Inizia che è già l'ora di cena e affronta subito il primo di argomento; è un atto più formale che non altro, si tratta di affidare, per un anno, la riscossione di quanto si paga di mondezza all'Ente consorziato che già vi ha provveduto nel passato. Si sfrutta l'occasione per chiedere notizie intorno all'argomento e poi si passa al voto così che, subito dopo, Canio espone l'intenzione di opporsi a che le poste non chiudano l'ufficio di Carciano. Su questo ha già raccolto un pacco di firme e controfirme e ora chiede un voto di sostegno anche al Consiglio che, unanime, si associa e lo concede. Sin qui questa seduta è parsa anche tranquilla, sin troppo si direbbe, ma andiamo avanti. Nell'ordine del giorno ora viene infatti una mozione prodotta dai gruppi associati in minoranza. L'argomento che tratta la mozione sono le ultime vicende del porto in costruzione. Si tratta dei soldi aggiuntivi, mica pochi, di cui l'impresa ne ha già fatto la richiesta. La cifra va oltre un altro di milione per cui, alla fine, il costo totale crescerebbe sino ad arrivare a circa otto milioni. Insieme alla mozione s'illustra pure l'interpello che chiede notizie circostanziate intorno alla vicende. Son cose che dir che son complesse è un po' giustificare il male quando accade; nella realtà dei fatti sono anche più semplici di quanto apparirebbero o che qualcuno volesse anche apparissero. Canio, si leva ora in piedi, il gesto, è ben noto e preannuncia sempre il peggio, incespica da subito e sembra che rispondere non sappia; così ci gira attorno, fa un mezzo accenno per "metterla in politica ", dove cerca il suo salvacondotto, poi scatta l'agguato che aveva preordinato e subdolo e anche peggio, insinua in capo all'avversario che, nell'occasione, è stato relator dell'interpello, le solite menzogne di cui ne va sempre più fiero. La provocazione ahimè, a lui riesce così che colui che è stato provocato gli risponde. Ne nasce ora un tumulto dove a dar man forte a Canio c'è il solito ultimo arrivato, che solo ad ascoltarlo sarebbe da espulsione; segue uno scontro da diretta tra un Canio e Vecchi, mentre si svuota l'aula e Canio ne ordina la fine anticipata. Non c'è risposta dunque alle domande, Canio ha ottenuto lo scopo preordinato e tutto il resto è rimandato.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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mercoledì 18 febbraio 2015
AGGUATO IN AULA
Inizia che è già l'ora di cena e affronta subito il primo di argomento; è un atto più formale che non altro, si tratta di affidare, per un anno, la riscossione di quanto si paga di mondezza all'Ente consorziato che già vi ha provveduto nel passato. Si sfrutta l'occasione per chiedere notizie intorno all'argomento e poi si passa al voto così che, subito dopo, Canio espone l'intenzione di opporsi a che le poste non chiudano l'ufficio di Carciano. Su questo ha già raccolto un pacco di firme e controfirme e ora chiede un voto di sostegno anche al Consiglio che, unanime, si associa e lo concede. Sin qui questa seduta è parsa anche tranquilla, sin troppo si direbbe, ma andiamo avanti. Nell'ordine del giorno ora viene infatti una mozione prodotta dai gruppi associati in minoranza. L'argomento che tratta la mozione sono le ultime vicende del porto in costruzione. Si tratta dei soldi aggiuntivi, mica pochi, di cui l'impresa ne ha già fatto la richiesta. La cifra va oltre un altro di milione per cui, alla fine, il costo totale crescerebbe sino ad arrivare a circa otto milioni. Insieme alla mozione s'illustra pure l'interpello che chiede notizie circostanziate intorno alla vicende. Son cose che dir che son complesse è un po' giustificare il male quando accade; nella realtà dei fatti sono anche più semplici di quanto apparirebbero o che qualcuno volesse anche apparissero. Canio, si leva ora in piedi, il gesto, è ben noto e preannuncia sempre il peggio, incespica da subito e sembra che rispondere non sappia; così ci gira attorno, fa un mezzo accenno per "metterla in politica ", dove cerca il suo salvacondotto, poi scatta l'agguato che aveva preordinato e subdolo e anche peggio, insinua in capo all'avversario che, nell'occasione, è stato relator dell'interpello, le solite menzogne di cui ne va sempre più fiero. La provocazione ahimè, a lui riesce così che colui che è stato provocato gli risponde. Ne nasce ora un tumulto dove a dar man forte a Canio c'è il solito ultimo arrivato, che solo ad ascoltarlo sarebbe da espulsione; segue uno scontro da diretta tra un Canio e Vecchi, mentre si svuota l'aula e Canio ne ordina la fine anticipata. Non c'è risposta dunque alle domande, Canio ha ottenuto lo scopo preordinato e tutto il resto è rimandato.
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