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giovedì 31 luglio 2014

CAMPO SANTO




Il titolo di oggi dovrebbe avere qualche parola un po' diversa e un po' più forte, comunque avete inteso e allora proseguono le visite ispettive iniziate giusto ieri. Oggi è la volta di un esempio ineguagliabile di ottima gestione comunale. Ci attende dunque il solito Bottini che nella materia è il delegato. Inizia quindi la visita a quel che dovrebbe essere il campo santo della frazione di Carciano. Passi la parte più recente, ma quando si mette piede in quello antico c'è soltanto l'imbarazzo da dove prendere l' avvio per annotare lo stato di degrado in cui si trova. Tra lapidi che cadono dai muri, tagli alle siepi che son dimenticati, palme che crescon un poco come i funghi, cappelle private da secoli ormai pure abbandonate, muri che crollano dappertutto e erbacce che infestano un po' ovunque, sembra di essere in qualche luogo abbandonato dagli uomini e da Dio. E certo è vero che i morti più non votano, ma forse questo poi non basta a spiegar la condizione di tale luogo per cui, da anni, invano protestiamo. Comunque sta volta c'è Bottini, seguito da una scorta, che ascolta, annota, annuisce e garantisce. Il nostro delegato, avvezzo ormai com'è all'immortalità della sua specie è, forse, alieno a pensar a un suo domani in un analog luogo, spiegando ciò, un poco, lo scarso suo interesse per sto campo santo, comunque, toccando oggi con mano lo stato disastrato di sto luogo, pressato dall'evidenza, da troppo tempo in atto, il Delegato promette, giura e dispone che, al volo, così almen dice, rimedierà al disastro. Prendiamo dunque atto di questo tardivo impegno del nostro Delegato che quanto a disponibilità e promesse è sempre pronto e il primo della fila. Vedremo dunque tra breve il risultato di questo aver fatto toccar con mano come conserva i beni suoi sto bel Palazzo e come spreca pur soldi per far, o meglio per non far, manutenzione. Intanto, già che c'eravamo, abbiamo scritto in agenda il prossimo appuntamento fissato con Bottini. Sarà un'altra visita sul luogo e poi, magari, ve lo diremo.

mercoledì 30 luglio 2014

MALE FATTE






Stamane dunque, intorno a mezzogiorno, l'appuntamento è sopra il molo; presenti la Regione, il Progettista, la Squadra di soccorso, qualcuno del Comune e il sottoscritto. Il tema è quello noto; i soldi buttati dentro l'acqua per fare un attracco che è uno schianto. Riunita così l'allegra compagnia inizia la Squadra del soccorso a dir la sua e sono guai. Ripete ciò che, invano, da anni va dicendo, ossia che voleva un attracco comodo e sicuro e che quello che, invece, è stato fatto è tutto meno che quanto fu richiesto. Soldi buttati dunque non c'è dubbio, se a distanza di tempo e di promesse ancor oggi si ha da ripeter la richiesta formulata perché ancor, di fatto, sta inevasa. Introduce comunque la questione l'addetta del Comune riassumendo la cosa a noi presenti, poi si prende la parola  il Progettista ricordando che presentò un progetto finito al vaglio di quella conferenza che prende il nome dei servizi e che approvò; quindi sembra che dica che non c'entra. Il sottoscritto dice anche la sua ed è evidente afferma che l'opera non regge, sarebbe come acquistar un'auto che poi non vada in moto, quindi tirarsi indietro o meglio mettersi dietro all'intervenuta approvazione non è cosa che regge, semmai si allarga il cerchio di chi ne abbia, magari, da rispondere, ma certo che no che non esime il progettista dall'errore. Così si scalda un poco l'atmosfera e si va avanti un po' su questi toni dove le parti dell'accusa espongono i fatti messi in evidenza che par pure difficile smentire e gli accusati pare che neghino pure l'evidenza. Tenta comunque l'addetta del Comune di ricondurre le parti dentro i binari e poi tira le fila il Regionale cercando di andare al fondo del problema. Convitato di pietra è il buon Bottini che invece di prender la difesa del bene comunale, gira un poco in largo, mostrando svogliatezza. Comunque si arriva anche alla fine, quando seduti tutti intorno ad un bel tavolo, si stende un verbalino e ognuno ci mette il suo pensiero. Bottini é sempre un poco assente, va e viene e nulla scrive. Morale del finale, ora si farà l'esame dell'opera per verificar comunque la conformità al suo progetto e poi si studierà la soluzione per rendere l'opera almeno funzionale. Nessuno ha detto chi paga tutto questo, ma torneremo ancora e allora lo vedremo.

