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mercoledì 31 maggio 2017

POST SCRIPTUM


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La cronaca di ieri aveva un buco, mancava l'interpello su quel porto. Di atti, di richieste, di interpelli e di mozioni, la storia di sto porto è tanto piena che occupa gli annali del Palazzo e quando nel tremila33 gli storici locali andranno alla ricerca delle fonti magari scopriranno tutto quanto non hanno voluto scoprire sino ad oggi. Comunque, tornando alla serata la domanda formulata era perché mai i lavori sono fermi da sei mesi, quando mai riprenderanno e quanto alla fine costeranno. Risponde il Borgomastro; è l'uomo più adeguato. Ha seguito per lustri e lustri la vicenda, ne conosce vita miracoli e misteri, chi altri meglio di lui potrebbe dar risposta alle domande ? Nessuno e infatti risponde assicurando che il dragaggio è finalmente autorizzato. Non basta però fare il dragaggio, bisogna trovare dove mettere gli 8000 cubi da togliere dai fondali. Per ora, la soluzione è metterli nel luogo dove dovrebbe farsi l'alberghiera. Per farlo però manca l'autorizzazione del Paesaggio che, a detta di Bottini, deciderà entro l'estate. Arriverà dunque l'autunno e allora si saprà pure il prezzo finale da pagare, ma certo quest'anno il porto non finisce. Nessuna parola invece sullo stato in cui versa l'impresa. Il fare previsioni è dunque impossibile; affidarsi alla Sibilla e ai suoi responsi è l'unica cosa che rimane.

lunedì 29 maggio 2017

CRONACA


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E mentre il caldo dell'estate sembra ormai che si avvicini, all'ora vesperina si riunisce il gran consesso che regola la vita cittadina. Non sono molti i punti all'ordine del giorno e il clima non incita alla guerra, ma piuttosto all'armistizio. Le parti sono schierate a ranghi interi, il Borgomastro è allegro e dunque si incomincia con la solita modifica dei conti di bilancio. Ci sono soldi in più di quelli già previsti e dunque li si spendono o meglio si mettono per spenderli a bilancio. E' però una spesa assai modesta, destinata a villa Palazzola, che accende l'attenzione su quest'altra vecchia tegola che incombe da anni sulla testa. Racconta dunque il Borgomastro dei tentativi che pure ha messo in campo per convincere l'Ente regionale a metterci una parte dei soldi che vi ha tolto. Or parla di circa due milioni che sembra che la Region possa cacciare e di un bando esplorativo che pur verrà tentato per sondare chi sia mai disposto a metterci anche gli altri. Insomma, almeno par or tramontata l'idea di chiudere l'Ente Fondazione e di farne pagare il conto, assai salato, al povero Comune senza un ghello. Finita la questione dei soldi e delle spese che è meglio che leggiate sul testo che andrà in albo se non nell'anno in corso in quello successivo, si passa più nel vivo correggendo un'altra nuova volta il piano delle opere; di nuovo si cancella e si rinvia, a data non prevista, un pezzo del porto da rifare e la somma si accantona per smaltire le terre da dragar dentro nel porto. Finita questa parte si regola con atto un nuovo contributo che, sulla scorta di una legge dell'epoca di Renzi, desidera che paghino qualcosa coloro che ricevono un incremento di valore di beni che sono stati oggetto di una variante ad hoc o di un permesso in deroga. Su questo son tutti d'accordo e dopo aver tutti ascoltato i tentativi di spiegazione del nostro Borgomastro lo votano e l'approvano. E subito si passa ad applicarlo, nel caso di variante che ha chiesto la SIAV srl per destinare alla piscina fronte lago i cubi che residuano dal tetto del la Palma. Per ora si cambia l'utilizzo dell'area demaniale che diventa pertinenza alberghiera, poi dopo si vedrà che cosa saranno capaci a chiedergli anche del cambio; la scorsa volta nulla. Rimaniamo ancor dentro sto tema; sta volta si corregge il permesso che, in deroga di legge, consente di far dell'ex albergo Garden residenze. Si cambia, si corregge e si applica sto nuovo tributo. Ancora due argomenti; col primo si stringe un accordo con quelli delle tasse per andare a scovare gli evasori. Al tempo del regno di tal Canio sta roba scatenò l'ira e il ribrezzo del primo cittadino, ora invece l'approva senza un ma o un se l'intero consesso che era per tre quarti già lo stesso. Da ultimo un'altra delle solite invenzioni con le quali si pensa che tutti saremmo assai più ricchi: "la zona economica speciale". L'approvan pure questa, illudendosi e alzando le mani come una resa. Finiti gli argomenti si passa agli interpelli del gruppo che fa capo a Marcella Severino e che pure, sta volta, sembran belli. Il primo è una questione di tariffe di sosta per autobus, toccate, ritoccate e poi truccate, insomma sembrerebbe un pasticcio senza fine entro cui la Giunta e il Borgomastro hann fatto e disfatto e comunque hanno malfatto. Morale, alla fine, anche il Borgomastro ammette il gran pasticcio e promette di rifarle. Secondo interpello riguarda la vasca per il bagno o meglio la garanzia che sempre il Comune ci mette a fronte del mutuo accesso dal gestore per far le spese. Non piace che sta garanzia si faccia anche perché il gestor non paga, né la prima rata, né la seconda rata e così via. La garanzia si da è la risposta che la delegata alle finanze dice, anche perché non è che è nuova, ma si rinnova e quanto al resto, al fatto che non paga, a presto seguirà ingiunzione a che poi paghi. Da ultimo, il contratto in corso in quello che fu l'ex vivaio Alpinia. E' lunga la serie di impegni che furon sottoscritti da chi volle il contratto, ma poco o quasi nulla sembra che sia fatto dopo che 4 anni sono ormai passati e solo due ne mancano alla fine. Legge una nota scritta il Professore, sfuma come suo solito le cose, le sfiora, quasi le accarezza, è lieve, è mite, è quasi un immortale.

