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venerdì 31 agosto 2012

VECCHI SI DIFENDE E ACCUSA



Pubblichiamo il testo che il capogruppo di Insieme, G.B. Vecchi ha scritto sulle pagine di Stresa Notizie, replicando alle " accuse" che  quel giornale web ha diretto all'operato della opposizione a proposito delle ultime vicende intorno al porto turistico.

"Non sono d'accordo su quanto scrive "Stresa notizie". Il gruppo consiliare Insieme fa opposizione seria e documentata nelle sedi istituzionali, forse frequenta meno bar o osterie, ma è difficile superare  in questo la maggioranza.Veniamo definiti: "   professionisti dell'opposizione", ma è l'elettorato che ha voluto così e non è stata una nostra scelta. Di certo qualora fossimo stati eletti avremmo amministrato meglio e con maggior competenza e rispetto del denaro pubblico di quanto non faccia l'amministrazione Di Milia. Una vergogna!!
Se, come anche Stresa notizie auspica, il porto andrà in nulla, oltre 1.650.000 euro saranno stati buttati per lavori inutili che deturpano ancora oggi la passeggiata sul lungolago e bisognerà spenderne degli altri per ripristinare la decenza. Oltre 1.500.000 euro è costata la municipalizzata Stresa Servizi ed in tempi di vincolo di patto di stabilità, la cosa è assolutamente  non giustificata e giustificabile.
Ora noi ''professionisti dell'opposizione'' diciamo che con una politica di bilancio molto più accorta e il taglio degli sprechi, ci sarebbero state risorse anche per intervenire più e meglio a favore dei bisogni sociali che vi sono e che , magari, una certa opulenza  diffusa nasconde. Anche da noi crediamo  che chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese avrebbe apprezzato un maggior aiuto da parte del comune.  Ma quello che è da denunciare è l'incapacità  di questa amministrazione a realizzare i suoi stessi progetti, più volte propagandati, cambiando invece e più volte gli obiettivi di programma, rilevando insomma  un evidente stato confusionale e una  assoluta mancanza di lucidità nella visione generale dei problemi: porto, Gabbiola, Palazzola, asilo nido, prosecuzione passeggiata a lago, scuola alberghiera, sono tutti esempi che parlano chiaro e da soli. E possiamo continuare, ricordando la stazione smontata e lasciata lì  a testimonianza del disinteresse per la città, la manutenzione delle strade ridotte a tratturi. La politica urbanistica poi, caratterizzata da una aggressione al territorio senza precedenti e ora, da ultimo, il suo piegarsi all’interesse di un sol  gruppo imprenditoriale è il corollario finale del disastro che il decennio del governo Di Milia lascerà in ricordo alla città, insieme ad un paio di gare off shore."  

DIARIO II



Liquidati nel nulla e come se nulla fosse, i due corposi punti del programma che abbiamo ricordato nella prima pagina del diario, anche i programmi che, sembravano, essere andati a buon fine, ritornano al punto di partenza. E’ il caso dell’alberghiera. Risolto un accordo con la amministrazione provinciale in carica nel quinquennio precedente, a quella attuale,con qualche ragione,  quell’ accordo piace meno e poi il progetto, nel frattempo, viene affondato in sede di autorizzazione. Morale, tutto è da rifare e qui Canio deve trovare un nuovo sito per l’opera. Questo è un dramma poiché nella cittadella le aree sono sacre e non si devono toccare, sono anche poche e, dopo molti mesi di lunghi pensamenti, esce la soluzione che più salomonica e più fessa non si poteva.   Per fare un’ opera se ne disfa un’altra esistente e così se ne devono fare due. In tempi di vacche magre la soluzione è lungimirante, tanto che, il nostro Canio riesce a firmare un accordo con la provincia dove per disfare e fare il campo di calcio non c’è un euro. Morale, entro manco un anno, le due opere dovrebbero vedere,contemporaneamente, l'inizio dei lavori, ma di mezzo c’è ancora la questione di un po' di soldi che mancano e sempre fra manco un anno, non ci sarà neppure più l’interlocutore provincia con cui Canio ha firmato l’accordo. Aspettiamo quindi e vedremo, ma visti i precedenti, facciamo scongiuri. La piscina sembrava un successo, un’opera tanto voluta, questa si messa in prima pagina nell’ultimo programma,  che era diventata motivo di scontro elettorale. Ora, da tre estati , c’è un cantiere, prima aperto, poi abbandonato e sconsolante e molti che vedono, ma non sanno, si chiedono cosa sia quello scatolone di cemento abbandonato. Gli stessi elettori, prima sponsorizzatori dell’opera, si pongono qualche interrogativo e chiedono ai loro eletti  che cosa abbiano mai combinato e se era il caso di realizzarla proprio lì. Si dirà che l’impresa è andata a gambe all’aria e Canio non c’entra, si certo, ma intanto aveva, senza averne titolo,  più volte ordinato di sospendere i lavori e così i tempi si sono allungati oltre modo con i rischi che, puntualmente, si sono verificati. Ora aspettiamo e vedremo se, riusciranno, almeno, a riempire d’acqua  questo scatolone di cemento, memoria dell’era Canio.