martedì 29 luglio 2014

PERSEVERARE







Il titolo di oggi allude a una vicenda che, da tempo, si trascina. Si tratta degli attracchi che furon realizzati dicendo che sarebbero serviti a quelli del soccorso. Ci misero una vita per farli, poi quando furono finiti, pagati e collaudati scoprimmo che non servivano, per nulla, a quello scopo, ma nella sostanza circa proprio a poco o quasi a niente. Per verità dei fatti la cosa venne da noi portata con interpello in sede di Consiglio prima che le opere, mal fatte e peggio progettate, venissero approvate. In quella sede Canio promise di compiere verifiche, tanto che, passati che furono, si e no, sei o sette giorni, l'Ufficio accelerò la cosa e ne approvò subito il collaudo. Per meglio comprendere il senso della storia, sarebbe un po' come acquistare un'auto che mica poi va in moto e nonostante questo il venditore reclami il prezzo e l'acquirente lo paghi e taccia. Così è stato dunque sino ad ora, tanto che non ci stancammo mai di scrivere a chi sarebbe suo dovere perché si facesse chiarezza su sto spreco di pubblico denaro. La perseveranza or tuttavia par che paghi e per domani è convocato un summit sul luogo del malfatto. Presenti Comune, Regione, Volontari del soccorso e il sottoscritto si cercherà di mettere a fuoco la questione, verificando nei fatti che l'opera è sbagliata e i denari son stati sprecati. Insomma le solite questioni all'italiana, chiuse in fretta e furia e mai verificate, dove ognuno si prende i soldi pattuiti e poi nessuno più ci pensa e buona notte. Sta volta l'impegno è stato a mai mollare intorno alla questione sin tanto che chi sbaglia abbia pagato e risolto la questione. Vedremo dunque domani sul posto del mal fatto cosa le parti, davanti all'evidenza, diranno e poi faranno.



lunedì 28 luglio 2014

PRENDERE O LASCIARE







Così, di botto e un po' a sorpresa, Canio, nell'ultima seduta e quasi di sfuggita, mise sul tavolo un oggetto che disse essere il dossier con cui produrre la domanda di denaro a fondazione Cariplo per attuare il suo progetto in vetta al Mottarone. Poi disse che c'era molta fretta e che aveva bisogno dunque di un bel voto per presentare in tempo utile il dossier. Un poco dubitammo e un poco gli credemmo così da dargli un voto al buio sulla fiducia. Nei giorni successivi il solito informato buon Gemelli pensò di dargli lui il rilievo meritato a quel progetto, facendoci sopra un paginone con cui svelava i misteri e i segreti di cui quel Consiglio che decise, di certo, non aveva. Passato qualche giorno anche noi mettemmo le mani sull'oggetto misterioso, scoprendo il contenuto che Canio geloso custodiva. L'oggetto è fatto bene, curato nella sostanza e nella forma; l'autore dimostra di conoscere il mestiere e quindi su questo non c'è nulla da ridire. Due milioni e quasi mezzo la previsione di una spesa, per ora, assai sommaria e solo indicativa, che, gira e poi rigira, alla fine non sarà molto diversa. Il contenuto dell'oggetto comunque è questo qui: Tre aree sulla vetta cambieranno la funzione; quella specie di parcheggio sotto la vetta diventerà una piazza più ordinata ed attrezzata, l'orribile spianata accanto la stazione di arrivo funiviario sarà riordinata e pure lei rinverdita ed attrezzata, i ruderi che furono l'albergo poi bruciato saranno un'area di svago, gioco ed accoglienza, il tutto funzionale a rendere la vetta e le sue strade soltanto pedonali. Si scende poi lungo un crinale e seguendo, pensiamo, un qualche sentiero ancor presente e che sarà oggetto d'interventi, si passa dall'Alpe che prende nome di Vidabbia, lì vi sarà modo di fare una sosta ed un ristoro per poi riprendere la discesa che va nella valle del rio Spessa. Sarà lungo poi questo percorso che verrà gettato il ponte tibetano immortalato da Gemelli sulla Stampa e così, seguendo la viabilità ora esistente si arriva alla tappa finale dell'Alpinia dove sarà allestito un capo base per i camper. Finita così l'illustrazione, occorre tornare a quella che è stata dichiarata essere la finalità di fondo del progetto, ossia per dirla come il bando pure recita la sua "emblematicità", il trasformare l'area della vetta in una zona off limit alle auto ed ai motori per lasciarla al trekking e al mountain bike. Ordunque, se questo è poi lo scopo, rimane il dubbio e il mistero dove Canio vorrà metterci le auto, visto che gli toglie gli spazi per la sosta, che poi in zona Alpinia, anziché farci il parcheggio di base per l'arroccamento funiviario, ci mette i camper che pur sarebbero stati, invece, bene messi in vetta e, ultima nota, perché manco un solo euro ci ha messo per recuperar ad uso coerente con lo scopo del progetto la stazione di vetta funiviaria che va a pezzi ? Così comunque è fatto Canio che non consente mai un esame serio delle cose e fa solo di testa sua con gli effetti ormai tutti evidenti.