venerdì 26 maggio 2017

ANTEPRIMA



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Varato dunque il ponticello, con tanto di servizio in video e foto del noto Cronista cittadino, sull'impetuoso rio del Roddo nella metà circa del tempo del noto Golden Gate, per ora siamo a posto e scordiamoci dell'altro nell'anno ora già in corso. Ma si inaugura la settimana ora in arrivo col nuovo consesso convocato. Sarà dunque occasione per ascoltare, in viva voce dal nostro Borgomastro, notizie sull'altro eterno gran mistero che è il porto delle nebbie, così come pure sull'altra opera andata un poco storta che è la vasca per il bagno al lido di Carciano, così come pure su un altro contratto che par non sia un affare che è quello del compendio su all''Alpino. Insomma come assai spesso le cose non van proprio diritte; se nascono diritte si stortano al più presto, se nascono già storte rimangono poi storte sino in fondo.  Una regola ormai regna sovrana; la regola è il fare tanti errori, non far le cose giuste, infilar quelle sbagliate; in questo c'è da dire che quelli del Palazzo sono bravi. In aula va pure un'altra perla, si tratta di fare una variante a nome della SIAV srl che sposta un po' di cubi dal corpo dell'albergo alla piscina. Non sfugge neppur questa alla regola ormai scritta che occorre sbagliare quasi sempre. Infatti concedettero di fare i primi cubi violando, apertamente, una regola che pure era  scritta per quel caso. Peraltro era evidente che violando quella regola qualcuno guadagnava e altri poi perdeva, ma perdendo pantalone a nessuno gli importava. Vedremo se ora rimediano l'errore, ma sapendo in anteprima la risposta, già qui posso scriver che no. In aula arriva pure un'altra questione che sin qui venne ignorata. Una regola un po' astratta impone a chi beneficia di varianti scritte ad hoc o di permessi dati in deroga, di versare una somma quale prezzo del vantaggio ricevuto. Non so se qualcuno sino ad oggi l'ha schivata; lo vedremo. Per ora non aggiungo più nulla in anteprima, rinviando quanto al resto alla cronaca  completa dopo il consesso.                     