giovedì 30 agosto 2012

DIARIO


 
Giunti a questo punto del mandato la memoria, magari, fa cilecca e allora sembra bene un bel ripasso, prima che la palla torna al centro ed il gioco, quest’ autunno sia ripreso. Facciamo quindi una rassegna  delle cose oggetto del programma e vediamo come è andata. Intanto c’è da dire che, dopo un po’ di falsi annunci di partenze sempre prossime e imminenti, arrivò la doccia fredda che i soldi erano spariti. Parliamo, ben si intende, di quei 5 milioni che la Regione prima mise e poi se li riprese; morale la Palazzola salta e un pezzo di programma va subito già a fondo ancora prima di partire.  Canio non ha colpe, lui subisce giusto il colpo, ma reagisce ? Questo è il tema e questo anche un po’ il nostro problema. Che fa per rivendicare il buon diritto che la cittadella vanta per quei soldi ? Si sbatte ? Cerca udienza ? Fa anticamera? Cerca  sostegni ? Scive e riscrive, protesta, rilascia interviste, polemizza,  va in TV,  batte i pugni sui tavoli, si incatena, fa lo sciopero della sete, porta ordini del giorno in Consiglio ? Quel che fa non lo si sa e comunque non lo si vede,  ma si sa che di quei soldi, come si dice, non c’è l’ombra. Gabbiola è il pezzo forte, tanto era forte che Canio si inventò le grandi opere come settore riservato alla, esclusiva, competenza del premier. Già erano passati, invano, i primi 5 anni di mandato e tutto lasciava pensare che non altrettanto invano sarebbero passati gli altri 5. Lo ricordiamo, per testimonianza diretta, affermare e assicurare che “comunque la Gabbiola la facciamo “. Era circa la primavera, avanzata, del 2011, adesso è passato anche l’estate del 2012 e dire che nessuno ci crede più è poco, ma sicuro. Ecco che, così, un obiettivo condiviso da tutti, bipartisan insomma, viene progressivamente accantonato e, prudentemente,  rinviato sine die. Quali siano i motivi di questo ripensamento, anzi di questo tradimento, a noi mortali non è dato sapere, certo è che la storia dei “portali”  dove parcheggiare le auto e gli autobus, gli deve aver preso tanto bene la testa  da fargli dimenticare, in fretta, la Gabbiola. Troppo bene aggiungiamo, anche perché  il nuovo obiettivo, con tanto di trenino su rotaie, si sposta così in là nel futuro, cioè nel mai,  che Canio si toglie così ogni problema a realizzarlo. A noi e a tutti  rimane, invece, il problema di dove trovare un posto auto quando per disavventura pensiamo di usarla; rimane la vista di quel pezzo di archeologia ferroviaria in completo disfacimento e sempre la vista dei posti in prima fila sul lungo lago occupati da auto, insomma, una vera città turistica di prim’ordine, da proporsi come modello. Continua



