Questo che oggi pubblichiamo è il testo, in integrale, letto in aula e che, in occasione dell'ultimo esame della variante stralcio, ha fatto perder le staffe al maestro dell'orchestra e ha fatto del suo autore il bersaglio dell'ira e della rabbia di un Canio inviperito. Buona lettura
Si richiama integralmente il contenuto
dell’intervento già svolto in sede di esame consiliare della prima deliberazione
riferita alla
variante stralcio, intervento che, insieme alle osservazioni poi,
successivamente, formulate, mantiene tutta quanta la sua validità ed attualità.
Il nuovo passaggio consiliare, sotto il
profilo della legittimità dell’operazione stralcio, non attenua i rilievi mossi
in quel primo esame, semmai la decisione assunta, in sede di I conferenza, di procedere alla
fase di verifica della assoggettabilità a VAS, ove il suo esito ne confermasse
l’esclusione, accentuerebbe la valenza
dei rilievi mossi, come più oltre verrà
esplicitato.
Osserviamo comunque e preliminarmente che
nella documentazione, depositata insieme alla proposta,
non vi è traccia del verbale della conferenza sulla base delle cui iniziali
risultanze viene ora portata all’ esame la nuova
proposta. Chiediamo dunque che di tale documento ne venga data integrale lettura
in aula al fine di supplire alla riscontrata carenza e, una volta per tutte,
lamentiamo, pubblicamente,
la compromissione costante dei diritti di accesso cui godono tutti
i consiglieri rispetto alla visione di atti, chiusi e conclusi, come sono i
singoli verbali delle conferenze di pianificazione. Chiediamo, pertanto, il
rispetto non solo delle norme di legge, ma anche del regolamento comunale che, a
riguardo, non sembra lasciare spazio a interpretazioni manco, peraltro,
suggestive.
Chiediamo inoltre la lettura in aula del
documento istruttorio sulla proposta deliberativa in esame, documento reso dal
responsabile del servizio di riferimento o da altro dipendente istruttore del
servizio stesso, documento di cui non abbiamo trovato traccia negli atti
depositati e, nel caso di conferma di una sua assoluta mancanza, facciamo
rilevare come l’ assenza istruttoria integrerebbe uno degli elementi di
violazione di legge sui quali si poggia l’ipotesi di possibile abuso d’atti, già
formulata in sede di osservazioni sulla prima decisione deliberativa della
variante stralcio.
Al proposito e nello specifico ci tocca,
quindi ed anche nell’esame della nuova proposta deliberativa stralcio, indicare
al Consiglio, la concreta ipotesi di violazione penale che vediamo raffigurarsi
nel perseguimento della intrapresa procedura
stralcio.
E’ nostra premura quindi e segno di
sensibilità e responsabilità nei confronti di tutti i consiglieri di
maggioranza, ravvisare agli stessi i rischi cui ciascuno, con il suo positivo
voto, potrebbe incorrere nel sostenere un percorso procedurale avventato e
singolare, addirittura oltre la richiesta della parte interessata, tanto da ipotizzare
e con ragione, da parte nostra, la violazione penale se dovesse confermarsi il
percorso che si riavvia, con il
conseguente, successivo, deposito di una circostanziata denuncia a carico del
Sindaco e di tutti i soggetti coinvolti.
Entrando nel merito dell’esame, ci
soffermiamo, principalmente sul documento tecnico preliminare della fase di
verifica, data per scontata l’invarianza della relazione programmatica sotto il
profilo più prettamente urbanistico, sviste nel numero dei piani alti del grande
albergo a parte e introduzione di riscoperte di ignoti percorsi storici, pure
loro a parte.
La relazione che viene portata
all’esame
avvia, quindi, un processo parallelo, ma funzionale a quello di approvazione dello strumento
urbanistico medesimo. Di tale processo di cui ne
conosciamo adesso l’avvio, non ne
conosciamo certo l’esito, ossia se
dovrà, comunque attuarsi la procedura di VAS, cosa che, motivatamente,
sosterremo o se si concluderà il processo di verifica preliminare con la
decisione di non dar seguito al processo di VAS ex lege, ma solo quindi con il deposito della relazione di verifica preventiva di
asoggettabilità.