 

 

venerdì 25 luglio 2014

DOPPIA AMMONIZIONE






Cambiamo tema e ritorniamo alla seduta dell'otto luglio scorso quando ci fu data "risposta" all'interpello intorno al porto; quell'interpello che, come noto, Canio teneva in un cassetto dal giorno, ormai molto lontano, in cui venne prodotto. Orbene, in piedi com'è ormai suo solito quando la cosa assume un'importanza, sto Canio da lettura della risposta che aveva predisposto. Veloce come un guizzo legge dei numeri in sequenza dove capire qualcosa anche ti voglio, poi gira la pagina e arrivato al punto a lui dolente, lo scantona. Sull'ultimo punto oggetto d' interpello neanche una parola. Così rispose dunque in assemblea il nostro Canio quando, ricordando che il mal comune è un mezzo gaudio, disse in premessa che fare le opere pubbliche é difficile, anzi, diciamo noi, che a volte par che sia pure impossibile. Comunque in quella risposta in parte reticente e in parte evanescente, Canio par che abbia detto che sì, forse, sembra vero che qualcuno ha preso anche un po' di troppi soldi rispetto al convenuto, per cui se è il tutto viene confermato occorre che sti soldi siano recuperati. A quanto ammonti il tutto, se è esatto il conto che abbiam fatto o non è esatto, questo per ora noi non lo sappiamo perché non siamo in grado di tradurre quanto Canio ha letto in aula. Sul resto poi, sul fatto che, contro la legge, Canio e il governo disposero di chiudere i conti con l'incaricato di quel progetto che, come è arcinoto era sbagliato, l'unica risposta che il Governatore ha dato è stata quella di scaricar su altri la responsabilità che, invece, giuridicamente lui si assunse firmano il deliberato che lo dispose. Sull'ultima questione oggetto d'interpello, cosa che per verità veniva riproposta nuovamente in quanto già oggetto inevaso di richiesta, Canio manco per nulla ha dato una risposta. Sfugge così di nuovo il nostro Alcade alle domande, scivola tra le maglie di una rete che, invano, gli viene stesa perché dentro ci caschi; si libera la presa quando, ormai, ha l'acqua in gola e torna, come prima, libero e felice a nuotare nel suo mare. Così è fatto sto Canio, capace soltanto di scaricar su altri i tanti guai che lui combina e caricar su se quei pochi meriti che si guadagna. Intanto, tempo due giorni ancora, son sette mesi che fu disposta quella fasulla ripartenza dei lavori di sto porto. 397 mila gli euro anticipati, zero, ripetesi zero le quantità di lavoro realizzate; duemilioni, circa, gli euro sin qui spesi, ci dica Canio a chi dobbiamo dire bene e un grazie.

 

 

