Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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lunedì 11 marzo 2019
FIRMATO: L'ARCHISTAR
Ora che l'oggetto elaborato dalla mente o forse anche solo dalla firma del nostro locale Archistar prende forma e il risultato estetico e funzionale non è più un progetto, ma una realtà, possiamo anticipare una qualche opinione sul tema.Che dire allora? Intanto che il mantenimento di due reliquati del vecchio fabbricato pare essere stata solo un' operazione proprio di " facciata", un tributo, neanche troppo oneroso, anzi non oneroso, versato ad un principio di conservazione, ma che nella sostanza non realizza alcuna conservazione, ma solo una parvenza. Credo sia servito più a giustificare l'impossibilità, peraltro tutta da dimostrare, di realizzare un progetto diverso e più ambizioso e aggiungo più funzionale alla cittadina, piuttosto che altro. Se il vecchio capannone aveva un valore, doveva essere ben diversamene valorizzato e conservato; mi pare invece che la soluzione trovata non soddisfa affatto l' esigenza di conservazione/valorizzazione, ma nel contempo abbia "impedito" di trovarne un'altra. Insomma proprio il risultato cui miravano. Quanto all'oggetto che sta nascendo si commenta da solo. La città dei giardini, anche qui sarebbe tutto da vedere, da verificare e da discutere, dimentica spesso e volentieri l'uso del verde urbano, salvo quando vi sia da decretare, in via d'urgenza, qualche morte presunta di esemplare arboreo. Probabilmente l'uso sapiente del "verde in città" sarebbe servito a mitigare quella roba che sta nascendo. Esempi se ne sarebbero potuti trovare, sarebbe bastato cercarli. Alla fine avremo un prodotto che non avrà in realtà conservato niente e aggiunto un nuovo magari inguardabile. Quanto alla funzionalità dell'oggetto, di parole se ne sono già dette molte. Togliere auto di torno: dalle strade, dai lungo lago, da ovunque, avrebbe dovuto essere un obiettivo qualificante per una cittadina turistica che si vende a caro prezzo e offre pochi servizi adeguati e funzionali. Non è stata colta l'occasione in nome di un principio di lasciar fare e non metterci mai il naso, cioè evitare di governare per assicurarsi l'immortalità. E' stato quindi "ottenuto" il minimo sindacale, mentre la legge consentiva di più e nulla vietava un convenzionamento ed una partecipazione pubblica per un'opera che avrebbe dovuto dare una risposta adeguata ad una esigenza insoddisfatta e ad un progetto ad auto zero che avrebbe premiato sul piano della qualità turistica e ambientale. Non è stato fatto, non sarà mai più fatto, almeno sino a quando saremo in vita.Da ultimo un' annotazione; mentre si è fatta questa fasulla operazione di conservazione di reliquati di archeologia ferroviaria, rimane davanti agli occhi di tutti lo sconcio dell'area della vecchia stazione della ferrovia Stresa/Mottarone. Ancora recentemente è stata sollevata sia presso il Comune, sia presso Rete Ferroviaria, sia presso Fondazione ferrovie storiche questa questione. E' noto che esiste una non risolta questione circa la reale attribuzione della proprietà di parte sostanziale di tale area. Lo stesso Comune aveva commissionato un incarico per ricostruire i passaggi proprietari, mentre ancora nel 2006, Rete Ferroviaria ne rivendicava la proprietà, ora formalmente attribuita ad altri. A che punto è la questione ? Difficile sapere qualche cosa dal Palazzo blindato.
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