A tal proposito non ci rimane che auspicare
che i soggetti chiamati a costituire l’organo tecnico di valutazione, siano
effettivamente dotati di quell’autonomia e di quella indipendenza che dovrebbe
garantire un giudizio effettivo e non quello che il governo in carica
suggerirebbe volentieri. Avvertiamo, quindi, che si ponga massima cura nella
scelta dei nomi che saranno chiamati a costituire l’organo tecnico,
privilegiando in maniera assoluta le capacità professionali rispetto ad altri
criteri più, per così dire, politici. Si ponga poi attenzione a che situazioni,
a noi note, di potenziale conflitto occulto di interesse di soggetti titolari di
cariche in organi collegiali non vengano a riprodursi all’interno del predetto
organo tecnico. Non aggiungiamo altro, ma chi ha orecchie per intendere abbia ad
intendere.
Scopo quindi del nuovo documento che ci
viene presentato è quello di fornire le informazioni e i dati necessari
all’accertamento della probabilità di effetti significativi sull’ambiente in
riferimento ai criteri individuati per la verifica preventiva dalla direttiva
2001/142/CE. Sotto tale profilo il documento presenta, a nostro giudizio:
carenze, sottovalutazioni, superfacilità, errori ed inosservanza di molte delle
indicazioni e dei suggerimenti emersi nella stessa I riunione della I conferenza
di pianificazione.
Tali vizi, che meglio nel seguito
indicheremo, rischiano quindi di condurre il processo di verifica lungo un
percorso, in qualche modo, fuorviante ed inficiarne le conclusioni, in altre parole
rischiano di condizionarne, in un senso riduttivo, il suo
esito.
Orbene si osserva che se, sotto il profilo
formale, il ricorso alla procedura di verifica preliminare di assoggettamento a
VAS sembra inoppugnabile, sotto il profilo sostanziale che, consentiteci, è
quello che rileva, ritorna qui, con rinnovata forte valenza, la contestazione e
la polemica sollevata già in sede di primo esame e poi ripresa in sede di
osservazioni, circa la non perseguibilità legale di una procedura stralcio. I
vizi, i rischi, il contrasto
con le norme di principio di rango costituzionale e, nel caso specifico anche con norme di
rango inferiore, in relazione alle specifiche modalità con cui si è operato,
risultarono e risultano evidenti.
Anche questo avviato processo di verifica
preventiva di assoggettabilità a VAS soffre della stessa problematica che
si traduce nella domanda sul come un esame parziale di una trasformazione
urbana, sotto il profilo della propria incidenza sulle matrici sensibili, possa
essere condotto in modo disgiunto dall’esame intorno ad un processo di
trasformazione programmatica più ampio, peraltro in atto, dal quale viene stralciato.
Lo stesso istruttore di ARPA sembra venir
sfiorato dal sospetto e seppur non ne trae appieno le conclusioni scrive : “ è necessario
contestualizzare lo strumento in istruttoria nell’ambito di un insieme più vasto
ed articolato di trasformazioni ( la variante generale ) , non è condivisibile
un approccio che demandi la soluzione di eventuali impatti delle due variazioni
che la costituiscono all’attuazione della va riante
generale ( cfr. D.P. pag 21). Andrebbe invece configurato uno scenario che
permette di assorbire o almeno attenuare temporaneamente gli eventuali impatti
della variante stralcio, in quanto le due varianti potrebbero avere tempi di
adozione ed esiti diversi”).
Senza tralasciare poi
la richiesta, sempre da Arpa
avanzata e rimasta del tutto inevasa, della trattazione congiunta della
trasformazione d’uso dell’istituto alberghiero con la collocazione della nuova struttura, evidenziando così come
un approccio, per parti, a previsioni di trasformazioni urbane poste in
successiva sequenza, sia fuorviante sul piano tecnico e illegittimo su quello
amministrativo.
Osserviamo quindi che mentre la relazione
tenta di allargare la sua portata di analisi in tema di impatto sulla viabilità
e parcheggi alle soluzioni dei portali indicate nel documento di variante che
vogliamo chiamare principale, affossando, peraltro, definitivamente crediamo la
soluzione Gabbiola,
men che meno sfiora, neppur timidamente,
l’approccio alle trasformazioni complessive del fronte lago che costituiscono il
contenuto effettivo della variante generale e la cui, unitaria, lettura, in ben
diversa luce porrebbe la stralcio sotto il profilo dell’impatto con le matrici
paesaggio e natura.
Eufemisticamente le conclusioni dell’esame
svolto, concludono infatti affermando ad impatto “poco
negativo” quelle derivanti dalla previsione di area 172 , che è cosa
assolutamente uguale a definirsi: “ non positivo” , ma così non si dice ed il
giudizio finale rimane attenuato, poiché e monco di tutta l’analisi più
complessa che richiederebbe.