giovedì 24 luglio 2014

NESSUNO TOCCHI CAINO




Il titolo di oggi è già per sé più che eloquente. E' facile prendere la notizia come quella e farci su, magari, un pezzo pieno d'ironia; è facile prender la penna e scriver la sentenza; è facile indossar la toga o, in questo caso, l'abito talare e condannare. Però, proprio poiché è cosa, all'apparenza, persino troppo facile, è meglio tralasciare. Già sta in corso la giustizia; già la gerarchia si è mossa con la sua cautela secolare; già è una sentenza anticipata star dentro una cella senza una condanna; già dovrebbe essere così greve sopportar l'infamia di un'accusa che macchia di tradimento colui che sposò la causa opposta. E' pure ed anche vero che non pare essere il primo quest'errore; è vero, e forse, non è stato neppure un fulmine a ciel proprio sereno; probabilmente è tutto quanto vero e, magari, c'è altro che va ben oltre ciò che oggi sembra il solo vero. Eppur rigirar questa lama nella piaga ci metterebbe noi a fare gli aguzzini, come se la condanna, che è già la stessa infamia, da sola non bastasse. Se dunque il "male" è stato fatto, non sembra però che, sino ad altra e nuova prova, abbia toccato alcuno se non soltanto proprio lui, l'autore. A noi dunque non spetta esser di nulla risarciti. Dentro di ognuno, sia che sia soltanto un uomo o che abbia sposato un giorno una qualche vocazione, c'è sempre la forza e poi la debolezza. Sta volta, pare, abbia prevalso una troppo grande debolezza.

mercoledì 23 luglio 2014

CRONACA IN BREVE




Ore 18 o poco dopo lo si inizia. Fatta la chiama, avvia subito Canio che racconta come,da fine giugno, sia ormai scaduta la convenzione con Baveno ed il Comune di Arizzano con cui condivideva Stresa insieme il Generale. Baveno comunque non conferma e abbandona, rimane così soltanto il Comune di Arizzano perché sin'ora non si è trovato un terzo disponibile. Aumenta così, un poco, questa spesa anche se la retribuzione, invece, scende. Non sto a spiegare il come ed il perché; comunque Stresa si prende trenta ore del servizio a settimana anziché soltanto venti com'era prima e ad Arizzano rimangono sei ore, esatte come prima. Non c'è traccia di come una maggior spesa la si copra e come una minor entrata la si accerti e quindi il Gruppo Insieme è bene che si astenga. Riprende la lezione da Canio in mezzo al tavolone; ci snocciola le cifre con cui varia il bilancio. Son spese a investimento che mutano i mezzi con cui sono coperte. Non è che ci siano di grandi novità, tranne la fine con cui, un poco di sorpresa, ci tira fuori Canio un proprio emendamento. E' un progettino che vale un due milioni e mezzo euri. E' la sua idea di far del Mottarone un' oasi per cicli e per pedoni, scendendo poi lungo la Vidabbia, passando per la cava o su di lì. Nessuno ha modo di vedere le carte comparse sul tavolo di botto; comunque è un bando emesso dalla Cariplo che, al più, finanza 80 e l'altro 20 0 25 lo mette il Comune nel bilancio. Si farà un atto di fede e noi pure lo si approva, bocciando invece noi la variazione del bilancio nel suo insieme perché finanza con i 112 mila euro della monetizzazione degli standard dell'ampliamento dell'Hotel Boston, manutenzione e robe varie e non opere nuove, come dovrebbero. Ma la polemica sta altrove, nella domanda con cui si chiede a Canio di spiegare se mai c'è relazione sta sto progetto che scende da Vidabbia e quello, passato ora in silenzio, della riapertura della cava. La cosa, si vede, che mica la gradisce, ma poi, pronto, Lui nega che esista relazione, anzi smentisce persino di sapere quale fine mai abbia fatto l'idea di aprire una miniera. Chi scrive, che di queste cose ne ha viste mica poche, comunque non ci crede. Arriva l'ultima questione in coda nella sera. Sono 48.000,00 euro con cui si paga l'acquisto di un terreno che da, almeno, 40 anni é un campetto a parco giochi in fondo alla via Verdi. La proprietà è l'Istituto per il sostegno al Clero che non sarebbe più tanto disposto a rinnovare per sempre il comodato. S'innesca allora una polemica tra Canio e il buon Matteo che sente, nell'atto proposto da sto Canio, odore elettorale. Si pizziccano per bene dunque quei due; può darsi che abbia ragione Matteo, mentre non Canio, ma processar le intenzioni non sempre è facile. Comunque,a scanso di equivoci e che so altro, la cosa la approva infin la maggioranza tutta da sola e si va a casa.




martedì 22 luglio 2014

CONSIGLIO SPRINT



IL SINDACO
Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;

Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale;

DISPONE

di convocare il consiglio comunale
· In sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giorno
Martedì 22 Luglio 2014, ore 18.00

presso il Palazzo Municipale- Sala Canonica

e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione,

in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno di

Martedì 22 Luglio 2014, ore 19.00

presso il Palazzo Municipale- Sala Canonica

Per deliberare il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Seduta pubblica.

