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venerdì 8 maggio 2015

FINE












Ordunque, a dispetto della favola narrata, anche l'ultimo incontro di Consiglio è stato un esempio di arroganza per schiacciar la minoranza. Che bisogno poi ci fosse per dimostrar tanta potenza, a me che c'ero e che qui scrivo, for'anche poi mi sfugge, comunque così è andata e così, per sempre, poi ricorderemo di aver avuto un Sindaco arrogante e prepotente. Un Sindaco "per tutti", pian piano è diventato soltanto per qualcuno e alla fine è pure di nessuno. Addio dunque per Canio e senza alcun rimpianto; lui che neppur l'onore ha reso all'avversario che con lealtà e destrezza lo fronteggiò sui banchi negli ultimi cinqu'anni. L'ultima volta dunque, complice la truppa, ha abbandonato il campo da codardo. C'eran sul tavolo, da mesi, due e tre questioni assai scottanti, tipo la vasca per il bagno, tipo quei soldi regalati a chi progettò quel porto finito nel cestino, tipo i rapporti interni con quell'ufficio tecnico, da tempo, nel mirino. Diritto pieno, dunque, ad ottener risposta alle domande poste, diritto pieno e garantito da legge e dal diritto. Lui, l'uomo di legge, di quel diritto, invece, ne ha fatto oggetto soltanto di un inganno. Mise gli oggetti in ordini del giorno reiterati e sempre rinviati. La prima volta inscenò una sceneggiata e chiuse la seduta, la seconda arrivato che fu intorno alle 21, disse che era arrivata l'ora della cena; la terza volta, sta volta erano soltanto le ore 20 e trenta primi, ma s' inventò un'altra nuova scusa; la quarta, recente, ultima volta, fece alzar dai banchi la sua truppa, tolse il numero legale e sciolse la seduta. Governando così come Bokassa, si è assicurato nel tempo un monumento che ne ricorderà, per sempre, le gesta e la memoria. Ora si dice che è uscito dalla scena e in effetti sembrava di essere sul palco di un teatro.

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