martedì 23 maggio 2017

APPELLO

CITTA’ DI STRESA 
23 Maggio 2017 
Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.
 I L BORGOMASTRO
Visti l’art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l’articolo 13 dello Statuto Comunale;
 D I S P ON E 
di convocare il CONSIGLIO COMUNALE  In sessione straordinaria – seduta di 1° convocazione per il giorno Lunedì 29 MAGGIO 2017 – ore 18.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno lunedì 29 maggio 2017 – ore 19.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono Per deliberare il seguente 
O R D I N E D E L G I O R N O 
1. Esame ed approvazione prima variazione al bilancio di previsione 2017-2019. 
2. Variazione Programma Triennale OO.PP. 2017/2019 ed elenco annuale 2017.
3. Approvazione “Criteri per la determinazione del contributo straordinario (ex lettera d-ter, comma 4, art. 16 del d.p.r. 380/2001e smi) relativo al maggior valore generato da interventi su aree e immobili in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione d’uso - deliberazione della giunta regionale 29 febbraio 2016 n. 22-2974”. 
4. Approvazione “variante semplificata ai sensi del comma 4° art. 17/bis ex l.r. 56/77 e smi - soc. S.I.A.V. foglio 15 mappale 1”
5. Integrazione allo schema di convenzione approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 7 del 13 marzo 2015 avente all’oggetto “l. 122/2011 – “prime disposizioni urgenti per l’economia” – Autorizzazione al rilascio del permesso a costruire in deroga per intervento di ristrutturazione ai soli fini residenziali dell’immobile denominato Villa Garden (foglio 37 mapp. 39 – 144). 2 
6. Attività di collaborazione con l’ Agenzia delle Entrate – Contrasto all’ evasione. Approvazione convenzione.
7. Esame ed approvazione Ordine del Giorno “Zona economica speciale per il V.C.O.”.
 8. Gruppo consiliare Progetto Comune – Interrogazione “Marcia avanti e retromarcia!” in merito a tariffe aree di sosta.
9. Gruppo consiliare Progetto Comune – Interrogazione “Piscina…. Questa fidejussione non s’ha da fare” 
10. Gruppo consiliare Progetto Comune – Interrogazione “Stato di fermo in cui si trova il porto” 
11. Gruppo consiliare Progetto Comune – Interrogazione “Assegnazione in concessione in affitto del compendio Vivaio Alpinia” 
IL BORGOMASTRO In originale firmato: (Giuseppe Bottini)

lunedì 22 maggio 2017

CARO BORGOMASTRO TI SCRIVO


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Caro Borgomastro, un grande silenzio sembra essere piombato sulle vicende cittadine. Dopo la matura dipartita del tuo predecessore, quel tal Canio che elargiva, ad ogni minima occasione infinite lezioni di saggezza, tanto da apparire un novello Confucio, ci manca moltissimo. Il silenzio sembra pure dominare i "lavori" dell'assemblea cittadina non più monopolizzata dal quinquennale duello che aveva visto due soli contendenti, l'uno sempre quel tal Canio e l'altro lo scrivente. Quel duello è sostituito ora da qualche sciabolata tra te e il Comandante, sempre meno per vero, e dal politically correct che sembra invece contrassegnare i tuoi rapporti con l'altra ala dello schieramento "avverso", molto, ma molto messo tra due virgole. Come vedi, caro Borgomastro, il quadro è un po' desolante, la dialettica scema o manca del tutto, il confronto è assente; certo ti capisco, misurarti da parte tua con l'oratoria di Canio può sembrare dura, ma ti voglio tranquillizzare, in fondo era una retorica vuota, sempre autoreferenziale, impegnata a scansare la verità più che a raccontarla e poi... sempre le stesse cose, una narrazione ripetuta all'infinito per non dire niente, no... preferisco il tuo linguaggio, pieno di errori certo, ma sei in miglioramento, in progress come si dice. Rimane il fatto però che tutto è desolantemente piatto; è come se il Palazzo non ci fosse, è come se non fosse stato eletto nessuno, né di maggioranza, né tanto meno di minoranza, e questo è ancora più grave. Rimane soltanto un Borgomastro a sbrigarsela come può dentro le mura, mai trasparenti del Palazzo. Hai visto come in questo silenzio persino le minoranze cerchino di blandirti , come offrono i loro buoni uffici, la loro disponibilità a darti una mano... Non dovrebbe proprio essere questo il loro mestiere, ma se una mano la volessero dare non dovrebbero neppure chiederti il permesso, hanno tanto di quello spazio da utilizzare, soltanto lo volessero. Ma che vuoi che ti dica... la mitica inesistente stanza dei bottoni sembra ancora attirare e far gola; lascia stare, che facciano il loro mestiere che è ora, ma se lo faranno ascoltale, non fare come il tuo noto predecessore e qui mi freno a non scrivere come la penso. Poi devi pure guardarti da nemici interni, quelli che pubblicamente si genuflettono e in privato... E' sempre il tuo predecessore che rompe le scatole, sognando di tornare a far danni per un altro paio di quinquenni. Per ora si curi la zampa azzoppata e non rompa. Detto tutto questo non pensare che, alla fine, io ti assolva. Sei troppo vecchio del mestiere e anche se gli attrezzi si sono arrugginiti un po', sei sempre un gran conta balle, magari simpatico, ma da cui bisogna guardarsi, sempre.               

venerdì 19 maggio 2017

LA PASSERELLA DEL BORGOMASTRO


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La storia a volte ci lascia testimonianze interessanti, leggendo le quali scopriamo che il mondo cammina anche a rovescio. Una di queste testimonianze è il ponte di Traiano, l'imperatore che nel secondo secolo d.c. fece raggiungere da Roma la sua massima espansione territoriale. A leggere le caratteristiche di quel ponte e la velocità di realizzazione, anche quello di Messina rischia di non fare una grande figura, figuriamoci il nostro ponticello, che più giusto sarebbe chiamare passerella e che dovrebbe collegare le due sponde di quel torrentello dal nome minaccioso e che per buona parte dell'anno sta in secca. Forse fra qualche giorno, dopo tre Pasque di attese potremo vederlo, ammirarlo mi sembra troppo; inaugureremo dunque la passerella che mi par giusto dedicare al nostro Borgomastro che contro tutto e tutti avrà l'onore di tagliare il nastro di inaugurazione, sperando che non crolli alla prima piena.

