A proposito di notizie rincorse sulla stampa
vedi “la Prealpina” di giovedì 13 giugno e poi riprese sui blog anche locali,
il Capo Gruppo Insieme, G.B. Vecchi, ha reso una sua precisazione che, giusto per
dovere di corretta informazione, riprendiamo e divulghiamo.
“Voglio precisare meglio la questione albergone o variante Zanetta a
proposito della quale sembra venga attribuita al mio gruppo un affievolimento
della posizione di contrasto ove si mantenessero indici e parametri vigenti nel
2006. Non è così, si è parlato delle norme vigenti nel 2006 perché a quella
data risale il finanziamento pubblico concesso alla SIAV e mai utilizzato e,
quindi, si è dimostrata la inesistente connessione tra necessità di variate ed
utilizzo di quel finanziamento.
La norma di allora comunque prevedeva la possibilità di edificare 20.000 mc., oltre, eventualmente, ma non è così automatico, il riutilizzo delle volumetrie esistenti che sommano circa 10/11.000 cubi. A quella data non vi erano vincoli prescrittivi, non erano state messe sotto tutela le due ville, non era stata messa sotto tutela indiretta l’area intera; questi vincoli sono intervenuti tra il 2008 e il 2010. Non vi era neppure la prescrizione del Piano paesaggistico regionale che è datata 2009, quella della legge del 1924 per intenderci. Nel 2009 il Consiglio assegnò all’area altri 3.500 mc., quelli parzialmente assegnati con l’asta illegittima che, invece, era di totali 13.500. Poi la storia prosegue con la variante alberghiera e quella stralcio per potergli attribuire altri 10.000 mc., un 10% in più di area coperta, un piano in più e tutta una lunga serie di concessioni.
La norma di allora comunque prevedeva la possibilità di edificare 20.000 mc., oltre, eventualmente, ma non è così automatico, il riutilizzo delle volumetrie esistenti che sommano circa 10/11.000 cubi. A quella data non vi erano vincoli prescrittivi, non erano state messe sotto tutela le due ville, non era stata messa sotto tutela indiretta l’area intera; questi vincoli sono intervenuti tra il 2008 e il 2010. Non vi era neppure la prescrizione del Piano paesaggistico regionale che è datata 2009, quella della legge del 1924 per intenderci. Nel 2009 il Consiglio assegnò all’area altri 3.500 mc., quelli parzialmente assegnati con l’asta illegittima che, invece, era di totali 13.500. Poi la storia prosegue con la variante alberghiera e quella stralcio per potergli attribuire altri 10.000 mc., un 10% in più di area coperta, un piano in più e tutta una lunga serie di concessioni.
Ma adesso bisogna fare i conti con il quadro vincolistico che, nel
frattempo, è stato posto e ci sono due ostacoli forti: l’inedificabilità di
circa 1.900 mq. del lotto per effetto del piano regionale del paesaggio e che
bisogna ricordarlo valgono in termini di capacità edificatoria, la metà
dell’incremento volumetrico previsto in variante, valgono cioè mc. 5000 e poi
c’è il decreto di tutela indiretta che, per espressa disposizione di legge, non
per un nostro capriccio o per una contrapposizione sterile e da salotto, ma per
legge lo ripeto, obbliga ad adeguare il piano regolatore ad esso e non al
contrario come, invece, si sta facendo.
Ricordo che uno solo di quei precetti contenuti in questo decreto di tutela
indiretta, obbliga le nuove, eventuali, costruzioni a rispettare la scala
edilizia di ciascuno dei due edifici vincolati, la cui consistenza è di circa
2000/2500 mc. l’uno. Come si vede ci sono motivi da vendere per continuare,
senza cedimenti, in questa contrapposizione che unisce motivi di salvaguardia
ambientale e quindi di conservazione e miglioramento
della qualità dell’offerta turistica legata alla caratterizzazione del
paesaggio storicamente trasformato e tramandato, con quelli di un rispetto
di norme di legge prescrittive, oggi pericolosamente
insidiate.
Alla fine l’albergo
si farà, se lo vorranno fare, ma solamente se sarà rispettoso di questi due
requisiti, altrimenti la storia andrà avanti e qualcuno, alla fine, pagherà.”
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