Ne facemmo un cenno nel raccontar la cronaca
dell’Assemblea dell’ultimo di aprile, quando dicemmo di avere a nostre mani un
documento che dimostrava la motivazione usata a giustificare lo stralcio per “
Zanetta “ essere una balla. Oggi quel documento lo postiamo, esso è risultato di una
ricerca durata un po’ di mesi, ma che, alla fine, ci ha premiati. Comunque
facciamo un po’ mente locale: sta scritto nella richiesta fatta a Canio, a
inizio d’anno 2000 e 12 dalla SIAV, che c’era un’ urgenza per non perdere
quattrini, che occorreva edificare il mostro entro il mese di luglio del 2000 e
14, pena la perdita dei soldi pubblici ottenuti e quindi necessitava accelerare
la variante. I soldi è vero c’erano, ci sono e non son pochi, girano intorno
ai 5 milioni d’euro circa e un po’ di più, ma furono assegnati non certo ieri
mattina, ma nell’anno lontano ormai 2000 e 6. La prima scadenza di utilizzo era,
per vero, l’anno 2000 e ormai 10, poi venne prorogata ed ora è, appunto, quel
luglio 2000 e 14 cui si riverisce la SIAV dello Zanetta. Questa ragione addotta
dalla SIAV venne subito presa per buona da Canio e la sua squadra, anzi magari
da Canio stessa fu anche discussa e suggerita ed ecco che comparve, negli atti
formali di Palazzo, quale motivazione principale per giustificar, non tanto la
variante, ma il suo stralcio, cioè il percorso per la SIAV privilegiato. Ognuno
si prende ormai la responsabilità di quel che dice e scrive, ma il documento
che postiamo, che è una perizia pur giurata e che l’Istituto di credito
delegato alla gestione per conto del Ministero dell’Economia ci ha trasmesso,
prova senza ombra ormai di dubbio alcuno, che il finanziamento che venne
ottenuto riguardava un progetto di un albergo che era conforme alle regole
urbanistiche di allora ( anno domini 2006) e che la consistenza dell’albergo era di mq. 10.600, il che,
tradotti in metri cubi equivalenti, era di circa in metri cubi 32.000. Non li
hanno usati allora i soldi per far quel che potevano, lasciarono, invece,
passare la scadenza dell’anno 2010, ottennero una proroga e ora vogliono lo
stralcio se no perdono i soldi. I soldi, se li perdono, li perdono per causa
tutta loro, perché quando i tempi permettevano e i vincoli non c’erano e bastava
edificare, non gli bastavano i cubi che già avevano e riposta la fiducia, unici
al mondo, in un tal Canio, volevano che a tutti i costi lievitassero a circa 14.000
cubi più di prima. Questa è la storia vera dello stralcio, questa è la storia
vera che fa un po’ anche di giustizia intorno a quelle accuse che sempre Canio
ci ha buttato di volere la rovina economica della terra dove impera, ma basta
aspettare ed il tempo, galantuomo, ci da poi la verità.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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