Senza infamia e senza lode dunque, così l'abbiamo già chiamato quel rendiconto dell'anno che, ormai, ora si è chiuso. Delle indennità pagate ai governanti e manco subito rimborsate abbiamo già parlato, per ora quindi avanza e basta, poi ci sono le spese legali, quelle che non bastano mai e che, da un po' di tempo in qua sembra che producano più guai che benefici. 121 mila 404 euro sono gli euro pagati a tale scopo nell'anno che è trascorso. 75 mila 800 sono i nuovi euro che sempre nell'anno che è trascorso Canio e il suo governo ha impegnato per fronteggiare e difendere il Palazzo dal contenzioso che lo minaccia. Tutti questi bei soldi, nostri naturalmente, che cosa hanno prodotto pure lo sappiamo; qualche successo e molti insuccessi, alcuni dei quali clamorosi. Tot capita, tot sententiae si dirà; può darsi, ma quando gli esiti negativi ricorrono con troppa frequenza qualche dubbio è lecito, anzi doveroso porselo, tanto più che mai come ora nel governo siede una maggioranza di componenti togati. Dunque al contenzioso si va perché si è chiamati in causa e quindi occorre difendere gli interessi dell'Ente che si governa o che si dovrebbe governare, almeno così dovrebbe essere. Dunque al contenzioso si va perché si cita in causa un qualcuno che minaccia sempre gli interessi dell'Ente. Insomma nell'un caso e nell'altro se questi interessi esistono e la minaccia è reale, l'esito della causa dovrebbe essere scontato, invece non lo è, anzi. Anzi, troppe volte i giudici hanno detto giusto il contrario, cioé che non era l'Ente minacciato, ma che l'Ente era quello minaccioso e i minacciati erano gli altri. Con buona pace del governo dei togati, dunque, i giudici ci dicono, con una certa insistenza, che gli uomini che ci governano sono ingiusti; non curano i veri interessi dell'Ente, non lo difendano dalle minacce, provocano atti che minacciano altri e così via. Il tutto però, con qualche positiva eccezione, è costato 121 mila 404 euro solo nell'anno che si è chiuso. Senza infamia e senza lode dunque abbiamo scritto, ma almeno in questo caso, una punizione ci sta tutta e può darsi che, prima o poi arrivi.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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venerdì 9 maggio 2014
TOT CAPITA TOT SENTENTIAE
Senza infamia e senza lode dunque, così l'abbiamo già chiamato quel rendiconto dell'anno che, ormai, ora si è chiuso. Delle indennità pagate ai governanti e manco subito rimborsate abbiamo già parlato, per ora quindi avanza e basta, poi ci sono le spese legali, quelle che non bastano mai e che, da un po' di tempo in qua sembra che producano più guai che benefici. 121 mila 404 euro sono gli euro pagati a tale scopo nell'anno che è trascorso. 75 mila 800 sono i nuovi euro che sempre nell'anno che è trascorso Canio e il suo governo ha impegnato per fronteggiare e difendere il Palazzo dal contenzioso che lo minaccia. Tutti questi bei soldi, nostri naturalmente, che cosa hanno prodotto pure lo sappiamo; qualche successo e molti insuccessi, alcuni dei quali clamorosi. Tot capita, tot sententiae si dirà; può darsi, ma quando gli esiti negativi ricorrono con troppa frequenza qualche dubbio è lecito, anzi doveroso porselo, tanto più che mai come ora nel governo siede una maggioranza di componenti togati. Dunque al contenzioso si va perché si è chiamati in causa e quindi occorre difendere gli interessi dell'Ente che si governa o che si dovrebbe governare, almeno così dovrebbe essere. Dunque al contenzioso si va perché si cita in causa un qualcuno che minaccia sempre gli interessi dell'Ente. Insomma nell'un caso e nell'altro se questi interessi esistono e la minaccia è reale, l'esito della causa dovrebbe essere scontato, invece non lo è, anzi. Anzi, troppe volte i giudici hanno detto giusto il contrario, cioé che non era l'Ente minacciato, ma che l'Ente era quello minaccioso e i minacciati erano gli altri. Con buona pace del governo dei togati, dunque, i giudici ci dicono, con una certa insistenza, che gli uomini che ci governano sono ingiusti; non curano i veri interessi dell'Ente, non lo difendano dalle minacce, provocano atti che minacciano altri e così via. Il tutto però, con qualche positiva eccezione, è costato 121 mila 404 euro solo nell'anno che si è chiuso. Senza infamia e senza lode dunque abbiamo scritto, ma almeno in questo caso, una punizione ci sta tutta e può darsi che, prima o poi arrivi.
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