Ora chiudiamo per almeno un venti giorni e ce ne andiamo, ma se
facciamo un mezzo rendiconto non torniamo. Chiudiamo allora lasciando le cose
come sono e che vedete.
E’ il terzo anno che la vasca per il bagno è solo un bel
cantiere, c’era la promessa di, almeno, fare un po’ di pulizia, manco quella.
E’ già il decimo di
anno di quel porto che neppure è più un cantiere, è un sito abbandonato. Ora,
il raddoppio della spesa ed un contratto che si è mangiato più del doppio del
ribasso della gara, son presentati come un risultato del governo. Non si contano più gli anni da cui si parla e si promette intorno
alla Gabbiola. Ora mentre cade, pezzo dopo pezzo, tutta a terra, il governo ha
perso la memoria. Iniziano, invece, anche a contarsi gli anni da quando sono
iniziate e vanno avanti e un po’ anche indietro le varianti. Sono quattro: una,
quella elettorale fu subito affondata; la seconda, quella PAI, che a sentirli era già fatta, è esposto solo adesso il suo
progetto; la terza, l’alberghiera, la tiene chiusa in un armadio; la quarta, la
Zanetta, è pubblicato proprio adesso, un’altra volta, il solo primo atto. Non c’è altro, la convenzione con il secondo dei Zanetta è rinviata,
la finanza di progetto non si vede, con la scusa del patto che non lascia fare
nulla, il governo ormai vivacchia, ma alla fine di quest’anno i suoi 5 e oltre milioni
il Palazzo li avrà spesi; dove, quando e per che cosa non si sa.
Se andrà poi tutto bene, tornate verso il giorno 25, magari,
ci saremo un’altra volta.
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