Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

mercoledì 7 ottobre 2015

AGGREDIRE IL DEGRADO


 
 


Col titolo di oggi apriamo la missione che dovrebbe trovare un po' d'accordo tutti quanti i cittadini. Sto degrado urbano che è in giro dappertutto e che sono decenni che noi lo sopportiamo e che ci turba, è arrivata l'ora che finisca. Aggredire dunque il degrado cittadino su questo punto tutti, magari, sarebbero d'accordo, ma poi sul cosa e come fare divergono i pareri ed anche, si sa, ci sono, a mettersi al traverso, gli interessi. Però questo non vuole dire che a noi ci tocchi in eterno sopportare sto stato delle cose che ha più di un nome e di un cognome, che ha le sue cause e le sue ragioni e che chi tocca governarci spetta trovar le soluzioni. Che sia la pensilina alla stazione dei treni o dei battelli, che sia la solita Gabbiola, che sia Villa Castelli, che sia la Palazzola, che sian le tante ville in mano agli Alberghieri, che siano i crolli in vetta al Mottarone, che sian le stazioni dell'impianto bistrattato che unisce la costa alla sua vetta, che sian gli impianti di luce arrugginiti, che siano i beni disastrati del lago demaniali, che siano i vicoli di tante frazioni collinari, la lista è lunga, ed è ormai così assai lunga che metterci le mani non è facile, ma vale la regola per cui per poter finire occorre da una qualche parte pure cominciare. Ormai sono passati decenni di governi che sui temi che abbiam sopra indicato han dimostrato un pieno, assoluto, totale e senza scuse fallimento. Non sarà dunque il Borgomastro colui che, da solo, muterà la serie storica dei disastri qui già indicati; occorre che sul tema del degrado e sui rimedi la "Perla" ormai si dia una sveglia, che indichi al governo che è ora di metterci le mani, pretenda insomma di veder qualcosa e che questo governo dall'alto del Palazzo dica lui che cosa vuole fare, lo dica subito perché non sono giunti lì ieri, ma più decenni ormai già fa. Ci vuole che pure quella che suole chiamarsi opposizione faccia la sua parte, almeno un pressing serio e senza sosta, non certo che stia soltanto ad aspettar qualcosa. Ci vogliono risorse, pubbliche e private, ci vanno buone, serie e sane idee, validi progetti che abbian a far della città un salto in qualità senza guardar in faccia quasi a nessuno. Ci vuol ciò che mai c'è stato, la volontà di raddrizzar la schiena, il buon governo; ci vuol tanto coraggio, ci vuol mettere pure in gioco il cadreghino.



Nessun commento:

Posta un commento