1. Esame ed approvazione convenzione fra i Comuni di Stresa e Arizzano per lo svolgimento in forma associata delle funzioni di Segretario Comunale.

2. Esame ed approvazione 1° Variazione al Bilancio di Previsione 2014 con contestuale aggiornamento programma opere pubbliche. Aggiornamento aggregati rilevanti ai fini del Patto di Stabilità.

3. Comunicazione prelievo da fondo di riserva approvato con D.G.C. n. 113 del 30/06/2014 e con D.G.C. n. 120 del 16/07/2014.

4. Acquisto area parco giochi in via IV Novembre dall'Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero.

La trattazione degli argomenti iscritti al presente Ordine del Giorno proseguirà sino ad esaurimento di seduta, salva diversa disposizione nel corso della medesima.

martedì 8 luglio 2014

CONSIGLIO SI CHIUDE, SINO AL 21





E così finisce, si fa per dire, questa lunga sessione d'interpelli che si trascinava dietro da quasi inizio anno. La sala alle 18 è quasi vuota e solo passato un quarto d'ora maggioranza raggiunge il minimo dei numeri presenti. Inizia Villa Lasio; la vicenda è nota agli addetti di lavoro, comunque la storia è questa qui : i promessi acquirenti, i nuovi zar, ne vogliono fare una residenza di prestigio. Niente più dunque interesse per alberghi, ma si ritorna un poco alle sue origini e quindi necessita una deroga di piano. La deroga è prevista dalla legge, in punto non sorge discussione, ma si dettaglia sul premio cubatura che non è dato dove viene messo e sul recupero del parco che neppure risulta progettato. Piervalle però insiste sulle modalità previste d' attuazione, va bene che sia il permesso di costruir convenzionato, ma il suo contenuto non traspare, mentre si chiede sia la rettifica stradale nel tratto avanti appunto Villa Lasio e a lei vicino. Canio gli da, com'é suo solito del matto, ma è poi Bottini che prende le distanze da quel Capo assai invadente ed impudente e condivide, nelle sostanza, la proposta. Si spacca dunque il fronte dei contrari; persino Galli media e si avvicina a quanto proposto da Piervalle. Sarà un gran tira e poi molla, e alla fine la sostanza par che sarà salva. La Giunta dovrà dunque negoziar i pubblici interventi sulla strada, mentre i progetti saranno da integrare con il premio cubatura e il recupero integral pure del parco. Votano pertanto sì anche quelli dei gruppi in minoranza e strappano a Canio, lui sì che è sta volta è messo in minoranza, un impegno a rispettar nei fatti la promessa. Sarà dura. Si passa, in fretta, ad altro punto, quello che prevede l'estensione ad anni trenta della concessione di terre a Levo per l'acqua minerale. Si vota sì e si passa, ora, agli interpelli. Il primo è sempre quello che sta in agenda da gennaio. Piervalle che la volta scorsa lo aveva presentato senza risposta, chiede di fare un riassuntivo. La fa, breve brevino, ma punta il dito su quel fatto, quello per cui e perché Canio risolse quel contratto col progettista invece di obbligarlo a rimediar, a spese sue a quel " bel " progetto finito nel cestino. La cosa costò quasi 300 mila euro, letteralmente, buttati dentro il cesso. Canio risponde, o meglio, risponde soltanto dove e come vuole. Darà infatti ragione all'interpello dove il dito è puntato verso l'operato dell' ufficio, confermando che agli atti, per ora, risulta che vennero pagate assai somme di troppo, promettendo di chiedere il rimborso. Sul punto, invece, dove a lui è il dente che gli duole, sfugge alle domande anche incalzanti e non c'è verso; non solo è reticente, non risponde, anzi anche qui se può accusa l'apparato. Ci vuole tutto! Brandeggia in aula un foglio della Stampa per provocar Piervalle che, infatti , dopo un po' gli manda una diffida e gli fa chieder anche le scuse. Comunque non c'è verso, l'anguilla sfugge, per cui non rimane che aspettar la Corte, quella dei Conti. Andiamo avanti; l'interpello chiede di conoscere, un po' meglio, le notizie di Stampa sulla richiesta milionaria di risarcimento chiesta da Navigazione Laghi. Risponde Canio che la question dei soldi chiesti è vera, ma anche risibile. Meno risibile e più seria è la questione posta sul numero assentibile di licenze non di linea via lago. Sono 18 secondo un regolamento provinciale, son più di 40 quelle in atto. Che deve fare l'Ente quando, ogni 5 anni, vanno a rinnovo ? Questo è un problema che Canio ancora, dice, non ha sciolto. L'altro interpello chiede perché mai da un lato sta sospeso il piano presentato per l'ampliamento del Grand Hotel Des Iles, sostenendo l'esistenza del vincolo posto nell'anno 24, mentre di qui, nel la "Zanetta", dove pur ci sta un pezzo di sto vincolo, han fatto la variante. C'è Disparità dunque tra i soggetti ? C'è una pubblica amministrazione un po' difforme ? Cos'è dunque che c'è di qua e, invece, manco c'è di là. Tralascio di dirvi le risposte che Canio ha dato. Ne abbiamo parlato troppo e troppo a lungo; ora aspettiamo sta sentenza, parlino dunque un po' anche i giudici e poi vediamo. Stazione Laghi; è sempre lì; pagata allo Stato più di 300 mila euro da sto Comune, da dieci anni attende che si concluda sta vicenda. Risponde Bottini, ma non convince; non porta notizie che sian nuove; sembra che tutto dorma presso l'Avvocatura dello Stato che, però, non si pronuncia. L'Amministrazione intanto dorme. Ci aggiorna, anche fin troppo, Canio sulla questione delle terre gravate da diritti di uso civico. Comunque sia la vicenda è ancora lunga; ci sono contenziosi ancora in corso; Regione non ha chiuso ancor l'accertamento fatto dal Comune, insomma si aspetta e un po' si spera. Ricorso al Tar avverso la "Zanetta", la domanda è anche un po' secca: ha letto la Giunta sto ricorso ? Ritiene la Giunta sostenibile difender la Zanetta o invece no? Canio, nella risposta, è assai criptato e non rivela. Sulla Cascina chiusa di Carciano ancora nulla. Canio si appella, com'è suo solito, alla stabilità di patto che non consente fare quelle spese: figuriamoci. Quindi ci dice che aspetta qualcuno che vi provveda. Insomma anche su questa cosa qui si aspetta, ma non si spera. L'ultimo interpello è malandrino perché ha preso la Giunta mentre faceva un fallo dentro il campo. C'è l'imbarazzo per la figura un po' barbina e per essersi fatti prendere, un poco, alla sprovvista. Parla Bottini e dice cose diverse da quelle che erano chieste. Piervalle reclama dunque la risposta e chiede conto. Canio interviene e prende, un poco, le distanze dal Bottini. La cosa, è certo, ha mosso un po' le acque dentro il Governo; la figuraccia, ormai l'ha fatta ed alla fine Piervalle, diretto a Canio pure gli dice che stesse certo che sta roba qui mica scappava. Sono le 21 passate da minuti; ora si chiude, così come si chiude, per ferie, anche sto blog, che riaprirà dopo il ventuno.