mercoledì 29 agosto 2012

SU IL CAPPELLO



Non può essere che questo il titolo che replica alla polemica innescatasi via web dopo le notizie più recenti su quel porto dato morto. Intanto, non corriamo più di tanto, non è morto, è quasi morto; aspettiamo quindi e  rimandiamo i festeggiamenti ad altra data e poi, se questa è la notizia, ai festeggiamenti minoranza non partecipa, sarà in lutto. Poi c’è la questione  del coraggio che Canio ha dimostrato nel diramar il bollettino sanitario sullo stato del malato terminale. Bel coraggio, la malattia mortale, o quasi, sarebbe , così scrive il bollettino, un “burocratico cavillo” e, mentre sulla natura mortale di questo virus concordiamo, dissentiamo invece e proprio sulla causa del male che ha colpito e non solo da oggi, l’illustre malato. Secondo, invece, la nostra diagnosi, tratta anche dall’ esame, quello insomma inutile, di tante scartoffie, la malattia, peraltro non annoverabile tra quelle rare e sconosciute,  sarebbe comunque complessa, cioè ad eziologie diverse; le une sono insufficienze e prepotenze della politica e le altre, che con le prime si accompagnano e vanno a braccetto, sono le incapacità e le sudditanze tecniche. Queste due cause, quando si incontrano, sono esplosive, fanno disastri, generano una reazione incontrollata che, prima o poi, esplode e i risultati si vedono.  Insomma, ci è toccato assistere, se ce ne fosse stato bisogno,  a questa ennesima sperimentazione e il risultato eccolo qui. Dire adesso che uno, ma certo non il solo, autore di questo esperimento, merita un nobel, forse è eccessivo, più modestamente dovrebbe essere, almeno,rimandato a settembre.  Per amore della verità dobbiamo anche dire che, in maniera estemporanea, richiestoci un veloce consulto sul malato, indicammo l’uso di un farmaco salva vita. Registriamo, però, che quel farmaco non è stato utilizzato e se non possiamo affermare, con certezza, che avrebbe salvato il malato, certo è che avrebbe evitato l’insorgenza dell’ultima complicanza intervenuta, insomma quel maledetto virus chiamato “ burocraticus cavillus” che innestatosi su quel corpo debilitato da anni di inutili e costose cure, rischia ora di mandarlo sotto terra o meglio dire, in questo caso, sott’ acqua. Cure inutili e, specialmente costose, abbiamo detto, e questo è un altro bel problema  ed un altro bel motivo per cui il cappello non ce lo possiamo proprio togliere.
   

martedì 28 agosto 2012

LA CADUTA



Salvo, sempre possibili, miracoli, da qui alla fine sarà tutto poi così, una discesa verso il basso e una conclusione di mandato deprimente. Più il tempo scorre senza uno che è uno, almeno, di successo, non c’è storia, la maggioranza si sfarina, qualcuno prenderà scuse e poi defila, qualcun’ altro, che il coraggio non ce l’ha, starà lì ad attendere la fine; per tutti la consegna del silenzio e poi un rompere le righe e andare tutti a casa. Primo appuntamento sarà questo settembre con l’assemblea chiamata ad un atto obbligatorio che, guarda il caso, porta il nome di : “ verifica dell' attuazione dei programmi”; relatore ufficiale sempre quel dottore, abile lettore, ma solo di testi fabbricati, un po’di numeri, ma quanto a un serio esame dello stato dei programmi, scordiamocelo, questo è poco, ma sicuro. Quanto agli altri, agli oppositori per  mandato, se questa, giusto a medio termine, non è poi l’ occasione che gli spetta, che sta a fare ? A dar salvacondotti ad uno che manco la rispetta ? Ad uno che manco ascolta i suoi “consigli” e fa tutto al rovescio con gli effetti che vedete? Suvvia, tanti l’han capito, siamo stati  tutti presi in giro da chi ha fatto programmi, poi li anche un po’  disfatti, poi invece li ha rifatti, ma quel che è certo è che, alla fine, avrà buttato dieci anni  dentro il cesso. Qui non si gioca al primo della classe tra chi sta in maggioranza e chi sta in minoranza, la posta è ben diversa, è governare; certo col consenso, ma prima con la testa. Elencheranno le sfortune, malediranno sempre il patto, ma questa è la scommessa e l’hanno persa. Non c’è un governo che può vantare la fortuna ed uno la sfortuna, ma c’è quello che è capace e quello che è incapace, quello che ha la testa e quello senza testa. Ritorneremo ancora sul problema, dilungheremo un po’ le cose, ma forse val la pena, per ora, la variante personale è l’eccezione, il resto è quello che vedete, proprio niente .




