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venerdì 28 giugno 2013

CONSIGLIO ATTO SECONDO FINE


Finiti gli interpelli si va avanti sul resto che è nel sacco. La maggioranza ha poco, la storia della crisi tra Canio e il suo Vice è già risolta, ci sono gli incarichi da dare all’esterno, uno son soldi solo un po’ buttati, 3.700,00 euro per fare un anno e mezzo il direttore responsabile del giornaletto che esce dal Palazzo, così come fatto serve a poco o quasi niente, gli altri son 15.000,00 per colmare il buco di gestione creato dopo che chi sappiamo è stato licenziato. C’è poi d’ approvare una proposta per aderire a un protocollo con l’Ente di gestione delle aree protette della valle del Ticino e quelle anche del Lago. Canio si distingue e sottoscrive ste robe che sono forse interessanti, ma, sono parole scritte in protocollo, non nascono vincoli o norme di carattere urbanistico e giuridico, quindi fa l’ambientalista mentre prepara lui le norme che invece fan la festa alla galassia ambientalista. Comunque lo approviamo e poi vediamo. Rimane ora soltanto, anzi nell’ordine era prima ed approviamo, modifiche ed aggiunte a convenzione, già da tempo in atto, con il Con Ser Vco. Servono a sistemare un poco e meglio quell’area di stoccaggio dei rifiuti che già facemmo oggetto di interpello. I soldi non son pochi e già ci sono, ma i tempi stanno ormai passando e sono spesi un po’ assai troppo a rilento. Bene e qui finisce Maggioranza e la roba che aveva nel suo sacco, ora rimane il tempo per parlar della “ Zanetta”. Vecchi pone, da subito, la solita questione, ossia se Canio è intenzionato a lasciare ai proponenti il tempo necessario ad illustrarla o, invece, vuol rispettare dei tempi inadeguati. Canio tenta dapprima di fare resistenza, poi Piervalle gli dice che forse non è il caso di governar questo Consiglio come fosse un dittatore, ma di lasciar ai proponenti lo stesso tempo e spazio che il regolamento assegna quando a proporre sono quelli del  governo. Allora si convince o meglio cede e così inizia un’ora e mezza buona  di una quasi maratona. Tocca a Casaroli fare la prova del suo primo vero esordio in Assemblea e Lui legge e scandisce le 12 cartelle di cui si compone la  proposta che cassa la “ Zanetta”. Si prende dunque tutto il tempo che ci vuole senza l’assillo e il fiato in collo che Canio è suo solito anche fare. Finita la prova in mezzoretta, Canio ci invita a intervenire. Qui occorre chiarire ed illustrare cos' era successo nel tempo tra quello in cui il Consiglio è stato indetto e la serata che era in corso. Di uno ne facemmo già l’oggetto di un nostro post dell’altro giorno. Il Segretario Generale cassava dunque con un parere tecnico e legale, non certo la “ Zanetta “, ma proprio la proposta di cassare la “ Zanetta” , noi quindi  fedeli a quel che, in questi casi, ci dice  il testo della legge, consegnammo in mattinata  al protocollo le ulteriori e nuove aggiunte  motivazioni  per confermare il nostro testo e la volontà che andasse al voto. Così quando terminata è stata la lettura di proposta, lo ricordiamo in aula perché quel testo aggiunto vada messo insieme a quello principale. Nessuna obiezione solleva il Presidente, nessuna obiezione solleva il Segretario. L’altra novità, datata 20/06, ci arriva in file di posta tre ore prima dell’inizio del Consiglio. E’ il solito Pafundi, l’Avvocato cui Canio è ormai abbonato, che su commissione, ha steso un bel parere intorno alla proposta che cassa la “ Zanetta”. Il parere è lungo e articolato, si vede che è anche servito al Generale per stender, un mese prima poi ci viene detto, quello suo, comunque contiene anche affermazioni interessanti. Ne cito una, quella che dice che, a suo giudizio, i vincoli permangono tutti quanti, proprio quello che sosteniamo noi e Canio e il Generale proprio no. Poi però Pafundi, probabilmente un po’ distratto o non bene informato, si perde per la strada  e arriva a conclusioni assai sballate. Finita qui questa parentesi, riprendiamo la cronaca lasciata. Orbene Piervallle,  che per l’occasione aveva risparmiato un po’ le forze, va via per circa primi 15 e secondi 00 e, senza una traccia e senza un rigo scritto, mette Maggioranza alla berlina, tirando fuori  tutto quanto cozza non solo con diritto ed il giudizio, ma addirittura con logica e ragione. Insomma in sintesi gli dice che, per causa di ossessione, sono usciti tutti dal melone. Qualcuno poi del pubblico fa anche un applauso di polemica, comunque così ha detto ed è proprio soddisfatto. Non manca poi l’invito caldo a maggioranza di votare, tutta in massa, contro la proposta in Minoranza, così si caricano una colpa che non sarà facile da togliersi quando da quel giudice a Berlino poi tutto finirà. Vecchi interviene a conclusione con una sintesi ed un commento della vicenda intera intorno alla “ Zanetta”, ne esce un Canio senza gloria e senza alcuna lode, uno che accoglie i desideri della SIAV, mentre la Stresa affonda nei suoi soliti problemi cui nessuno ne da la soluzione. La previsione  in fondo e che questa vicenda sarà poi portata e  forse  decisa sui tavoli dei giudici. Rinuncia Galli a fare l’intervento,  Canio  si alza in piedi, inizia la prova forse di un sermone. Inizia male, fa riferimenti personali, falsa i fatti e poi ripete dieci volte di voler sapere chi a noi ha dato le carte in mano del vincolo del 1924. E’ stato il postino Presidente gli dice Piervalle, non ci crede ? Comunque finisce che si stufa perché dice che è impedito di continuare nel sermone, poi ancora un' ultima polemica sulla questione, questa si che è nuova, dei motivi aggiunti che ci siamo permessi a voler fare e sull’onda di questa questione un po’ tecnica legale, chiude e ordina il voto: minoranze approvano, gli altri votano in massa tutti quanti contro.

 

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