lunedì 7 luglio 2014

L'ULTIMO INTERPELLO


 
Non è la prima volta che si parla, comunque domani sera é in coda agli inter pelli. Certamente qualcosa verrà fuori, non fosse che per giustificare tale caduta. Vedremo dunque, o meglio sentiremo, cos'è che Canio ci dirà per giustifar o almeno per spiegare l'accaduto. Parliamo ordunque di quella specie di conflitto d'interesse sorto dentro le mura di Palazzo dove due professionisti nominati per svolgere pubbliche funzioni con disciplina e con rigore, vennero altresì chiamati, per volontà della Corona, a svolgere un incarico pagato nell'ambito da loro stessi controllato. Detto con parole un po' diverse e, forse, anche più chiare, poiché a nessuno é consentito e lecito prendere un interesse proprio e personale nel fatto di svolgere una funzione pubblica connessa a quel medesimo interesse, da qui nasce il conflitto. Un bel pasticcio insomma che sarebbe sorto nel momento in cui Canio ed il Governo avrebbero "ordinato" ad un ufficio, molto poco attento, di mettere quei due a libro paga per un servizio al prezzo di un 20 mila d'euro. Non è che sia una somma ingente, ben s'intende, ma non importa. Quei due non furono selezionati per meriti acquisiti, ma cooptati solo perché così decise Canio e il suo Governo. Decise contra lege ben s'intende, poiché non è materia di Governo, ma questo è un poco scoprire l'acqua calda, poiché da quando c'è la legge c'è pure anche l'inganno. La cosa che, invece, più qui si rileva è la ragione per cui furono chiamati che, a parte l'ordine impartito, stava proprio nel fatto la cui esistenza l'avrebbe anzi impedito. Cioè, qui due professionisti che danno pareri obbligatori sui progetti in zone vincolate, vengono ora pagati per fare un lor progetto e poi dovranno, o dovrebbero, pure giudicarlo. Torniamo dunque al punto che rileva, cioè al fatto che non è consentito trarre un beneficio dall'occupar pubbliche cariche. Perché dunque l' hanno fatto ? A Canio ora spetta dar la sua risposta.