Il Ponte di Traiano (romeno: Podul lui Traian; serbo: Трајанов мост, Trajanov Most) o Ponte di Apollodoro sul Danubio era un ponte romano fortificato, costruito negli anni dal 103 al 105, il primo mai posto in opera sul basso corso del Danubio. Per più di mille anni fu il più lungo ponte ad arcate mai costruito al mondo, sia in termini di lunghezza totale che di larghezza delle sue campate.
Fu opera dell'architetto Apollodoro di Damasco, che lo realizzò nel corso della campagna bellica che portò Traiano alla conquista della Dacia.




Ricostruzione ipotetica del ponte



Il ponte era posto a est delle Porte di Ferro, presso le attuali città di Dobreta (in Romania) e Kladovo (in Serbia). La sua costruzione fu ordinata dall'imperatore Traiano per fornire una via di rifornimento per le legioni romane impegnate nella campagna dacica. Questa le descrizione che ne fa Cassio Dione Cocceiano:
« [...] ci sono altre opere per le quali [Traiano] si distinse, ma questa le sorpassò tutte. Il ponte poggia su 20 pilastri in pietra quadrangolare di 150 piedi di altezza escluse le fondamente e di 60 di larghezza. Questi [piloni] sono distanti 170 piedi l'uno dall'altro e sono collegati da archi. » 
(Cassio Dione, Storia romana, LXVIII, 13.1-2.) 
La struttura era lunga 1.135 metri, in un punto in cui il Danubio è largo 800 metri: l'altezza sul pelo dell'acqua raggiungeva i 19 metri; la larghezza del passaggio era di 15 metri. Con la sua posa in opera veniva di fatto cancellato il confine naturale che il corso del fiume stabiliva tra la Mesia e la Dacia.
A ciascuna delle estremità, intorno ai due ingressi, era posto un castrum,[1] di modo che l'attraversamento del ponte fosse possibile solo passando attraverso le fortificazioni.
Il suo ingegnere, Apollodoro di Damasco, usò probabilmente[2] archi in legno poggiati su venti piloni in muratura di mattoni, malta e pozzolana alti circa 45 metri e distanziati tra loro di 38 metri.[3] Nel piccolo museo archeologico di Turnu Severin è presente un bellissimo modello scala 1:100 del ponte (in un locale lungo più di dodici metri).

mercoledì 17 maggio 2017

CONVEGNO PALAZZOLA



Per chi avesse voglia di dargli una lettura riportiamo il testo integrale dell'intervento introduttivo al convegno tenuto dal Presidente della sezione di Italia Nostra VCO.

