Tirato giù il sipario, spente anche le luci, il giorno dopo si
scrive un po’ la critica dello spettacolo andato in scena nella sera. L’incasso, come sempre, è andato male: zero
paganti e pochi spettatori; la sala troppo calda e poco rinfrescata; qualche vacanza
negli attori, quanto al maestro dell’orchestra l’ha diretta con il solito furore e la
consueta decisione, poi è crollato. Comunque le due scene principali sono state
quella, durante il primo atto, in cui Canio ha recitato la parte del sindaco furioso
contro un consigliere dispettoso e poi quella finale in cui in scena è andato Canio,
il vittorioso, che va in finale anche col porto. Che c’è dunque da dire ? Ma
intanto c’è da dire che quell’ accusa, e forse anche dell’altro, che Canio ha lanciato
con tanto di veemenza, giustamente, al mittente è stata rimandata. Canio infatti
ha sempre usato, in questi anni e senza
un poco di prudenza, la querela come
clava, ossia ha usato il codice penale per tutelare solo lui proprio in persona contro chi giudicava
essergli un nemico. Come noto la querela è volontaria, la fai solo se vuoi,
altrimenti lasci perdere e vai avanti. C’è di più, Canio ha anche usato il
codice penale per colpire tutto il gruppo che gli fa l’opposizone. Questo lo
fece quando, per legge certo non obbligato, fece, a modo suo, un’inchiesta e
mandò Vecchi in tribunale per l’autentica delle firme messe sotto la lista già
sconfitta. Questo ha fatto il caro Canio, ma nessuno per questo lo ha accusato
di essere il sindaco fascista, mentre tutti han solo preso e pagato un avvocato.
Ora succede invece che Canio fa lo stralcio per Zanetta, l’opposizione consulta
un buon legale che l’avverte: “ attenzione, c’è il penale” . L’opposizione allora gioca la carta e mette il
Consiglio sull’avviso di reato. Qui non è che la cosa è volontaria, qui il
reato, se c’è, è quelli che si rilevano
d’ufficio e i consiglieri sono in consiglio
gli ufficiali, quindi gli
obbligati alla denuncia. Questa è la
verità dei fatti e del diritto, quella per cui Canio si scatena,
si ribella e lancia accuse senza senso e
senza senno, ma la sera era di luglio, il caldo soffocante, la lucidità mancante,
prevalse in lui la sua passione che sconfisse
la ragione. Quanto al resto, ne parliamo un’altra volta.
LAMPI SUL LOGGIONE II
LAMPI SUL LOGGIONE II
Mancano una ventina di minuti a mezzanotte e a Canio la tentazione del rinvio degli interpelli, magari solo per scherzo, gli passa nella testa. Comunque dice fate in fretta che finiamo. Così si fa un po’ in fretta sulla richiesta di notizie del ripristino delle aree tutelate a balneazione e andate a pezzi. Bottini rassicura che il ripristino c’è stato, giusto oggi, così dice. L’altra richiesta e un poco più invadente, riguarda il nervo ormai scoperto di Cannio, lo sappiamo, quello che quando lo si tocca lui non regge. Ci prova, con cautela, il solito Piervalle che ripercorre, a mente, tutte le date, quelle rispettate e quelle, invece, del tutto poi scordate. Insomma, due pesi e due misure, la domanda è molto chiara: perché sta chiusa nell’ armadio la variante per gli alberghi e corre l’altra per Zanetta. Sembrava fosse la cosa più importante, caro Canio, e poi la lasci impolverare nel tuo archivio, ci spieghi un po’ perchè. Lui tentenna, ancor sembra girare la domanda perché mai glielo chiediamo, giusto noi che l’abbiamo massacrata. Allora lui dice: bla, bla, bla che insomma c’è prima quella PAI, e adesso ci son anche i diritti d’uso civico e poi ci sono tante osservazioni, insomma bisogna un po’ aspettare. Replica veloce: che ci fosse quella PAI e anche gli usi civici già si conosceva, ma tu la tieni chiusa perché hai una gran paura che quando mai andasse in conferenza sarebbe fatta a pezzi, così sfili lo Zanetta e gli cerchi la via della salvezza. C’è il porto e la domanda è molto elementare, cioè a dire dove stanno le cause tanto impreviste e tanto imprevedibili che fanno si che il prezzo che, in gara, era sceso di punti ben 21, dopo il contratto di punti ne sale ben 47. Canio si accomoda tra il pubblico e lascia la cosa al povero Bottini che non sa, che dice che le cose stanno scritte in relazione che poi ,per carità, ci lascia, ma non sa è scritto tutto lì, leggetelo ripete. Allora arriva Canio che riprende il posto di comando, ci fa tutto un discorso un po’ politico e ancora sembra vantarsi di essere arrivato dove gli altri hanno mancato. Chiudiamola lì per ora, sette anni ci hai impiegato, hai raddoppiato i costi, hai messo in gara un progetto “ ineseguibile” che è stato ribaltato, hai liberato i responsabili, dobbiamo solo tacere e vergognare. La verità caro Bottini e caro Canio sta, invece datata già 2005 e scritta da quelle professoresse che il vice le chiamava le due, le comuniste. Allora a Canio a sentire questa storia gli prende una crisi e ride, ride, ride tanto da non riuscire più a governare la seduta. E’ l’ultimo interpello, sono i ritardi nel redigere e pubblicare gli atti . Nulla da fare, continueranno a ritardare.
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