Il titolo di oggi è a prova di querela. Nel Consiglio tenuto il giorno otto del mese che era di luglio dell'anno che sta in corso, c'era in agenda un interpello circa le intenzioni che il Governo avesse in mente sulla questione del ricorso, promosso da Italia Nostra e altri, avverso la variante che ha come nome: " La Zanetta ". Per dirla molto in breve il Gruppo che sta "Insieme" voleva un po' sapere se quelli del Palazzo avessero intenzione di far ricorso al solito Pafundi, assumendo la difesa dell'atto di variante o, invece, letto che ormai da tempo avrebbero dovuto quel ricorso, non avessero pensato che fosse meglio tener basso il profilo e lasciar stare. Rispose per dovere e competenza il nostro Canio che, non nuovo a dare risposte un po' evasive, non si espresse sulle intenzioni del Governo. Pressato a che fosse un poco più preciso, ecco che Canio disse che quando venuto fosse poi il momento avrebbero deciso e valutato il cosa fare. Dunque capimmo tutti la risposta; nessuna decisione su quel ricorso era già assunta, ma solo che fosse arrivato il suo momento, avrebbe il Governo poi deciso. Bene: così si chiuse l'argomento che tanto esauriente fu quella risposta che se non avessimo fatto l'interpello sarebbe stato anche lo stesso. Dunque era di luglio, il giorno l'otto, l'anno quello in corso ; oggi leggiamo all'albo del Palazzo che, invece, giusto il giorno 22 del mese prima Canio e il suo Governo avevano già incaricato il solito Pafundi della difesa a oltranza della operazione chiamata " La Zanetta". Mendace dunque fu Canio l'otto di luglio alle 21 quando, davanti al suo Consiglio, negò la verità di un fatto che oggi scopriamo era avvenuto il mese prima. Perché l' ha fatto ? Non c'era da nasconder chissà quale mistero, quelli semmai ci pensiamo noi da soli a scoperchiare, era na roba quasi da un non nulla; dire se ci sarebbe stata o no la costituzione di sto Palazzo nel giudizio, si o no e perché e tutto solo qui. Niente da fare, Canio non fu soltanto reticente, non sol, come se fosse stato lui imputato, si avvalse del diritto a starsene in silenzio, no lui fu mendace e questo è grave in sé, perché negò la verità di fronte a quelli eletti, e non per quanto c'era da affermare o da negare. Che interpelliamo allora a fare uno che è mendace ? Così come sta volta c'è la prova, come non sospettar che sia un po' un vizio ? Comunque, diciamolo davvero, a noi sta cosa non stupisce affatto, lo sappiamo.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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martedì 19 agosto 2014
MENDACE
Il titolo di oggi è a prova di querela. Nel Consiglio tenuto il giorno otto del mese che era di luglio dell'anno che sta in corso, c'era in agenda un interpello circa le intenzioni che il Governo avesse in mente sulla questione del ricorso, promosso da Italia Nostra e altri, avverso la variante che ha come nome: " La Zanetta ". Per dirla molto in breve il Gruppo che sta "Insieme" voleva un po' sapere se quelli del Palazzo avessero intenzione di far ricorso al solito Pafundi, assumendo la difesa dell'atto di variante o, invece, letto che ormai da tempo avrebbero dovuto quel ricorso, non avessero pensato che fosse meglio tener basso il profilo e lasciar stare. Rispose per dovere e competenza il nostro Canio che, non nuovo a dare risposte un po' evasive, non si espresse sulle intenzioni del Governo. Pressato a che fosse un poco più preciso, ecco che Canio disse che quando venuto fosse poi il momento avrebbero deciso e valutato il cosa fare. Dunque capimmo tutti la risposta; nessuna decisione su quel ricorso era già assunta, ma solo che fosse arrivato il suo momento, avrebbe il Governo poi deciso. Bene: così si chiuse l'argomento che tanto esauriente fu quella risposta che se non avessimo fatto l'interpello sarebbe stato anche lo stesso. Dunque era di luglio, il giorno l'otto, l'anno quello in corso ; oggi leggiamo all'albo del Palazzo che, invece, giusto il giorno 22 del mese prima Canio e il suo Governo avevano già incaricato il solito Pafundi della difesa a oltranza della operazione chiamata " La Zanetta". Mendace dunque fu Canio l'otto di luglio alle 21 quando, davanti al suo Consiglio, negò la verità di un fatto che oggi scopriamo era avvenuto il mese prima. Perché l' ha fatto ? Non c'era da nasconder chissà quale mistero, quelli semmai ci pensiamo noi da soli a scoperchiare, era na roba quasi da un non nulla; dire se ci sarebbe stata o no la costituzione di sto Palazzo nel giudizio, si o no e perché e tutto solo qui. Niente da fare, Canio non fu soltanto reticente, non sol, come se fosse stato lui imputato, si avvalse del diritto a starsene in silenzio, no lui fu mendace e questo è grave in sé, perché negò la verità di fronte a quelli eletti, e non per quanto c'era da affermare o da negare. Che interpelliamo allora a fare uno che è mendace ? Così come sta volta c'è la prova, come non sospettar che sia un po' un vizio ? Comunque, diciamolo davvero, a noi sta cosa non stupisce affatto, lo sappiamo.
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