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lunedì 27 agosto 2012

LA VOLPE E L' UVA



Tutti conoscono la favola di Esopo, quella dell’uva e della volpe e non è difficile indovinare, allora, dove pariamo questa volta, perché a sentire qualche commento, un po’ anche trasversale, sembra che qualcuno voglia chiuder l’argomento del porto che non c’è e che, forse, neppure ci sarà, con una frase un po’ lasciata andare senza peso, ma che suona: “chi se ne frega, manco serve”.  Indicato come obiettivo di governo degli ultimi mandati, da nessuno più di tanto contestato, ora che era in vista, ma che rischia di saltare, quella frase suona come a trovar giustificazione di un obiettivo non raggiunto. Che serva o meno serva, di discuterne e decidere crediamo che il tempo ci sia stato, comunque è un fatto che è stata decisione condivisa negli ultimi quattro mandati di governo e, quanto a parlarne; era, ormai, da mezzo secolo. Noi quindi non entriamo in discussione sul merito se serva o meno serva, non ha senso, è fuori tempo e poi lo abbiamo detto in più di un’occasione che il problema semmai è la sua gestione intelligente e non tanto se c’è o se non c’è. Potremmo aggiungere che comunque la struttura è da vedere come parte integrante di una rete di servizi lungo il lago e che la storia dell’expò 2015 ed il suo progetto di canali navigabili aggiungerebbe un nuovo motivo di interesse. Ultima questione, se salta tutto all’aria, vorrei sapere a chi mandare il  conto dei soldi spesi, anzi buttati e non son pochi; si chiama, credo e se non sbaglio, danno erariale, salvo anche per questo dire che tanto  a noi non ce ne frega.   

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