venerdì 4 luglio 2014

IL COLPO DI SPUGNA

Colpo di spugna sulle Professioni




Martedì dunque la risposta all'interpello malandrino che ha rivoltato le carte dell'opera più oscura e tenebrosa intorno a cui son già, solo, tre lustri che ci girano intorno gli inquilini, di turno, nel Palazzo. Canio ha rimandato la risposta per oltre cinque mesi; la scorsa volta poi l'ha fatta, appena, presentare per poi chiudere l'assemblea con tanta fretta. Ora sarebbe, dunque, la volta quella buona e siamo curiosi di conoscere quale sarà la risposta che ha promesso di darla articolata. Ma l'interpello è malandrino perché se ha scoperto carte che, se saranno confermate, ci diranno che sono usciti più soldi del dovuto, pure ci dice che anche i soldi che erano dovuti, in realtà non erano dovuti. La cifra, complessiva, intorno a cui parliamo, si aggira sui 300 mila in euro che furono versati agli estensori di quel primo progetto e sue, inutili, varianti che, come sappiamo, tutto è poi finito nel cestino. L'interpello ha fatto un po' le pulci dentro tutte le carte, scoprendo, o almeno ne chiede la conferma, che una parte di quei soldi furono dati ben oltre i confini dei contratti stipulati. Non funzionarono dunque i pur deboli controlli interni al nostro Ente? Perché ordinare 5 e poi pagare 10 ? Questa è la prima dunque della serie delle domande che facciamo. Qui Canio forse già pensa di scaricare tutto sugli Uffici; Lui non è il gestore, non firma pagamenti, liquidazioni e roba simile; Lui è il gran Governatore, non tocca manco un euro, quindi......non c'entra nulla in sta faccenda, anzi, se è vero ciò che dice sto interpello, ne chiederà poi conto a chi, come si dice, è di dovere. Per verità sappiamo che, se questa cosa è vera, il gran Governatore pensa di andarci a nozze, così che liquiderebbe un conto che ha in sospeso e che gli rode assai da grande tempo. Se poi finisse tutto qui sarebbe cosa fatta, ma c'è quell'altro aspetto, quello dove il Governatore e l'allora suo governo ha messo, eccome, il naso dentro la questione. Quello con cui ha ordinato di chiudere il contratto, ancora allora aperto, con l'estensore di quel progetto cestinato. Lo fece ignorando la perizia che ne indicava le colpe e le omissioni. Lo fece liberando, contra lege, l'estensore dall'obbligo di redigere, a sue spese, un nuovo progetto libero dai vizi ed omissioni. Passò dunque la spugna sul passato, cancellando con un sol atto quel disastro che, sino ad allora, già era stato fatto ed ordinò che tutto quanto fosse ben pagato. Così facendo Canio firmò il primo atto del disastro che, com'è poi a tutto noto, continuò nel lungo tempo ancora anche rimasto. Passò poi, veicolata a piene mani dai media anche locali, la favola dell'avvallo spondale intervenuto. Mai nessuna balla così grande resistette tanto gran tempo di fronte all'evidenza delle carte, ma il popolo elettore vi credette, confermando una fiducia senza eguali al grande Capo. Comunque presto ascolteremo la risposta.

giovedì 3 luglio 2014

CONTRAPPELLO

at tenti adunata e contrappello il futuro dei pompieri



Arriva infine, ed era ora, il contrappello. Martedì otto di luglio ore 18, la sala è ancora quella del Canonica, si ricomincia, o meglio, si finisce sto Consiglio che iniziato che fu il sedici di giugno, si porta appresso un interpello, e che interpello, che data il 23 gennaio dell'anno che sta in corso. Canio ne aggiunge solo due nuovi di argomenti; l'uno riguarda Villa Lasio che, in deroga di piano, passa, o meglio ritorna da alberghiera a previsione per nuova residenza degli zar; l'altro è soltanto un correttivo di concessione su terre, a Levo, gravate da diritti di uso civico. Quanto al resto, son otto gli interpelli che attendono risposta dall' Alcade e questa volta sarebbe quella buona. Salvo imprevisti e imprevedibili, sta volta dunque si finisce e poi chissà, più o meno a ferragosto, un'altra volta, magari, il Capo chiamerà. Comunque sti interpelli sono sempre questi qua.