Italia Nostra ha voluto dedicare la prima giornata nazionale ai beni comuni di proprietà pubblica che, seppur sottoposti a provvedimenti di tutela, versano in abbandono e degrado.
Ad ogni sezione locale il compito quindi di individuare un bene che nel proprio ambito presentasse quelle caratteristiche, con la speranza che la giornata ad esso dedicata possa riaccendere i riflettori sullo stato in cui versa e sulle prospettive del suo recupero e della sua valorizzazione.
Le Sezioni delle Province di Verbania e di Novara, accomunate da una problematica comune che è quella di Villa La Palazzola qui a Stresa e di Villa Cavallini a Lesa, hanno congiuntamente creduto di anticipare la giornata di domani con questo pomeriggio di incontro e di dibattito sul tema che vede al centro i parchi e le ville storiche, realtà che hanno costituto un insediamento di pregio sulle coste dei grandi laghi, improntandone il paesaggio, tanto da farle diventare un elemento caratterizzante e qualificante del territorio.
La ricchezza del passato sembra però essere un problema per l'oggi; le mutate abitudini nella fruizione del tempo libero, il ridursi o l'estinguersi della grandi famiglie proprietarie, le spinte economiche diversamente orientate, il frazionamento delle proprietà stesse o all'opposto la loro concentrazione in poche mani, tutto ciò ha modificato il quadro di un passato che definirei dal paesaggio perfetto e aperto un presente dove una parte di quel passato appare o modificato, non sempre coerentemente, o già scomparso o abbandonato in attesa di una prospettiva che il più delle volte non è quella del recupero.
La linea d'ombra del presente che separa il passato glorioso dal futuro incerto, troppe o molte volte è segnata quindi dall'abbandono, un abbandono a volte incolpevole, ma a volte imputabile alla volontà, o alla necessità, proprietaria. Gli esempi non mancano.
Ma c'è di più; insieme alla decadenza dei beni si accompagna forse un cambio culturale. Più il degrado e l'abbandono avanzano, più si allarga una coscienza diffusa che percepisce il degrado come causa e non come effetto. Si innesca insomma un processo che rischia di vedere i cittadini passare da difensori dei beni comuni a primi accusatori di un sistema di tutela raffigurato come responsabile del grado di incuria raggiunto. Il sistema di tutela viene allora indicato come il freno, l'ostacolo che si frappone alla "valorizzazione" economica di quei beni, anzi alla crescita economica tout court, il nemico da abbattere.
E' la perdita di riconoscimento del valore identitario cui il paesaggio storico assolveva. Coloro che hanno ereditato soltanto "ruderi", non ne riconoscono più il valore e si innesca un' azione collettiva politicamente sostenuta, specie a livello locale, destinata a rimuovere quei beni dalla propria identità, arrivando a chiederne la mutazione, anzi la distruzione, rinforzandosi le tendenze "eversive" rispetto al sistema dei valori dei beni culturali e di paesaggio ancorché costituzionalmente protetti.
Si salda così il degrado materiale con la mutazione culturale; il primo avvia la seconda, la seconda, una volta innescata, rompe l'argine che poteva frenare il primo. A questo punto i valori identitari sono persi e il processo di trasformazione irreversibile dei beni comuni può aver luogo senza alcun ostacolo, anzi sostenuto attivamente dalla "volontà popolare".
In questa panoramica, così brevemente descritta, ci si chiede quale sia il ruolo che i soggetti pubblici, diversamente competenti, debbano o possano svolgere.
Al di là della diffusa narrazione ufficiale o meglio governativa che ci ricorda i punti di eccellenza, i gioielli di famiglia che sono ritornati a splendere, vi è una realtà più diffusa, magari minore, ma non per questo meno meritevole, che soffre, sia per mancanza di progetto, sia per mancanza di risorse, sia per volontà diversamente orientate.
Di questa realtà, una parte è nella mani della proprietà pubblica, un'altra, pur vincolata, è in mani private e qui si innesca un paradosso.
Le proprietà pubbliche non dovrebbero soffrire per remore o incertezze circa la destinazione e il futuro dei beni in loro possesso; se ben indirizzati, specie entro una economia del turismo, rappresentano un valore aggiunto, un carattere identitario dei luoghi tanto che hanno contribuito a farne la fortuna economica.
Tuttavia quand'anche esista una progettualità, le risorse finanziarie pubbliche, troppo scarse, frenano recupero e valorizzazione.
Dall'altro lato, quello delle proprietà private, ancorché tutelate, si oppongono incertezze, freni inibitori, particolarmente efficaci in un contesto locale, a che una pianificazione coerente con il sistema dei vincoli ne disegni un futuro possibile o l'unico futuro possibile e auspicabile, ossia un recupero dello splendore perso, entro un ventaglio di possibili usi funzionali, vuoi di residenza tradizionale, vuoi di ricettività turistica di charm, vuoi quali contenitori di altre funzioni, comunque coerenti.
La partita è ancora aperta su tutto il fronte, quello delle risorse pubbliche che mancano e ne parleremo anche dopo,e quello di una pianificazione coerente che ancora stenta moltissimo o addirittura cammina in senso opposto.
In questo contesto i beni comuni più esposti ne stanno facendo le spese, degradando comunque per volontà cosciente o per carenze di risorse e nel degrado attuale, il pericolo reale è l'avanzata, inesorabile, di quella mutazione culturale di cui ho fatto cenno e che rischia di cancellare identità e memoria, cambiando inesorabilmente il corso della storia e del paesaggio.

