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mercoledì 10 aprile 2019

SINTESI

 









Ormai, dopo quattr'anni, è possibile redigere un preconsuntivo della esperienza del Borgomastro a capo della cittadella. Ebbene, per lui non c'era la scusante del rodaggio da compiere; se non era rodato lui chi mai avrebbe potuto esserlo ? Nessuno. Quindi era entrato subito in funzione, forte della sua più che ultradecennale esperienza e sicuro di andare subito a segno. Cannio gli aveva lasciato qualche dossier ancora aperto, più di uno per la verità; insomma l'eredità non era delle migliori, ma il nostro Borgomastro era ben al corrente della cosa, avendo contributo attivamente a costruire il passato. Vado un po'a caso, ma mi pare che uno dei primi dossier aperti fosse il caso Villa Aminta o meglio la passeggiata col binocolo. Quattro e quattro otto, il Borgomastro risolve il problema: incassa i soldi e manda all'aria la passeggiata. Si direbbe meglio che niente. Va bene accontentiamoci. Poi viene il dossier piscina; c'é aperto un contenzioso con il gestore che non ha mai pagato, c'è la vasca che fa acqua. Nessuna preoccupazione, anche in questo caso il Borgomastro è rapido a risolvere la questione. Fa infatti una bella transazione con il gestore. Si impegna a riparare il colabrodo ( quanto alla garanzia data dal costruttore non c'è molto da sperare) e rinvia, a dopo la riparazione, l'obbligo per il gestore di pagare il canone. Morale: i tempi poi si allungano di oltre un anno sul previsto e quando finalmente tutto è pronto, il gestore non paga niente. Risultato finale: un quartino di un milione di eurini è costato chiudere i buchi del colabrodo, soldi incassati zero e, spedito il gestore, al Comune rimane di pagare le rate del mutuo che aveva garantito per gli allestimenti del locale ristorante. Direi che come risultato ci siamo, visto che al momento, per la prossima gestione, non c'é ombra di chi gestirà mai la vasca da bagno. Si potrebbe chiedere a Cannio se mai avesse interesse a farlo lui. Passiamo oltre e andiamo avanti. Una piccola cosa che sicuramente i più avranno dimenticato, ma che io no. Quando il Borgomastro si insedia, Canio gli ha lasciato un credito testamentario consistente nei canoni demaniali mai pagati dal Grand Hotel. Sarebbero un 100 mila euro, ma facciamo anche solo 50 mila, visto che il recupero del pregresso si è fermato a 5 anni per tutti gli altri. Chiunque, di buon senso, si sarebbe sentito in dovere di riscuoterli, non fosse altro che per equità fiscale. Ebbene: il Grand Hotel, cioé i padroni si oppongono: una bella burrasca, questa volta con il lago in piena, ha fatto un buco nel muro e se il comune non glielo aggiusta loro dicono che rinunceranno a rinnovare la concessione. Si chiama ricatto, ma chiamarlo così non è politicamente corretto. Si fa allora una transazione, un'altra e così sono già tre e, dopo aver rinunciato a incassare i 50 mila dei canoni del passato, ma non lo dicono, il Comune si impegna a rimborsare anche il costo della riparazione. Lo sconterà nel futuro, rinunciando a incassare i canoni fin tanto che il costo intero non sarà rimborsato. Niente male; ci sarebbe da mandarli alla corte dei conti, ma lasciamo perdere. L'onere della riparazione era del concessionario e se lui non avesse voluto farlo, che si accomodasse pure; poi il Borgomastro di turno avrebbe dovuto mettere all'asta l'eliporto e tutto il resto e fargli davanti al Grand Hotel un bell'esercizio bar. Credo che si sarebbero incassati dei bei soldi, ma a quel punto voglio vedere se i padroni non fossero corsi a riparare i buchi e pagare il debito. Comunque andiamo avanti, c'è ancora molto da scrivere. Un altro dossier sempre aperto era ed è la Palazzola. Vicenda lunga, direi quasi antica intorno alla quale tutti i governi degli ultimi 30 o quasi 40 anni si sono cimentati, naturalmente con esiti alterni, ma i risultati si vedono. Anche qui pare che il Borgomastro si sia cimentato. Il cimento però è coperto da un persistente silenzio. Secondo le più o meno recenti informazioni, tutti questi ultimi anni sarebbero stati impiegati dal Borgomastro, non tanto per reperire le risorse mancati, ma per riappropriarsi del bene, cioé per riuscire a sbarazzarsi della Fondazione e ritornare esclusivo proprietario. Per fare cosa e con quali soldi, questo non pare che importi, il suo disegno è un altro. Riuscirà il nostro eroe a riconquistare il maniero ? Probabilmente, anzi sicuramente no, perché la Regione chiude i battenti per le elezioni e prima che i nuovi governanti riprenderanno in mano la cosa, il Borgomastro sarà fuori. Quindi tanta fatica per nulla e soldi zero. Ma andiamo avavanti, lasciando naturalmente la questione porto, per ultima. Allera ricordiamo la vicenda, ridicola, della tassa da sbarco. Non ripeto l'anedotto che già ho raccontato sulle assicurazioni che il Borgomastro aveva dato dopo un suo ritorno dalla capitale e dagli uffici del Mef, ma gli ultimi sviluppi di questa vicenda dimostrano quanto sia incauto e temerario il suo procedere. Ora si butta, impugnando davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar, ma passeranno forse almeno tre anni prima che possa esserci una decisione, per nulla certa nel merito. Intanto non incasserà più un soldo. Ma se proprio ci teneva, che ci provasse a cambiare la delibera e a farla con un po' più di testa, magari il Mef non l' avrebbe più impugnata e Lui avrebbe incassato da subito. Ora aspetti. L'Alberghiera è nuovamente ritornata nell'ombra, ma anche qui il disinteresse del Borgomastro per tanto tempo del suo mandato è proverbiale. Quando si sveglia però non trova di meglio che confermare la scelta che era stata cambiata. Ci vuole l'Ente Provincia a chiedergli espressamente di fare quell'accordo nei modi che esattamente più volte su questi post ho sponsorizzato, ossia scuole elementari ecc. Ma alla fine Lui e il suo Consiglio rifiutano dicendo che non ci sta fisicamente. Ma sta a Lui contestarglielo ? Se a quelli basatava perchè impedirlo. Comunque ora è nuovamente tutto fermo e ancora un po' che aspettiamo avremo la scuola elementare più deserta d'Italia: ossia 4,47 alunni per aula e la scuola alberghiera più affollata d'Europa, ma importante è fare notizia. La vicenda urbanistica, vaso di Pandora per eccellenza, è un altro oscuro capitolo legato alle attività non pubbliche del Borgomastro. Che fine abbia mai fatto , nessuno lo sa o lo dice, ma il desiderio di portare a soluzione la vicenda " Zanetta" non può non avere in questi anni accarezzato l'ambizione del Borgomastro. Lui dice tutto a posto. Tutto a posto cosa ? Lo sa che se ci prova ancora a non rispettare la regola si trova il ricorso a sbarrarglielo e questa volta l'errore di notifica non ci sarà più a fermarci. Rimane il porto: doveva essere la festa di incoronazione, il tripudio, la sua glorificazione. Avete visto come è andata a finire. Per ora non aggiungo altro.

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