lunedì 27 agosto 2012

LA VOLPE E L' UVA



Tutti conoscono la favola di Esopo, quella dell’uva e della volpe e non è difficile indovinare, allora, dove pariamo questa volta, perché a sentire qualche commento, un po’ anche trasversale, sembra che qualcuno voglia chiuder l’argomento del porto che non c’è e che, forse, neppure ci sarà, con una frase un po’ lasciata andare senza peso, ma che suona: “chi se ne frega, manco serve”.  Indicato come obiettivo di governo degli ultimi mandati, da nessuno più di tanto contestato, ora che era in vista, ma che rischia di saltare, quella frase suona come a trovar giustificazione di un obiettivo non raggiunto. Che serva o meno serva, di discuterne e decidere crediamo che il tempo ci sia stato, comunque è un fatto che è stata decisione condivisa negli ultimi quattro mandati di governo e, quanto a parlarne; era, ormai, da mezzo secolo. Noi quindi non entriamo in discussione sul merito se serva o meno serva, non ha senso, è fuori tempo e poi lo abbiamo detto in più di un’occasione che il problema semmai è la sua gestione intelligente e non tanto se c’è o se non c’è. Potremmo aggiungere che comunque la struttura è da vedere come parte integrante di una rete di servizi lungo il lago e che la storia dell’expò 2015 ed il suo progetto di canali navigabili aggiungerebbe un nuovo motivo di interesse. Ultima questione, se salta tutto all’aria, vorrei sapere a chi mandare il  conto dei soldi spesi, anzi buttati e non son pochi; si chiama, credo e se non sbaglio, danno erariale, salvo anche per questo dire che tanto  a noi non ce ne frega.   

domenica 26 agosto 2012

RITORNO



Niente di nuovo sotto il sole, questo è ciò che ci vien da dire dopo il ritorno  al quotidiano e infatti siamo, un’altra volta, fermi su quel porto che sembra proprio maledetto, ma questa volta è anche l’ultima occasione e dopo, addio, non se ne parlerà mai più. Canio fa scongiuri, il suo Vice fa anche di peggio, certo è che quei due non devono passarsela tanto bene in attesa di un verdetto che se sarà pollice verso, sarà anche un botto, quasi mortale, alla coppia specialista in serie di disastri infilati e combinati. Fare previsioni forse non è il caso, ma se volete che lo dica, sarei cauto non ho tutte le carte, quelle che ho piegano male. Quella schermaglia poi tra amici, Canio-Cattaneo, è un’altra avvisaglia poco allegra. Canio li chiama “cavilli burocratici”; sono invece un po’ di  soldi, in euro circa 1.500.000,00 che ballano a rispettar la legge o meno. Dite un po’ anche voi se paiono cavilli, a noi paiono sostanza. Dunque se va male, caro Canio, come la mettiamo? Noi ti aspetteremo al varco, a cospetto del Consiglio e lì la prova, per te ed il tuo Vice,  sarà dura. Non ti servirà usare le parole che, abitualmente, usi per dimostrare che sei forte e vai sicuro, lì non ti servirà la prepotenza con cui governi l’assemblea e dai e togli la parola come e quando vuoi, lì dovrai spiegare il come ed il perché e se hai sbagliato confessarlo. Sarà dura per te, non ti verranno le parole, ti seccheranno in gola, suderai come non mai, stringerai e allenterai quel nodo di cravatta cento volte, guarderai il tempo sperando corra in fretta, mentre non passa. Sarà dura dunque caro Canio e noi ti aspettiamo a quella prova senza fretta, preparandoti l’accusa per la massima pena che ti aspetta.