lunedì 15 maggio 2017

DEGRADO

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Si archivia dunque sta due giorni che ha visto al centro la "nostra" Palazzola, con tanto di foto di degrado, di piani di recupero illusori e di convegno sul tema a noi pur caro. Sarà servito a niente, sarà servito a poco noi questo non sappiamo, ma certo che il letargo che oggi regna è ora e passa l'ora che si svegli. La solfa che i soldi non ci stanno la sappiamo, ma compito dei "saggi" che stanno ora al governo nel nostro Palazzotto e in quello Regionale è proprio di cercarli e di trovarli. Se per colpa, lentezza o distrazione od altra qualche causa, i soldi che pur c'erano son ora ormai scomparsi, è loro che debbano svegliarsi e andarli a ritrovare; son loro che li hanno persi, son loro che tocca ritrovarli, questo è certo, non vale cercare le scusanti, non ci sono. Su questo ha pur anche promesso il nostro Borgomastro dicendosi sicuro di non deluder mai. Comunque non tocca che aspettare e poi vedere. Intanto, dal fronte del disastro, la lunga sequenza del degrado che sfila davanti al milione di persone che ogni anno gli passano li avanti, arriva la notizia che la Siav ci sembra che abbia battuto un nuovo colpo. Ritira il progetto del mostro a cinque stelle che ancora sta in Regione; rinuncia, almeno pare, a farsi bocciare sto progetto, con grande sollievo di tutti i funzionari regionali che vengono sgravati dal fare questo sgarbo. Si inizia dunque ancora un nuovo capitolo della saga, la lunga soap opera che anima la vita della Perla da ormai quasi due lustri. La nuova puntata, da quanto ora sappiamo, avrà come scena un tavolo rotondo. Intorno a sto tavolo imbandito siederanno un po' tutti i soggetti che sono interessati a quel progetto, con l'intento di uscire dallo stallo e dando la misura di quanto si può fare e quanto non si può. A sto tavolo imbandito ci sarà pure un convitato che manco è l'invitato. E' Canio, sì, sì. Si teme che lo soglia di quello che sarà possibile pur fare vada a finir sotto la misura di quella che fu l'asta dei cubi inventata dall'Alcade . Ma se questo sarà il caso non credo che la Siav si farà tanto di scrupolo a chiedere e volere che la somma di €. 420.770,00 già versata, le venga rimborsata.

giovedì 11 maggio 2017

GIORNATA NAZIONALE DEI BENI COMUNI : STRESA-LESA



ITALIA NOSTRA ONLUS

SEZIONI PROVINCIALI DI NOVARA E DEL VERBANO CUSIO OSSOLA
GIORNATA NAZIONALE DEI BENI COMUNI
VILLA LA PALAZZOLA-STRESA ( VB) 
VILLA CAVALLINI -LESA- (NO)












13 maggio ore 17
Villa Ducale Stresa c.so Umberto 15
Convegno pubblico
Partecipano: Italia Nostra Novara - Verbania -
Renata Lodari paesaggista curatrice dell'atlante dei giardini del Piemonte - Il paesaggio delle ville del lago Maggiore quale futuro?

14 maggio villa Cavallini- visita guidata-
14 maggio Parco di Villa Palazzola - mostra fotografica sullo stato della villa ed esposizione del progetto di recupero 




Con il patrocinio della

martedì 9 maggio 2017

NUOVA PROPOSTA




20 20 si fa viva un'altra volta e invia questa lettera a Fiera Milano Congressi. E' un primo sondaggio, nulla di più, un cercare di muovere le acque stagnanti, un indicare una possibile via di uscita da uno stallo che non fa bene a nessuno, neppure alla stessa Fiera Milano Congressi. Di più, si cerca di dar forma ad un progetto nuovo di turismo invernale inedito e accattivante. Riusciranno i nostri eroi in questa impresa impossibile ? A questa domanda non esiste ancora risposta, ma il primo nemico da battere è lo scetticismo e la rassegnazione. Il resto viene dopo. 


Spett. Fiera Milano Congressi
Convention Center 
Piazzale Europa, 3 
28838 Stresa VB 
infostresa@fieramilanocongressi.it

p.c.

Sig. Sindaco della Città di Stresa 
P.za Matteotti, 4 
28838 Stresa VB
protocollo@cert.comunestresa.it 


Stresa, 6 maggio 2017


Oggetto: concessione di gestione del Centro Congressi Stresa. Manifestazione d’interesse per eventi espositivi. Nuova stagione turistica: Stresa d'inverno. 


