Finito l’intervallo vi postiamo la cronaca
veloce di quel Consiglio del 30 mese scorso, come poi sempre, non finito.
Inizia un po’ in ritardo, maggioranza scalda i banchi ed assicura così quei numeri
senza i quali il conto d’esercizio non si approva. I numeri, per vero, poi si sprecano e per un ora e venti primi li
legge e li rilegge il buon Dottore. Finisce esausto e,
forse, soddisfatto, comunque il
silenzio lo accompagna dei tanti prodi Consiglieri che reggono sui banchi sempre svegli. Un obiettivo, peraltro, lo
raggiunge, tirare in là nel tempo il gran Consiglio così che non rimanga il tempo utile a finirlo. Cessato lo Iacono intervento, Canio benedice soddisfatto quel bilancio dove le
spese, orrore, scendono e le entrate, evviva, ancora un poco, salgono. La minoranza, questa volta si divide: il
gruppo Lega spara sulle spese e il gruppo Insieme sulle entrate. La lista degli
sprechi è lunga e vasta e la riassume, un poco, Matteo detto Diverio; pesano
quei 108 mila euro per mantenere un anno questi eletti, quei 31 mila, sempre in
euro, passati a far chiamate col telefono, quei più che 50 mila a lustrar
sempre da cima e poi dal fondo il Palazzotto, quei circa 80 mila, ancora, per
le varianti contro legge, quei 22 mila per la posta, quei 79 mila in premi per
le polizze e così via. Sul fronte entrante Piervalle porta in aula i dati dell’archivio
IMU sulle case. Quando li legge , capisce che stupisce, ma sono dati usciti dal
Palazzo non certo li ha inventati e, allora, quelle due cifre fanno un po’
riflettere: 5 sole le abitazioni signorili e 99 sono le ville. Qui c’è un
obiettivo, qui c’è un tesoro da scoprire e scoperchiare, dice, qui si deve
lavorare. Canio è antifiscale, lo sappiamo, ancora pesa quel comizio che,
tempo, fa, tenne in aula contro lo Stato
e qui riprende coi soliti argomenti un po’ retrivi, per cui spetta alla Stato fare da gendarme e non al
Sindaco. Son tutte balle, Canio lo sa, ma non si converte, così qualcuno paga
il giusto, qualcuno più del giusto, qualcuno meno ed altri, soltanto, un po' l’ingiusto. Chiude gli interventi il
Professore e ci ricorda che, quanto alle spese per la casta, lui era ed è
contrario, ma, con evidenza, è sempre stato inascoltato. Si va al voto: minoranza
se ne astiene e maggioranza, da sola, se lo approva. L’altro argomento va veloce: è un
ordine del giorno che vien dalla Provincia perché un taglio non si abbatta
sulle indennità dei frontalieri disoccupati: il voto è unanime. L’orologio, come previsto, segna ormai le mezza e 23. Il programma
di Canio procede, dunque, secondo
previsione e , a questo punto, ordina ai suoi di sciogliere le righe. E’
un primo battibecco per questo invito,
peraltro, in massa, subito eseguito; Canio non si permetta di indurre all’evasione, Lui semmai ricordi ai
suoi che sono eletti per stare dentro il Consiglio e non fuori dall’aula.
Pazienza, si va avanti su quest’unico interpello che la serata, ormai, solo
permette e che non vogliono ascoltare. Minoranza sostiene infatti che se nella
risposta ad interpello è stato detto d’altro, esso non è evaso , mentre c’è sto
buon diritto ad ottenere una risposta pertinente. Ci prova, allora, il Professore
che prende il punto 5 e legge la risposta. La risposta è in stile Professore,
Canio ci gira, invece, sempre intorno, minaccia persino, poverino, di mettere
mano alle regole e alle norme per tagliare i diritti di chi già è, soltanto, minoranza.
Comunque è chiaro che gli brucia dare una risposta perché dovrebbe dire: si,
sono fallito. Allora, mentre il sipario della serata ormai si chiude, risuona
in aula quell’accusa di quei 108 mila di euro che, senza alcun merito, finiscono
ogni anno dentro le tasche di questo governo senza qualità e senza alcuna altezza.