giovedì 2 agosto 2012

CHIUSO PER VIAGGIO





Ora chiudiamo per almeno un venti giorni e ce ne andiamo, ma se facciamo un mezzo rendiconto non torniamo. Chiudiamo allora lasciando le cose come sono e che vedete.
E’ il terzo anno che la vasca per il bagno è solo un bel cantiere, c’era la promessa di, almeno, fare un po’ di pulizia, manco quella.
E’  già il decimo di anno di quel porto che neppure è più un cantiere, è un sito abbandonato. Ora, il raddoppio della spesa ed un contratto che si è mangiato più del doppio del ribasso della gara, son presentati come un risultato del governo. Non si contano più gli anni da cui si parla e si promette intorno alla Gabbiola. Ora mentre cade, pezzo dopo pezzo, tutta a terra, il governo ha perso la memoria. Iniziano, invece, anche a contarsi gli anni da quando sono iniziate e vanno avanti e un po’ anche indietro le varianti. Sono quattro: una, quella elettorale fu subito affondata; la seconda, quella PAI, che a sentirli  era già fatta, è esposto solo adesso il suo progetto; la terza, l’alberghiera, la tiene chiusa in un armadio; la quarta, la Zanetta, è pubblicato proprio adesso, un’altra volta, il solo primo atto. Non c’è altro, la convenzione con il secondo dei Zanetta è rinviata, la finanza di progetto non si vede, con la scusa del patto che non lascia fare nulla, il governo ormai vivacchia, ma alla fine di quest’anno i suoi 5 e oltre milioni il Palazzo li avrà spesi; dove, quando e per che cosa non si sa.
Se andrà poi tutto bene, tornate verso il giorno 25, magari, ci saremo un’altra volta.  
  

mercoledì 1 agosto 2012

DOVERE DI CRONACA



Non è per far le pulci proprio a nessuno e tanto meno insegnare un mestiere che a noi non ci appartiene, ma a leggere la cronaca locale sembra che rilevino molto i chili di pattume per persona, la tariffa agevolata per famiglie e quando sarà poi anche il momento, la sfilata per le miss, pure quelle anche locali. Tutto bene dunque anche se forse era meglio anche sapere come vien fatto il calcolo a chilo per persona, come fa schifo l’area per rifiuti un po’ ingombranti e anche giusto sapere che se fosse vero quanto Canio ha dichiarato circa gli sconti praticati sulla tariffa per famiglia e gli aumenti, invece, per le imprese, il ricorso quegli alberghi l’avrebbero anche vinto, altro che perso. Comunque questo è il panorama informativo, silenzio invece, con eccezioni meritorie, sulle vicende intriganti di Palazzo e sulla cronache delle riunioni anche infuocate che avvengono lì dentro. Grande tabù è quell’accusa che minoranza ha mosso verso Canio; quell’avviso, lanciato ancora in tempo utile, che suona: “ attenti che la variante stralcio prima fase è a rischio di penale”. Perché tanto silenzio, perchè tanto timore di togliere il velo alla notizia ? Perché Canio minaccia ritorsioni, Canio minaccia, anche questa è una notizia, di dissotterrare l’ascia di guerra e di lanciare querele a destra e a manca. Chiunque lo capisce che è solo una cortina di fumo sollevata, spaventa un po’ i bambini, rincuora e rassicura la sua truppa e ferma la notizia che al popolo elettore vien sottratta. Libera stampa in libero Stato quindi verrebbe da dire parafrasando un vecchio detto liberale, ma i tempi non sempre vanno avanti, anzi qualche volta tornano un po’ indietro e allora aspettiamo e presto leggeremo di qualche concorso locale per le miss.