Ormai più passa il tempo e più è un mistero chi sia davvero sto Di Milia. Presentatosi, ormai due lustri fa, come il più nuovo e il più capace, Sindaco di tutti e ben voluto, passa due o tre anni con giudizio. Rimette a posto le cose trasandate, non spende insomma male i nostri soldi; certo non emerge, ossia non emerge il suo progetto; si affida, infatti mani e piedi, al Vice delegato, così che ci rassicura per l'acqua e per il gas. Non è poi molto, non è poi poco, comunque è già un qualcosa, ma non basta; occorre infatti anche una svolta, quella che sia capace di indicare alla città il suo miglior futuro. Ma qui incominciano un po' tutti i nostri guai. La Palazzola si arena in contenziosi sulla gara e poi perderà per strada tutti i soldi; per il porto mancavano subito invece un sacco di altri soldi e poi s'immergerà per anni sotto l'acqua; per la Gabbiola è un po' un mistero l'averla lasciata cader nel suo progetto e così via. Intanto prende, pian piano, forma l'altro Canio, quello che ribalta un po' i programmi, che verso la fine del suo primo dei mandati e verso l'inizio di quello che già sarà il secondo, alza l'asticella dei progetti e affronta la riforma più ambiziosa, quella che lo vedrà, novello lui Nerone, partir tre o quattro volte ed alla fine portarsi a casa, sub judicio, soltanto " la Zanetta". Ma quel che più ci preme questa volta, non tanto è mettere in luce queste cose che, per verità, sono stranote, ma seguire un po' cosa è successo nella psicologia del capo che ci guida. C'è un Canio dunque degli albori che grazie all'età che aveva e alle delusioni del popolo elettore, viene cooptato subito a gran voce perché prenda la guida e spazzi via tutto il passato. In fondo così era anche il profilo; promette pace e amore, stringe le mani a tutti, si fa in quattro, non pare neppur covar alcun rancore, ma vuole fare e certo anche cambiare. Cos'è che muta invece la persona ? C'è l'assaporar un poco il gusto in sé per il potere; c'è che l'età poi passa e lo fa ritrovar più simil agli altri che a se stesso; c'è l'ambizione che, se c'era anche ben prima, ora è un qualcosa giusto per se stessa; c'è se guardiamo, per chi ci crede, gli astri, che ha un segno zodiacal che lo consiglio…. Comunque arriva, più o meno intatto, alla boa di svolta del mandato. Il mutamento accelera le cose, l'insuccesso sul piano di governo va a cozzar di brutto con le attese, tanto che dentro di lui già esplode quella frizione tra la realtà che è fuori e la rappresentazione che sta dentro di lui. L'effetto è una miscela assai esplosiva; querele a raffica, tensioni in aula, tensioni di Palazzo, asprezza nei modi e nel suo fare, sono ormai questi i segni più evidenti di un contrasto interno alla persona. Accanto a tutto questo c'è pur sempre anche l'immagine che regge dal passatto e che, ogni tanto, riappare ancora e inganna le persone. Ha preso forma dunque un capo di governo bipolare, per cui da alcuni diventa impossibile il parlargli e poi con altri, invece, è assai troppo loquace. Recentemente poi ha fatto un altro passo avanti; quello di usar l'insulto da osteria. Vedremo dunque dove vorrà parar di questo passo.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Visualizzazioni di pagine: ultimo mese
mercoledì 18 giugno 2014
BIPOLARISMO
Ormai più passa il tempo e più è un mistero chi sia davvero sto Di Milia. Presentatosi, ormai due lustri fa, come il più nuovo e il più capace, Sindaco di tutti e ben voluto, passa due o tre anni con giudizio. Rimette a posto le cose trasandate, non spende insomma male i nostri soldi; certo non emerge, ossia non emerge il suo progetto; si affida, infatti mani e piedi, al Vice delegato, così che ci rassicura per l'acqua e per il gas. Non è poi molto, non è poi poco, comunque è già un qualcosa, ma non basta; occorre infatti anche una svolta, quella che sia capace di indicare alla città il suo miglior futuro. Ma qui incominciano un po' tutti i nostri guai. La Palazzola si arena in contenziosi sulla gara e poi perderà per strada tutti i soldi; per il porto mancavano subito invece un sacco di altri soldi e poi s'immergerà per anni sotto l'acqua; per la Gabbiola è un po' un mistero l'averla lasciata cader nel suo progetto e così via. Intanto prende, pian piano, forma l'altro Canio, quello che ribalta un po' i programmi, che verso la fine del suo primo dei mandati e verso l'inizio di quello che già sarà il secondo, alza l'asticella dei progetti e affronta la riforma più ambiziosa, quella che lo vedrà, novello lui Nerone, partir tre o quattro volte ed alla fine portarsi a casa, sub judicio, soltanto " la Zanetta". Ma quel che più ci preme questa volta, non tanto è mettere in luce queste cose che, per verità, sono stranote, ma seguire un po' cosa è successo nella psicologia del capo che ci guida. C'è un Canio dunque degli albori che grazie all'età che aveva e alle delusioni del popolo elettore, viene cooptato subito a gran voce perché prenda la guida e spazzi via tutto il passato. In fondo così era anche il profilo; promette pace e amore, stringe le mani a tutti, si fa in quattro, non pare neppur covar alcun rancore, ma vuole fare e certo anche cambiare. Cos'è che muta invece la persona ? C'è l'assaporar un poco il gusto in sé per il potere; c'è che l'età poi passa e lo fa ritrovar più simil agli altri che a se stesso; c'è l'ambizione che, se c'era anche ben prima, ora è un qualcosa giusto per se stessa; c'è se guardiamo, per chi ci crede, gli astri, che ha un segno zodiacal che lo consiglio…. Comunque arriva, più o meno intatto, alla boa di svolta del mandato. Il mutamento accelera le cose, l'insuccesso sul piano di governo va a cozzar di brutto con le attese, tanto che dentro di lui già esplode quella frizione tra la realtà che è fuori e la rappresentazione che sta dentro di lui. L'effetto è una miscela assai esplosiva; querele a raffica, tensioni in aula, tensioni di Palazzo, asprezza nei modi e nel suo fare, sono ormai questi i segni più evidenti di un contrasto interno alla persona. Accanto a tutto questo c'è pur sempre anche l'immagine che regge dal passatto e che, ogni tanto, riappare ancora e inganna le persone. Ha preso forma dunque un capo di governo bipolare, per cui da alcuni diventa impossibile il parlargli e poi con altri, invece, è assai troppo loquace. Recentemente poi ha fatto un altro passo avanti; quello di usar l'insulto da osteria. Vedremo dunque dove vorrà parar di questo passo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento