Il titolo del post che
oggi pubblichiamo, fa un poco il punto sulla questione: " Il
Mottarone". Sgombrando il campo a un po' di propaganda, alle notizie
varie, vere o false che pure loro sono state messe in campo; agli annunci e
alle interviste, fors'anche loro intempestive, quel che è soltanto certo è che
le piste, oggi giorno 12 del mese pure 12,
son chiuse. Uno si chiede allora dove sta torto e dove sta ragione; a
chi bisogna prestar fede e a chi meglio di no. A prima vista la cosa che è
successa è anche pure lei quasi incredibile.
Il 17 aprile non certo di quest'anno, ma di quello già passato, per
ordine di Canio venne firmato un atto con cui, senza avere manco da pagare un
euro, mezza montagna, quella di proprietà di un nobile casato, venne asservita
per piste, impianti e a quanto più serviva per sciare. Qualcuno ora dirà che
pure il Consiglio l'aveva anche ordinato; nient'affatto. Quell'atto fatto dal
Consiglio, della montagna ne avrebbe asservito, si è no circa un solo settimo
di quanto è stato fatto e tanto è così vero che quell'atto, non poco
scriteriato, è stato da Canio ora tagliato. Perché poi venne commesso un errore
che sa del clamoroso, pur ci abbiam provato a chiederglielo a sto Canio, ma
come previsto non ne abbiamo avuto risultato. Comunque sta cosa che è
successa è certo fuor dal mondo, ma in fin dei conti non è la causa del blocco
di oggi delle piste. Tutti lo sanno, le piste stanno chiuse perché, chi le occupava
è stato oggetto di uno sfratto esecutivo; però la domanda vien anche lei quasi
spontanea: se Canio aveva fatto decretare il 17 aprile 2012 l'asservimento
coatto delle terre come poteva il giudice civile estromettere dopo, per richiesta di
chi non più ne aveva titolo, chi gratis le occupava ? Canio dimenticò, o meglio
credette non fosse necessario, di far lui l'esecuzione dell'esproprio. Non era
sufficiente infatti decretar l'asservimento, bisognava immettere il Comune, o
meglio forse gli altri, gli occupanti, nel possesso delle terre oggetto di
contesa. Poiché non venne fatto, il nobile casato ebbe buon gioco ad ottenere che gli occupanti,
a ufo e senza titolo, venissero scacciati. Poiché, aggiungiamo, un giudicato intanto
c'era stato che, pur ancor non riguardando la contesa tra il nobile casato e il
nostro Alcade, riguardava però un caso fotocopia dove Canio ne era già uscito
da sconfitto, ecco che allora, messo ormai alle strette, con la stagione delle
neve, sta volta, già arrivata, l'Alcade tenta una manovra disperata. Rimette
mano dunque a quelle carte assai mal fatte; impara la lezione che un TAR, frattanto,
gli aveva già impartito e rimedia d'un
sol botto a tutta una serie di notifiche di cui s'era scordato, poi offre una
sorta di indennizzo di cui pur s'era scordato, spedisce il tutto e aspetta la
risposta. Gli arriva la risposta che porta la firma del casato; la missiva contesta
a Canio di avergli sottratto, a ufo, un gran pezzo di montagna in più di quanto
era dovuto, di offrire, quanto ad indennizzo, una miseria, di non averlo interpellato
a tempo debito e di farlo soltanto a tempo ormai scaduto. Quanto alla necessità
poi di ricorrere alla servitù coatta non vede né il motivo, né l'urgenza perché,
mica lo dice, ma pur lo si capisce, basta che taluno paghi il canone e tutto si
risolve. Letta la missiva, Canio si accorge, finalmente, di essere un poco
anche sbadato e di avere espropriato una montagna che nulla c'entrava con le
piste e con gli impianti. Taglia perciò il decreto, riduce drasticamente l'espropriazione
decretata che da 50 di ettari passa a solo sette, ma per il resto è disperato e
allora insiste e ordina di notificar di nuovo sto decreto. A legger le ultime notizie,
ora sto decreto sarebbe ritornato munito di "relata" di notifica avvenuta
e adesso, con procedura di somma urgenza Canio si appresta a occupar le terre che
son la ragion della contesa. Quando sarà
fissato il giorno della conquista prossima imminente questo poi vedremo, così
sapremo se Canio avrà salvato, o rovinato, la stagione. Quanto al casato invece
dovrà, in prima battuta, ottemperar agli ordini di Canio, ma poi visto quel tal
pasticcio di firme e carte che l'Alcade ha combinato, non gli sarà difficile ritornar
in possesso del dominio per ordine di un giudice e in nome del popolo sovrano.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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