

ARCHEOLOGIA LOCALE




La ricerca di soluzioni a problemi vecchi e sepolti, ha consentito di riesumare e cercare di riportare alla luce una delle questioni di degrado tra le più sentite dall'intera comunità. L'abbandonata stazione della ferrovia Stresa- Mottarone, seppur sepolta da anni di incuria totale, privata e pubblica, "rischia" di rivelare una qualche sorpresa che, ove confermata, potrebbe ridare speranza e concretezza ad un progetto di suo recupero. La questione sta nella proprietà legittima del sito, o meglio della parte che residua, ossia l'edificio già sede della direzione della soppressa linea ferroviaria e di parte della banchina viaggiatori. Nelle carte del Comune sta infatti una nota di Rete Ferroviaria Italiana, datata anno 2006, che chiede alla Società Ferrovie Mottarone di restituirle quei beni. Non sappiamo come la vicenda sia poi andata, è un fatto però che quel sedime non avrebbe dovuto transitare da Ferrovie Stato a Ferrovie Mottarone come invece è avvenuto per tutti i restanti beni e ciò in quanto oggetto di una concessione che, alla scadenza, ne prevedeva la restituzione al suo legittimo proprietario e non certo l'incameramento. Da qui la curiosità e l'interesse a saperlo che è l'oggetto della lettera di 20 20 che postiamo. Che poi la cosa non sia peregrina lo dimostrerebbe un'altra vicenda che, proprio in questi giorni, sembrerebbe essere arrivata al suo termine. Il piazzale di arrivo della Funivia alla stazione del Mottarone e, probabilmente, anche l'interra vecchia rimessa sulla vetta del materiale rotabile. Pare che un giudice abbia sentenziato non appartenere alle Ferrovie del Mottarone e quindi, probabilmente, passeranno al Comune. Insomma, storie vecchie, affatto chiare che riesumate possono svelare sorprese, spiacevoli per alcuno e meno per altri. Cercare l'origine della proprietà non è dunque soltanto una perdita di tempo per noiosi archivisti, ma dovrebbe servire pure a sguinzagliare il nostro solito Cronista sempre alla ricerca di colpi giornalistici sensazionalistici. 






 

giovedì 8 febbraio 2018

TENTARE NON NUOCE





Vi posto il tentativo che l'Associazione 20 20 ha fatto per mettere a conoscenza del Palazzo, e non solo, di un' opportunità che parrebbe colpevole lasciare cadere. Purtroppo chi scrive teme che anche questa sarà un' altra occasione persa, e non sono state poche. Sembra quasi che si lascino passare per scelta consapevole, quasi un calcolo un po' perverso, a volte anche elettorale, e so di cosa parlo e a cosa mi riferisco. Non dicano però che non sapevano. Diranno che non c'era più il tempo, che erano impegnati a fare altro. Tutto bene, ma nessuno vi crede più.

martedì 6 febbraio 2018

L'AGEVOLE EVASIONE





Il Consiglio che abbiamo raccontato è andato breve; il tempo di sedersi, di alzare quattro mani e andare via. Di mezzo ci hanno messo un corpo di norme sostanzioso che manco hanno guardato, ma subito han votato; di fianco ci hanno messo un pacco di norme un po' più magro che dopo il tempo di un minuto han pure già votato. Di questo ora vi tratto, di quello che si chiama dello sbarco. L'imposta poi cambiata nel nome e nel cognome, ma in fondo alla sostanza è sempre un'altra tassa. Di nuovo la si applica ora a tutti: a quelli che prendono la nave o anche soltanto le scialuppe. Esenti son quelli che sbarcan solo a nuoto, che usano un mezzo loro proprio, ma per gli altri, sicuro come pochi, ci casca sulla testa sto tributo; una specie di dazio che prende la persona e non le merci. S'inventa questa roba che genera denaro come pochi, una macchina infernale e assai perfetta che basta che tu sbarchi col piede e la sua scarpa ed ecco che da tasca ti levano sti soldi. Sti soldi, una volta stati presi, li debbano portare nel Palazzo dove regna il Borgomastro. Il nostro Borgomastro è quello che ha pensato le norme e contro norme che, secondo quanto ha detto, porteranno un milioncino all'anno e lui ci spera. Purtroppo il milioncino, in cui lui spera, è un sogno un po' lontano ad avverarsi e passi se qualcuno, come sempre comunque la si giri, l'imposta se la evade, ma sto nostro Borgomastro e la sua trupp, dopo lunghi pensamenti e negoziati, inventano la regola assoluta che consegna nelle mani dei tanti che sarebbero obbligati, la chiave per eludere lo sbarco. Sta regola è fatta così bene che non solo si può evadere lo sbarco, ma quando lo si evade è impossibile accertarlo. E' un gioco da ragazzi, un trucco facilissimo, è un po' come lasciare la chiave della cella a un carcerato; pensate non la usi ? Difficile a noi crederlo; eppure questo è vero, la trupp del Borgomastro ha fatto fiasco e quanto poi a brindare sul gettito previsto, ci vada molto piano.

P.S. Ho dimenticato di spiegare come si possa fare, ma è talmente facile che mi è sembrato non ci fosse neppure bisogno. Lavoreranno le tipografie.

giovedì 1 febbraio 2018

CONSIGLIO LAMPO



Va in onda alle 18 passate da poco i trenta primi. Si contano gli assenti e non son pochi. Vi spicca il Professore che si prende sto riposo trascorsi 40 anni di presenza. E' assente Severino, le tocca un riposino passati questi giorni di passione e delusione; è assente il Comandante, ragioni famigliari dichiarate. Si frega un po'le mani il Borgomastro che accelera sul tempo e va veloce. Lettura dei verbali, i soliti passaggi sul bilancio, arriva un documento, è tutto quanto un nuovo bel regolamento. E' solo adeguamento, lo dice la Ministra e il nostro Borgomastro, son oltre cento articoli, c'é troppo da studiare, è meglio lasciar stare. Con tutti quanti i voti, nessuno che si esclude, una roba spessa e seria che regola la spesa, si liquida in un lampo. Arriva quello dopo, è quello sullo sbarco. Si annuncia la data anche del varo, è quella al primo marzo. Si dettano le regole, severe e draconiane che imposte ai battellieri prevedono che l'incasso sia un milione. Peccato veramente che presto le regole dettate saranno trafugate; è un gioco da ragazzi truccare tutto quanto, ma questo non gli passa neppure per la mente ai saggi governanti che paiono assai ingenui e poco smaliziati. Si cambia l'argomento; si va sempre veloci, si va troppo veloci, io sento quasi niente, capisco molto meno, comunque è un'altra deroga riguardo all'edilizia, sta volta non sembra ci sia un trucco. C'é tempo, molto tempo per fare gli interpelli, ma mancano i soggetti ed anche questa volta si chiude anticipato nel tempo di circa meno un'ora..