Tutti conoscono la favola di Esopo, quella dell’uva e della volpe
e non è difficile indovinare, allora, dove pariamo questa volta, perché a
sentire qualche commento, un po’ anche trasversale, sembra che qualcuno voglia
chiuder l’argomento del porto che non c’è e che, forse, neppure ci sarà, con una
frase un po’ lasciata andare senza peso, ma che suona: “chi se ne frega, manco
serve”. Indicato come obiettivo di
governo degli ultimi mandati, da nessuno più di tanto contestato, ora che era in
vista, ma che rischia di saltare, quella frase suona come a trovar giustificazione
di un obiettivo non raggiunto. Che serva o meno serva, di discuterne e decidere
crediamo che il tempo ci sia stato, comunque è un fatto che è stata decisione
condivisa negli ultimi quattro mandati di governo e, quanto a parlarne; era, ormai,
da mezzo secolo. Noi quindi non entriamo in discussione sul merito se serva o
meno serva, non ha senso, è fuori tempo e poi lo abbiamo detto in più di un’occasione
che il problema semmai è la sua gestione intelligente e non tanto se c’è o se non c’è.
Potremmo aggiungere che comunque la struttura è da vedere come parte integrante
di una rete di servizi lungo il lago e che la storia dell’expò 2015 ed il suo progetto
di canali navigabili aggiungerebbe un nuovo motivo di interesse. Ultima questione,
se salta tutto all’aria, vorrei sapere a chi mandare il conto dei soldi spesi, anzi buttati e non son
pochi; si chiama, credo e se non sbaglio, danno erariale, salvo anche per
questo dire che tanto a noi non ce ne frega.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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