Nei giorni in cui Stresa festeggia con le gare dell' off shore, organizzate dall'Emiro del Dubaj, c'è pure una notizia che giunge dal Qatar. Terre di vino e di colline a noi pure vicine raggiungono la meta designata e diventano il 50° sito in Italia dell'Unesco. Il premio, se così possiamo dire, è stato assegnato a Doha, capitale del Qatar cui spettava, sta volta, presiedere il comitato dall'ONU demandato. Colline Monferrine, Roero e parte delle Langhe raggiungono quindi, dopo anni di attese e di speranze, sto premio da loro tanto atteso e la notizia si prende lo spazio necessario sui media nazionali. Non c'è invece più nessuna traccia di dove mai finita sia l'ugual candidatura che del Golfo fu prodotta. Istruita che fu dall'Ente in via di sparizione, da anni non giungono notizie e, tanto silenzio, conferma lo scarso interesse che a perseguir tale progetto vi sia in chi, a turno, ci governa. Forse non c'è migliore prova per dimostrar come la doppiezza stia sotto le vesti di chi, appunto, oggi o domani ci governa, dove con le parole si riempiono la bocca a ricordarci in quale territorio assai pregevole essi regnano, ma come nei fatti nulla e poi nulla fanno a tutelarlo, anzi semmai tutto il rovescio. Ne siamo consapevoli che la questione è, per verità, molto complessa; che è molto facile far del progetto Unesco un bello slogan e poco d'altro, che c'è una pressione forte, invisibile, che viene da più parti, cui la politica, locale e anche non locale, non sa proporre altro che ad essa conformarsi, così che poi, nei fatti, gli slogan rimangono degli slogan e la politica diventa anche un affare. Già perché poi badate, non è che sto bollino Unesco è dato gratis: primo bisogna meritarlo, secondo bisogna conservarlo. Non è mica poi un caso che proprio ieri si diceva che mentre le Colline l'hanno avuto, c'è poi Venezia che, invece, rischia il posto. Quindi da noi i problemi non è che non ci sono: piana di Fondo Toce, miniere a cielo aperto vista lago, pressione antropica, pianificazioni assai dementi….; ne cito alcuni solo per caso. Ritorno a dire che sto problema è, quindi, assai complesso, ma non soltanto perché sta in gioco sto bollino dell'Unesco; no, c'è assai molto di più, c'è da capire infine dove si vuole andare e cosa fare poi quando si sarà grandi. Chiudo ricordando il testo, mirabile, che ha scritto l'altrieri il Priore di Bose sulla Stampa sempre a commento del premio dato a quelle colline Monferrine dove cresciuto. Sapremo trovare qui ancora sto legame che univa l'acqua, la terra, il cielo e chi abitava; ne dubito.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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lunedì 23 giugno 2014
CANDIDATURE
Nei giorni in cui Stresa festeggia con le gare dell' off shore, organizzate dall'Emiro del Dubaj, c'è pure una notizia che giunge dal Qatar. Terre di vino e di colline a noi pure vicine raggiungono la meta designata e diventano il 50° sito in Italia dell'Unesco. Il premio, se così possiamo dire, è stato assegnato a Doha, capitale del Qatar cui spettava, sta volta, presiedere il comitato dall'ONU demandato. Colline Monferrine, Roero e parte delle Langhe raggiungono quindi, dopo anni di attese e di speranze, sto premio da loro tanto atteso e la notizia si prende lo spazio necessario sui media nazionali. Non c'è invece più nessuna traccia di dove mai finita sia l'ugual candidatura che del Golfo fu prodotta. Istruita che fu dall'Ente in via di sparizione, da anni non giungono notizie e, tanto silenzio, conferma lo scarso interesse che a perseguir tale progetto vi sia in chi, a turno, ci governa. Forse non c'è migliore prova per dimostrar come la doppiezza stia sotto le vesti di chi, appunto, oggi o domani ci governa, dove con le parole si riempiono la bocca a ricordarci in quale territorio assai pregevole essi regnano, ma come nei fatti nulla e poi nulla fanno a tutelarlo, anzi semmai tutto il rovescio. Ne siamo consapevoli che la questione è, per verità, molto complessa; che è molto facile far del progetto Unesco un bello slogan e poco d'altro, che c'è una pressione forte, invisibile, che viene da più parti, cui la politica, locale e anche non locale, non sa proporre altro che ad essa conformarsi, così che poi, nei fatti, gli slogan rimangono degli slogan e la politica diventa anche un affare. Già perché poi badate, non è che sto bollino Unesco è dato gratis: primo bisogna meritarlo, secondo bisogna conservarlo. Non è mica poi un caso che proprio ieri si diceva che mentre le Colline l'hanno avuto, c'è poi Venezia che, invece, rischia il posto. Quindi da noi i problemi non è che non ci sono: piana di Fondo Toce, miniere a cielo aperto vista lago, pressione antropica, pianificazioni assai dementi….; ne cito alcuni solo per caso. Ritorno a dire che sto problema è, quindi, assai complesso, ma non soltanto perché sta in gioco sto bollino dell'Unesco; no, c'è assai molto di più, c'è da capire infine dove si vuole andare e cosa fare poi quando si sarà grandi. Chiudo ricordando il testo, mirabile, che ha scritto l'altrieri il Priore di Bose sulla Stampa sempre a commento del premio dato a quelle colline Monferrine dove cresciuto. Sapremo trovare qui ancora sto legame che univa l'acqua, la terra, il cielo e chi abitava; ne dubito.
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