L'Associazione culturale che presiedo ha individuato tra i propri obiettivi quello di promuovere un nuovo e alternativo modello di turismo locale che veda al proprio centro il periodo stagionale compreso tra i mesi di novembre e febbraio. 
Un periodo dell'anno solitamente ritenuto "morto" per il turismo e che invece potrebbe costituire un'alternativa, per certi aspetti accattivante, all'offerta turistica tradizionale, capace di generare numeri importanti o comunque interessanti rispetto all'usuale e - a nostro avviso superata e rassegnata - narrazione che vuole la stagione invernale turisticamente perdente.
Un turismo, concentrato nelle festività e nei fine settimana, che dovrebbe essere attivato da un'offerta culturale che vedrebbe i suoi punti di forza e di attrazione nell’apertura al pubblico dei giardini delle Isole in veste invernata e nella organizzazione di un unico evento - o più eventi - capaci di coprire l'intero periodo stagionale, dedicati a ospitare grandi mostre d'arte di assicurato richiamo.
L'organizzazione, intorno a questi eventi, di un sistema di servizi quali: l’ospitalità in bed and breakfast, in strutture alberghiere minori, in appartamenti privati (oggi circa 200 sul mercato cittadino); la garanzia di apertura di pubblici esercizi di bar e ristorazione nella città e sulle isole; un potenziato servizio pubblico di linea lacuale e crocieristico verso le isole stesse e non solo, nonché l'offerta di alcune serate dedicate a spettacoli teatrali o musicali, tutto ciò costituirebbe un mix che, supportato da un'adeguata campagna promozionale, darebbe luogo a un'offerta turistica alternativa capace di richiamare, nelle circa 40 giornate che coprono il periodo dei quattro mesi in questione, un numero di visitatori tale da assicurare un ritorno economico interessante e che comunque potrebbe garantire la sostenibilità del progetto. La proposta di porre uno o più grandi eventi espostivi al centro del progetto viene mediata dai tanti esempi che città d’arte, ma non solo, offrono proprio in periodi di bassa stagionalità turistica e i numeri che si riscontrano vanno dall’ ordine di diverse decine di migliaia ad alcune centinaia di migliaia di visitatori per singolo evento. 
Sotto questo profilo non sembra dunque che la proposta possa presentare elementi di azzardo o di rischio; al contrario vi è un mercato ormai consolidato costituito dal pubblico di simili ricorrenti eventi. 
La possibilità di unire manifestazioni di questo tipo con l’offerta di un breve soggiorno in una cornice ambientale stagionalmente insolita, ma proprio per ciò accattivante e alternativa rispetto al modello usuale e forse abusato, i sempre più ricorrenti lunghi periodi invernali di clima mite e secco, la capacità di essere comunque attrattivi rispetto al mercato turistico dei paesi del Nord Europa, fortemente penalizzati dalla loro climatologia ma velocemente connessi a quelli del Sud, sono tutte opportunità che l’Associazione ha valutato, concludendo circa l’interesse che dovrebbe suscitare una proposta di tale contenuto. 
Codesta Società è concessionaria del Centro congressi di Stresa.
E' noto che la tradizionale attività congressuale ha conosciuto in questi ultimi anni una fortissima contrazione, vuoi per la concorrenza interna sviluppata dall’offerta alberghiera integrata locale, vuoi per effetto della crisi economica e industriale. 
In questo quadro il contenitore del Palacongressi ha progressivamente perso la sua funzione di motore turistico della città; i forti investimenti pubblici che sono stati fatti negli scorsi anni hanno, purtroppo, poi coinciso con l’inizio di una crisi mai risolta, sicché oggi la struttura costituisce una diseconomia nell’ambito delle infrastrutture cittadine.
La presente contiene perciò una proposta per il rilancio del Palacongressi quale contenitore di eventi espositivi nell’ambito di un più esteso modello di nuovo turismo culturale entro un’offerta stagionale alternativa.
Si desidera pertanto sondare l’interesse di codesta Società a poter essere parte, diretta o indiretta, in un progetto come quello fin qui sommariamente descritto.
Se ne venissero colti l’interesse e l’opportunità, dovrebbe probabilmente seguire una rinegoziazione dei rapporti contrattuali in atto con la proprietà, il Comune di Stresa, ma non pensiamo che ciò possa costituire un problema. D’altra parte, nelle attuali condizioni di mercato, l’onere concessorio annualmente versato ci sembra costituisca un debito senza adeguati ritorni a favore del concessionario e crediamo che la ricerca di una soluzione sia un tentativo doveroso da perseguire. 

Confidando in un'attenta Vostra valutazione della presente, attendo di conoscere una Vostra risposta in merito al progetto testé descritto e alla disponibilità di un incontro per fissare delle azioni concrete.

Cordiali saluti.

