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giovedì 28 luglio 2016

FALLIMENTI NASCOSTI





Interessante l'interpello che nell'ultimo consesso è stato presentato riguardo il compendio ex vivaio in zona Alpino. Interessante pure è stata la risposta che ha dato il Borgomastro, assente per ferie il delegato. Ordunque, ma la cosa era già nota, si prospetta o meglio ormai si accerta il fallimento del contratto cui tanto si era speso, occorre ricordarlo, il Borgomastro quando vestiva ancora le vesti di Vice delegato. Per chi non lo sapesse, chiuso che fu dalla Regione il vivaio di piante forestali, il sito coi terreni e tutti gli altri beni ritornò in capo al proprietario, nel caso il nostro bel Palazzo. Su quanto poi che fare si accese dentro il governo una bella discussione da cui ne uscì sconfitto l'allora super consigliere detto Scarinzi e, invece, ebbe la meglio l'attuale Borgomastro. Ne uscì dunque una gara dove non pare vi fosser concorrenti oltre che il solo vincitore. Oggetto del contratto era dunque la conduzion di detto fondo che, a leggere le carte e le promesse, sarebbe risorto a nuova vita, una sorta di eden incantato dove tra impianti di piante officinali, ortaggi, cespugli di frutti di bosco e allevamenti in acqua di gamberi e altre specie, avrebbe prodotto chissà qualche che pil, garantendo al conduttore benessere e ricchezza e assicurando al proprietario il rifiorir di un sito diversamente abbandonato. Clausole poi, severe e draconiane, le parti firmarono per garantir nei fatti che i patti fossero osservati e rispettati. Ordunque ora un po' d'anni già sono trascorsi, da tempo le voci correvano per nulla assicuranti e adesso, leggendo l'interpello, sembra di capir che sia un disastro. Legge dunque in aula il Borgomastro la relazione che all'interpello da risposta. Legge però non tanto un documento, firmato da un tecnico che sia terzo e che attesti lo stato delle cose, ma legge le scuse e i motivi che, a detta della parte contraente, hanno causato lo stato lamentato. Non importa, già questo ci basta, la lista è un elenco assai impietoso di un completo fallimento: il terreno non era buono da coltivo, le piante officinali sono morte, il tunnel per gli attrezzi crollato per la neve, gli ortaggi sono l'orto familiare e quanto ad allevare gamberi ed altre specie manca l'acqua. Ce n'é dunque anche un poco da sorridere; si tace, è naturale, di tutte le piante di faggio ormai tagliate, le uniche che erano forse da lasciare, ma questo è lo stato del disastro combinato e da almeno due anni anche celato.                 

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