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venerdì 16 ottobre 2015

INTERROGATIVI







La notizia compare solo oggi, ma l'atto è ormai di fine agosto scorso e con tal atto la Giunta e il Borgomastro chiedon lumi al solito Pafundi circa la validità dell'atto che, sin'ora, ha consentito di costruire una villa con vista diretta sul cimitero della frazione di Carciano. Per vero, nell'atto che qui noi ricordiamo, si dice che le carte son state sequestrate e dunque è in corso un'indagine penale per appurar, si crede, se mai, sempre le carte, potevano consentir quanto vediamo o, invece, son giusto carta straccia e dunque sia stata consumato, probabilmente, anche uno o più reati. La cosa, per vero, a noi non giunge nuova che lo dicemmo questo fatto a chi lo aveva combinato, ma senza risultato. Non solo poi non ci fermammo, ma lo scrivemmo pure a chi dentro nell'Ente deve o dovrebbe vigilar sugli atti "corruttivi." Ci fu risposto comunicandoci l'archivio della pratica e accompagnando sta notizia con una relazione di chi aveva commesso il fatto che era un insulto alla nostra intelligenza. Ora si scopre che, forse, sarebbe stato meglio che la cosa non fosse subito archiviata, ma un poco approfondita ed ecco che il nostro bel Palazzo ricorre al solito Pafundi perché precisi lui se mai le carte, a suo giudizio, avessero un valore e che poi dica se mai sarebbe anche possibile concedere altri titoli richiesti per farci una variante all'edificio o se, infine, occorra metter mano a quelle carte, buttarle nel cestino e quindi, in qualche modo, sanzionare. Non so se poi Pafundi ha già risposto e se, avendo dato la risposta, cosa mai abbia lui scritto, comunque poco conta il suo giudizio essendo la vicenda al vaglio del giudice penale. La storia comunque la racconto perché vi si scopre quanta sia l'ipocrisia che, a volte regna, in questa piccola città. Che la villa con vista al cimitero, così com'è in corso la sua avanzata costruzione, col fischio che si potesse fare, era talmente tanto evidente che, scomodar Pafundi, a cose fatte, serve niente. Eppur ce l'hanno fatta, ed è qui che occorre che ci facciamo noi qualche domanda, mica a Pafundi, ma è al governator Bottini che occorre fare le domande: com' è che sia stato possibile concedersi a terzi un beneficio tale, contro una norma chiara che anche soltanto ad essere un bambino non c'era da sbagliare ? C'é stata un'indebita pressione ? C'é na qualche relazione tra il fatto denunciato e il successivo trasloco ad altra sede di chi firmò quell'atto ? Perché si lasciò passare il tempo e far così la costruzione quando già il fatto ormai era noto ? Perché tutto venne archiviato in troppa fretta ? Tanti perché e percome cui, difficilmente, avremo mai soddisfazione.
 

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