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mercoledì 29 agosto 2012

SU IL CAPPELLO



Non può essere che questo il titolo che replica alla polemica innescatasi via web dopo le notizie più recenti su quel porto dato morto. Intanto, non corriamo più di tanto, non è morto, è quasi morto; aspettiamo quindi e  rimandiamo i festeggiamenti ad altra data e poi, se questa è la notizia, ai festeggiamenti minoranza non partecipa, sarà in lutto. Poi c’è la questione  del coraggio che Canio ha dimostrato nel diramar il bollettino sanitario sullo stato del malato terminale. Bel coraggio, la malattia mortale, o quasi, sarebbe , così scrive il bollettino, un “burocratico cavillo” e, mentre sulla natura mortale di questo virus concordiamo, dissentiamo invece e proprio sulla causa del male che ha colpito e non solo da oggi, l’illustre malato. Secondo, invece, la nostra diagnosi, tratta anche dall’ esame, quello insomma inutile, di tante scartoffie, la malattia, peraltro non annoverabile tra quelle rare e sconosciute,  sarebbe comunque complessa, cioè ad eziologie diverse; le une sono insufficienze e prepotenze della politica e le altre, che con le prime si accompagnano e vanno a braccetto, sono le incapacità e le sudditanze tecniche. Queste due cause, quando si incontrano, sono esplosive, fanno disastri, generano una reazione incontrollata che, prima o poi, esplode e i risultati si vedono.  Insomma, ci è toccato assistere, se ce ne fosse stato bisogno,  a questa ennesima sperimentazione e il risultato eccolo qui. Dire adesso che uno, ma certo non il solo, autore di questo esperimento, merita un nobel, forse è eccessivo, più modestamente dovrebbe essere, almeno,rimandato a settembre.  Per amore della verità dobbiamo anche dire che, in maniera estemporanea, richiestoci un veloce consulto sul malato, indicammo l’uso di un farmaco salva vita. Registriamo, però, che quel farmaco non è stato utilizzato e se non possiamo affermare, con certezza, che avrebbe salvato il malato, certo è che avrebbe evitato l’insorgenza dell’ultima complicanza intervenuta, insomma quel maledetto virus chiamato “ burocraticus cavillus” che innestatosi su quel corpo debilitato da anni di inutili e costose cure, rischia ora di mandarlo sotto terra o meglio dire, in questo caso, sott’ acqua. Cure inutili e, specialmente costose, abbiamo detto, e questo è un altro bel problema  ed un altro bel motivo per cui il cappello non ce lo possiamo proprio togliere.
   

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