C'è una materia che è di competenza assai molto locale, quella che, a volte chiede e a volte impone che tra due interessi in campo, l'uno privato e l'altro quello pubblico, ci sia un incontro produttivo per entrambi. Il campo d'azione in cui agisce sta materia è il territorio; sta volta lo citiamo forse a proposito e non come avviene spesso di sproposito. Ordunque, se la materia è il piano che regola i terreni edificati, quelli che sono a edificare e quelli che é meglio non toccare, come e perché sia andata la gestione di sta cosa nella Perla, la storia ormai prende avvio molto lontano, perdendosi nel secolo già scorso per arrivare ai giorni nostri, campo d'azione di Canio nella materia molto improvvisato. A onor del vero e per testimoniar la verità dei fatti occorre sempre che venga ricordato come, da due secoli a sta parte, anche il Consiglier Decano abbia rivestito un ruolo e messo nella materia tante firme. Comunque da un poco è defilato e al suo posto è Canio che ora impera. Non è che sembra poi che ci si accorga di un cambio di passo o di qualcosa, per lo più si segna il passo. Comunque per tornare in argomento e per rimaner al centro dell'oggetto che oggi vogliamo raccontare, lo scambio tra i due interessi in campo, quello privato a edificare e quello a garantir per tutti spazi comuni e sempre più pubblici servizi, ecco lo scambio dunque non è che abbia prodotto sempre dei bei frutti. Tralascio il caso, che ormai sta negli archivi di giustizia, quando qualcuno interpretò lo scambio come occasione preziosa di un proprio arricchimento, ma anche a lasciar poi stare il campo giudiziario, non è che tale scambio venne interpretato sempre al miglior modo dai vari governi, nel tempo lungo, succeduti, anzi direi che quasi mai. Ultima questione in corso è Villa Lasio, andata in Consiglio il 22 di luglio. C'era, come a tutti è noto, c'era lì in ballo la deroga di Piano per consentir di recuperar la residenza in villa al posto di un albergo. Deroga prevista da una legge, ma non per questo l'atto era dovuto. L'atto, invece, fu legittimamente anche da noi voluto. Si consumò pertanto in quella sede il primo scambio, quello con cui il Palazzo conferì a quel sito anche un diritto che, sin a un'ora prima, non aveva. Ci fu poi in aula un battibecco perché qualcuno chiese dove stava l'altro scambio, quello con cui pur si conferiva al pubblico anche il suo diritto. Canio rispose che quanto a questo c'era poi sempre tanto di quel tempo. Tutto finì nel compromesso che il Professor Decano, ridestatosi, dettò e corresse secondo il suo stile e la sua mano. Ora, passato il tempo, l'azion sul campo di quelli del Palazzo la vediamo; " neminem ledere" sembra il principio con cui agire, anche se quanto poi a ledere qualcuno sarebbe tutta un'altra cosa. Comunque l'ultimo degli interessi è quello pubblico, chiedono 50 anziché 100, otterranno magari un 25. Han sempre fatto così e son rimasti sempre lì; chi di diverso glielo fa fare ?
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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martedì 5 agosto 2014
DARE E AVERE
C'è una materia che è di competenza assai molto locale, quella che, a volte chiede e a volte impone che tra due interessi in campo, l'uno privato e l'altro quello pubblico, ci sia un incontro produttivo per entrambi. Il campo d'azione in cui agisce sta materia è il territorio; sta volta lo citiamo forse a proposito e non come avviene spesso di sproposito. Ordunque, se la materia è il piano che regola i terreni edificati, quelli che sono a edificare e quelli che é meglio non toccare, come e perché sia andata la gestione di sta cosa nella Perla, la storia ormai prende avvio molto lontano, perdendosi nel secolo già scorso per arrivare ai giorni nostri, campo d'azione di Canio nella materia molto improvvisato. A onor del vero e per testimoniar la verità dei fatti occorre sempre che venga ricordato come, da due secoli a sta parte, anche il Consiglier Decano abbia rivestito un ruolo e messo nella materia tante firme. Comunque da un poco è defilato e al suo posto è Canio che ora impera. Non è che sembra poi che ci si accorga di un cambio di passo o di qualcosa, per lo più si segna il passo. Comunque per tornare in argomento e per rimaner al centro dell'oggetto che oggi vogliamo raccontare, lo scambio tra i due interessi in campo, quello privato a edificare e quello a garantir per tutti spazi comuni e sempre più pubblici servizi, ecco lo scambio dunque non è che abbia prodotto sempre dei bei frutti. Tralascio il caso, che ormai sta negli archivi di giustizia, quando qualcuno interpretò lo scambio come occasione preziosa di un proprio arricchimento, ma anche a lasciar poi stare il campo giudiziario, non è che tale scambio venne interpretato sempre al miglior modo dai vari governi, nel tempo lungo, succeduti, anzi direi che quasi mai. Ultima questione in corso è Villa Lasio, andata in Consiglio il 22 di luglio. C'era, come a tutti è noto, c'era lì in ballo la deroga di Piano per consentir di recuperar la residenza in villa al posto di un albergo. Deroga prevista da una legge, ma non per questo l'atto era dovuto. L'atto, invece, fu legittimamente anche da noi voluto. Si consumò pertanto in quella sede il primo scambio, quello con cui il Palazzo conferì a quel sito anche un diritto che, sin a un'ora prima, non aveva. Ci fu poi in aula un battibecco perché qualcuno chiese dove stava l'altro scambio, quello con cui pur si conferiva al pubblico anche il suo diritto. Canio rispose che quanto a questo c'era poi sempre tanto di quel tempo. Tutto finì nel compromesso che il Professor Decano, ridestatosi, dettò e corresse secondo il suo stile e la sua mano. Ora, passato il tempo, l'azion sul campo di quelli del Palazzo la vediamo; " neminem ledere" sembra il principio con cui agire, anche se quanto poi a ledere qualcuno sarebbe tutta un'altra cosa. Comunque l'ultimo degli interessi è quello pubblico, chiedono 50 anziché 100, otterranno magari un 25. Han sempre fatto così e son rimasti sempre lì; chi di diverso glielo fa fare ?
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