Non può
essere che questo il titolo che replica alla polemica innescatasi via web dopo
le notizie più recenti su quel porto dato morto. Intanto, non corriamo più di
tanto, non è morto, è quasi morto; aspettiamo quindi e rimandiamo i festeggiamenti ad altra data e
poi, se questa è la notizia, ai festeggiamenti minoranza non partecipa, sarà in
lutto. Poi c’è la questione del
coraggio che Canio ha dimostrato nel diramar il bollettino sanitario sullo
stato del malato terminale. Bel coraggio, la malattia mortale, o quasi, sarebbe
, così scrive il bollettino, un “burocratico cavillo” e, mentre sulla natura
mortale di questo virus concordiamo, dissentiamo invece e proprio sulla causa del
male che ha colpito e non solo da oggi, l’illustre malato. Secondo, invece, la
nostra diagnosi, tratta anche dall’ esame, quello insomma inutile, di tante scartoffie, la
malattia, peraltro non annoverabile tra quelle rare e sconosciute, sarebbe comunque complessa, cioè ad eziologie
diverse; le une sono insufficienze e prepotenze della politica e le altre, che con
le prime si accompagnano e vanno a braccetto, sono le incapacità e le
sudditanze tecniche. Queste due cause, quando si incontrano, sono esplosive,
fanno disastri, generano una reazione incontrollata che, prima o poi, esplode e
i risultati si vedono. Insomma, ci è
toccato assistere, se ce ne fosse stato bisogno, a questa ennesima sperimentazione e il
risultato eccolo qui. Dire adesso che uno, ma certo non il solo, autore di
questo esperimento, merita un nobel, forse è eccessivo, più modestamente
dovrebbe essere, almeno,rimandato a
settembre. Per amore della verità dobbiamo
anche dire che, in maniera estemporanea, richiestoci un veloce consulto sul
malato, indicammo l’uso di un farmaco salva vita. Registriamo, però, che quel
farmaco non è stato utilizzato e se non possiamo affermare, con certezza, che
avrebbe salvato il malato, certo è che avrebbe evitato l’insorgenza dell’ultima complicanza
intervenuta, insomma quel maledetto virus chiamato “ burocraticus cavillus” che
innestatosi su quel corpo debilitato da anni di inutili e costose cure, rischia
ora di mandarlo sotto terra o meglio dire, in questo caso, sott’ acqua. Cure
inutili e, specialmente costose, abbiamo detto, e questo è un altro bel
problema ed un altro bel motivo per cui
il cappello non ce lo possiamo proprio togliere.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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