Il Presidente dell’Associazione Stresa 20 20
Ing. Alberto Vallanzasca 


sabato 6 maggio 2017

L'ESORCISTA


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Impossibile è crederci, ma comunque è tutto vero: la Paolo Beltrami SPA, che tutti sanno è l'impresa che fa il porto, è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo sin dallo scorso marzo. Nulla, come sempre, trapela dal Palazzo che quanto a trasparenza è un vero e proprio palazzo di vetro, tanto trasparente che manco si vede. La notizia complica di certo la conclusione dei lavori che, intanto, sono fermi da almeno cinque mesi e pone un bel punto interrogativo sulla data di loro conclusione. Stupisce che manco la Stampa ci abbia sino ad oggi informati e che siamo noi a dover informare la Stampa; pazienza, facciamocene una ragione, tanto la notizia non ce l'avrebbero pagata manco gliela avessimo passata in anteprima. Comunque, tornando alle nostre disgrazie, questo concordato, il cui esito nessuno sa oggi quale sarà domani, preludio di fallimento o di risanamento aziendale, si aggiunge alle mai risolte questioni sulle modalità di smaltimento dei materiali da dragare dal bacino di quello che , magari un giorno lontano che i nostri figli potranno vedere, diventerà il porto turistico della Perla; per ora continua ad essere un buco nell'acqua, peraltro molto costoso. Un ennesima tegola che cade sulla testa che, se prima cadevano su quella dell'Alcade, ora cadono su quella del Borgomastro. Siamo rassicurati però, entrambi la testa l'hanno dura e non si fanno mai male; chi si fa male è l'immagine appannata della Perla, sempre alle prese con sventure e sfighe. Un intervento esorcistico forse potrebbe essere utile per allontanare il maligno che sembra accanirsi, sempre che i vari governanti di turno si prestino ad esserne sottoposti, con grande sollievo di noi tutti. 
1/2017 PAOLO BELTRAMI SPA
DETTAGLIO PROCEDURA



Ragione sociale: 

Paolo Beltrami Spa 


Indirizzo: 

Via IV Novembre 72 - 26024 - Paderno Ponchielli (CR) 


Codice fiscale: 

00128240199 


Partita Iva: 

00128240199 


Tipo di procedura: 

Concordato con riserva 


Dichiarata il: 

20/03/2017 


Numero: 

1/2017 


PEC della procedura: 

cp1.2017cremona@pecconcordati.it 


Giudice Delegato: 

Grasselli Stefania 


Tribunale: 

Cremona 


Commissario: 



Commissario Giudiziale: 

mercoledì 3 maggio 2017

SENSO ANTIORARIO


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La cronaca è l'ultimo dei posts che abbiamo qui già scritto; se merita un commento non lo so, comunque se c'era un qualche dubbio, ormai è più chiaro che è difficile che il Palazzo pur si muova. Gli cambi anche l'Alcade, gli metti un Borgomastro, ci metti una Zarina o anche un Comandante, non credo che la macchina si muova più di tanto. E' ferma ed imballata, se cambi qualche pezzo magari anche ci provi, magari dà pure qualche colpo, ma dopo pochi giri si ferma e siamo a capo. Mi sembra l'Alitalia, è tutta complicata, si muove su se stessa e farla decollare c'è il rischio che poi cada. E' un tarlo permanente, sta roba d'ante guerra, non pubblican manco gli atti, una cosa di un secondo; eppure non lo fanno, gli passa dalla mente. In questa condizione se manco chi li guida non abbia la patente, si rischia di schiantare ancor prima di forse incominciare. Lo provano le cose che invece di poi farle, gli tocca anche rifarle. Il tempo corre indietro, va in senso ante l'orario la pendola in Palazzo; gli esempi pur si sprecano, son tutti ora già noti: l'imposta sullo sbarco la mettono, la tolgono e quando non lo sanno sospendono poi tutto; il porto dello scandalo era finito lo scorso fine anno e infatti da quel giorno è tutto quanto fermo; il ponte sul rio Roddo, di rara ingegneria, un 'opera divina, si dice sia sbagliato e tornato in officina; lo scalo a Stresa centro, pagato fior di euro, son più di dieci anni, è fermo tutto quanto da ostacoli infiniti che mette navi laghi; la scuola, l'alberghiera, sappiamo che magari finirà pure in galera e intanto per cambiare qualcuno già lo pensa di fare un'altra causa per riprendersi la sede di ancora l'alberghiera; la vasca per il bagno andava già rifatta, l'accordo prevedeva che fosse già finita, ma manco è incominciata; di Villa Palazzola, la cosa più sensata che pensano in Palazzo è quella di riprendersela al costo quasi folle, di sole imposte e tasse, di oltre in euro mezzo milione; poi quella Gabbiola ora torna in gran silenzio, non svela il Borgomastro che cosa tutt' attorno vi combina. Insomma, come sempre, la ruota del governo la gira alla rovescia, oppure manco gira. Se perdi una puntata poco male, se torni la rivedi un'altra volta e magari un'altra ancora.