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martedì 11 giugno 2013

PRO VERITATE

Ne facemmo un cenno nel raccontar la cronaca dell’Assemblea dell’ultimo di aprile, quando dicemmo di avere a nostre mani un documento che dimostrava la motivazione usata a giustificare lo stralcio per “ Zanetta “ essere una balla. Oggi quel documento lo postiamo, esso è risultato di una ricerca durata un po’ di mesi, ma che, alla fine, ci ha premiati. Comunque facciamo un po’ mente locale: sta scritto nella richiesta fatta a Canio, a inizio d’anno 2000 e 12 dalla SIAV, che c’era un’ urgenza per non perdere quattrini, che occorreva edificare il mostro entro il mese di luglio del 2000 e 14, pena la perdita dei soldi pubblici ottenuti e quindi necessitava accelerare la variante. I soldi è vero c’erano, ci sono e non son pochi, girano intorno ai 5 milioni d’euro circa e un po’ di più, ma furono assegnati non certo ieri mattina, ma nell’anno lontano ormai 2000 e 6. La prima scadenza di utilizzo era, per vero, l’anno 2000 e ormai 10, poi venne prorogata ed ora è, appunto, quel luglio 2000 e 14 cui si riverisce la SIAV dello Zanetta. Questa ragione addotta dalla SIAV venne subito presa per buona da Canio e la sua squadra, anzi magari da Canio stessa fu anche discussa e suggerita ed ecco che comparve, negli atti formali di Palazzo, quale motivazione principale per giustificar, non tanto la variante, ma il suo stralcio, cioè il percorso per la SIAV privilegiato. Ognuno si prende ormai la responsabilità di quel che dice e scrive, ma il documento che postiamo, che è una perizia pur giurata e che l’Istituto di credito delegato alla gestione per conto del Ministero dell’Economia ci ha trasmesso, prova senza ombra ormai di dubbio alcuno, che il finanziamento che venne ottenuto riguardava un progetto di un albergo che era conforme alle regole urbanistiche di allora ( anno domini 2006) e che la consistenza  dell’albergo era di mq. 10.600, il che, tradotti in metri cubi equivalenti, era di circa in metri cubi 32.000. Non li hanno usati allora i soldi per far quel che potevano, lasciarono, invece, passare la scadenza dell’anno 2010, ottennero una proroga e ora vogliono lo stralcio se no perdono i soldi. I soldi, se li perdono, li perdono per causa tutta loro, perché quando i tempi permettevano e i vincoli non c’erano e bastava edificare, non gli bastavano i cubi che già avevano e riposta la fiducia, unici al mondo, in un tal Canio, volevano che a tutti i costi lievitassero a circa 14.000 cubi più di prima. Questa è la storia vera dello stralcio, questa è la storia vera che fa un po’ anche di giustizia intorno a quelle accuse che sempre Canio ci ha buttato di volere la rovina economica della terra dove impera, ma basta aspettare ed il tempo, galantuomo, ci da  poi la verità.

 

 

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