Comunque l’analisi delle due matrici:
paesaggio e natura, sia con riferimento all’area 172 che a quelle dei portali è
di evidente insufficienza laddove si va da affermazioni quali quelle che : “
villa Mona e Basile sono circondate da un parco alberato ………la
realizzazione di un nuovo complesso comporterebbe l’abbattimento probabile di
vari individui arborei……………” sino ad aggiungere poche righe dopo che
il parco quasi non c’è “ il parco di villa Mona e Basile non è dei più rinomati a causa dell’assenza di
entità arboree di particolar pregio” cfr. pag. 118, salvo qualche
riga più oltre sembrare aver rintracciato qualche esemplare di pregio,
dimenticando però, crediamo non per svista, ma per volontà. di analizzare le cause del degrado ed il nodo, storicizzato,
dei vincoli esistenti sull’area, sino poi a continuare nella ipocrita
rappresentazione di una realtà di cui non si conoscerebbero i particolari di un
progetto, ampiamente, invece, oggetto di ripetuti incontri e i cui impatti
positivi/negativi sono ancora, ipocriticamente appunto, rinviati ad altro
appuntamento. Quale ?
Ma il grado di
raffinatezza dell’analisi non si esaurisce certo qui laddove a pag. 120 ci dice
che:
“ gli impatti generati dall’eventuale
attuazione di questa misura ( la previsione 172) sono estremamente variabili e
dipendono da una molteplicità di fattori ed in primis, dal linguaggio
architettonico con cui verrà realizzata la nuova struttura
( una specie di
piramide dei Maia ),
all’interno del contesto che la circonda ………………………………… …è possibile comunque
ipotizzare un impatto poco negativo, ( leggi non positivo),
laddove vengano rispettate alcune condizioni. Gli impatti risulteranno meno
significativi nel momento in cui verranno previsti degli interventi che
prevedano volumi disaggregati e meno compatti , non
saranno troppo estesi e realizzati con un linguaggio architettonico armonizzato
con il contesto”.
Terminata la citazione occorre dire che la
stessa è stata ripresa dalla nota datata 21/06/2012 del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali prot. 7682/34, evitando, accuratamente però, di inserire, dopo la parola “ compatti”
, le parole: “ o più contenuti” che in
quella nota comparivano. Infatti è noto che nella variante in esame i volumi e la SUL crescono in maniera molto
rilevante, altro che più contenuti, quanto poi al suggerimento dell’estensore
del documento che gli interventi non
dovranno essere troppo estesi, basti osservare il rapporto di copertura massimo
che sull’area verrebbe consentito pari al 45% del totale, per comprendere con
quale coerenza e serietà la valutazione sia stata condotta e le sue conclusioni
tratte. D’altra parte non sembra che
diversamente si muovano
gli estensori urbanisti della variante stralcio quando un loro,
ineffabile, contributo, contenuto in nota datata 09/06/2012 indirizzata al
Sindaco, afferma, a firma Architetto Gramegna
Giovanni, che la monetizzazione è conseguenza del vincolo posto sull’area,
(ma vorrà ben darci, il presente Architetto una giustificazione di tale,
infondata, affermazione ?) ; che anche l’indice 1,125 mq/mq è una sua
possibile conseguenza e che comunque è l’ipotesi peggiore. Almeno una nota di
verità è, alla fine, contenuta. A questo punto come il linguaggio della architettura Maia possa integrarsi nel contesto, rimane un po’
un mistero
insoluto.Chiamata poi a rispondere alla
Soprintendenza, piccata quest’ultima per essere stata tirata in causa in un passo contenuto
nella variante e che, guarda il caso, era cosa già stata anche da noi sollevata,
rispondono, per conto dell’Amministrazione, sempre i medesimi, ineffabili, estensori che ci raccontano, pensate un po’,
come la previsione 172 sia figlia, illegittima diciamo noi, del vincolo messo dai Beni Culturali su
quell’area. Comunque tra cartografie che
rappresentano i confini comunali, costantemente, errati; citazioni di ville estinte indicate
come esistenti; valutazioni positive di soluzioni ( transitorie ?) di trasporto passeggeri da un portale in
collina al centro su navette da impegnare lungo un tracciato stradale ad esse
precluso e valutazioni, pure positive,
di impatto di altro portale da collocarsi in ambito sensibile per posizione,
storia e paesaggio, l’accurata analisi, archiviata o dimenticata, non si sa, la
soluzione del trenino, va verso il fondo scordandosi anche di usare le faccine
che ridono o che piangono, secondo il gusto di quelli per i quali, normalmente,
si scrive ed arriva alla fine facendoci sapere e conoscere molto meno di quello
che già e meglio sappiamo, ma lasciando aperte le porte alle più diverse e
inquietanti soluzioni, prossime e venture. Complimenti .