Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

martedì 31 maggio 2011

Il fatto non è reato
Questa è la formula con la quale, in data odierna, il giudice per le indagini preliminari, ha mandato a casa e in piena libertà il capogruppo di superminoranza, accusato da Canio di aver certificato l’autenticità di 17 firme di elettori senza essere  presente. Era stato infatti Canio che, non pago di vittoria, aveva pensato di impossessarsi anche delle spoglie  di noi vinti quale bottino della guerra appena vinta, anzi stravinta. Aveva svolto le sue indagini come fosse il procuratore dello Stato e non soltanto l’Alcalde della nostra cittadella e, appena terminate, preso dal sacro fuoco di giustizia, si era cimentato a stendere e firmare l’atto di accusa. Terminato, lo aveva imbustato, chiuso e sigillato e quindi, soddisfatto,  spedito alla Procura, già pregustando la nuova fine del nemico appena vinto. Certo non glielo era andato a raccontare, anzi nel privato mostrava sempre di esser solidale quando il capogruppo denunciato era incappato in altra vicenda personale, poi però le carte vennero lette e il nome e la firma di Canio, anche senza autentica, era la sua sotto la denuncia dell’accusa. Bene, la giustizia è stata anche veloce e circa un anno dopo arriva il verdetto, pronunciato in sede di rito abbreviato e, salvo che il PM faccia appello, tutto è finito. Il nostro Canio, rispettando il protocollo, potrà stringere, un’altra volta,  la mano soddisfatto al capo del gruppo che gli è avverso, mostrando così tutta la sua soddisfazione per il pericolo scampato.          

Nessun commento:

Posta un commento