 1. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Opere di costruzione porto turistico. Conformità a norme di legge e a norme contrattuali. Sollecito evasione. (prot. N. 4941 del 11.04.2014).
2. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Comune – Navigazione Laghi richiesta risarcitoria. Determinazioni dell’ Amministrazione (prot. N. 7115 del 27.05.2014).
3. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Stato dei vincoli sui beni culturali. Variante produttiva stralcio I° - Proposta di piano esecutivo ampliamento Hotel des Iles Borromées. Contradditorietà insanabile (prot. N. 7116 del 27.05.2014).
4. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Stato della procedura di acquisizione d’ immobile da Demanio adibito a stazione Navigazione Laghi Capoluogo – pubblico esercizio – uffici servizi (prot. N. 7117 del 27.05.2014).
5. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Accertamento delle terre gravate da diritti di uso. Stato della procedura. Approvazione regionale, conciliazioni, reintegre. Difformità e contradditorietà di atti di accertamento (prot. N. 7118 del 27.05.2014).
6. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Comune di Stresa/Italia Nostra e altri. Ricorso TAR avverso approvazione variante stralcio I° fase. Determinazioni. (prot. N. 7119 del 27.05.2014).
7. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Centro ricreativo Cascinetta di Carciano (prot. N. 7120 del 27.05.104).
8. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza. Piano arredo urbano e regolamento di riqualificazione e di arredo di spazi commerciali su suolo pubblico in area vincolata. Interferenza dell’ amministrazione in attività gestionale. Conflitto di interessi tra affidatari di appalto di servizi e funzioni pubbliche svolte 7321 del 30.05.2014). 

  
  

martedì 1 luglio 2014

MONITORAGGIO AZIENDALE




Oggi primo di luglio di quest'anno, son mesi sei e giorni 4 che i lavori di costruzione del porto, come si vede, son ripresi. Soldi anticipati €. 397 mila e rotti, avanzamento realizzato uguale zero. Lo ripetiamo e lo calendarizziamo perché sia monitorato questo fatto. Ordunque ora si attendono i risultati di analisi, in corso di attuazione, con circa sei anni di ritardo, che ci diranno se e come, quando e a quanto si farà quest'opera costosa e maledetta. Intanto continua a dormire l'interpello che, è vero, non sono ancora mesi sei che è stato presentato, ma son soltanto cinque e sette giorni e quindi Canio aspetta e non ha fretta. Davanti a questi fatti c'è da dire solo una cosa; che nessuna azienda, non dico solo seria, dico nessuna, punto, avrebbe tardato soltanto anche un minuto a prendere l'intero cda di quell'azienda a calci nel sedere, togliendo le poltrone a presidenti e consiglieri, amministratori delegati e ciarlatani che, nel tempo loro concesso, avessero commesso tali fatti. Ora, comunemente anche si dice; il pubblico è una cosa, il privato è un'altra cosa. Lo so, cari signori, che così comunemente lo si dice, ma c'è un limite anche a tutto ed anche questo lo si dice, per cui se non si può cacciarli dalle sedie a calci nel di dietro, dovevano da tempo, aver la coscienza di togliere il disturbo avendo fallito, in pieno, l'obiettivo, anzi più di uno. Invece sono lì che scaldano le sedie; che fanno pensieri ancora sul prossimo futuro; che studiano alleanze, più o meno strampalate, pensando di essere immortali, più o meno, come dei. Ma andiamo ora un poco avanti e vediamo uno scenario. Immaginiamo che, presto (sic), il porto riesca a farsi; non oseranno mica questi rivendicarne il merito e l'onore? Io immagino che sì; che questi bei signori, il cui merito e il cui onore si colloca, più o meno, ad una quota pari a quella del calpestio dei nostri passi, aspettino nient'altro per rivendicar lor merito ed onore. Ma per tornare, in fine del discorso, al pubblico ed al privato, sarebbe come se, passato un fallimento, l'azienda che riapre richiami in servizio dei falliti. Mica è matta.