Dare a Cesare……., eppure anche sta volta la cosa andava storta e Canio l'aveva fatta ancora grossa. Comunque ora leggiamo che al ponte Roddo lo schifo verrà tolto; un'area defilata per camper di passaggio ed una sul davanti di parcheggio, il tutto su un terreno ceduto a costo zero. La cosa un poco ci rincuora avendo avuto parte nella cosa. La storia è un po' più lunga e parte da lontano quando, negli anni del piano fatto con le stecche, imposero sull'area un tal gravame che col fischio ci avrebbero mai messo le mani. Noi pure sostenemmo, durante lo scorso di mandato, di togliere quei pesi assai gravosi, persino punitivi e trovar così la soluzione. Rispose in un Consiglio un tale Professore, lo stesso che firmò, negli anni delle stecche, quel piano punitivo, dicendo che: " Signori, ci spiace non si può ". Finiva giusto lì; rimase quello schifo, sin tanto che un po' dopo un tal detto Di Canio, non so se chi fosse ricordate, siglò una sorta di contratto,affittando per conto del Palazzo quell'area per farvi una specie di parcheggio. Diec anni era poi il tempo fissato di durata del contratto, 2.000,00 euro per anno la pigione, finito che fosse tutto il tempo, finiva anche il parcheggio. La cosa era assai strana, gli venne ricordato che forse qualche cosa non andava, ma Canio era un testone e più lo contrastavi e più lui anche insisteva. Comunque la cosa avanti non andava e venne l'occasione di farci una variante. Sta volta il Professore non più si ricordava di averci già risposto: " Signori, ci spiace non si può", ma colpito dal rimorso per quanto aveva fatto in anni giovanili, gli piacque metter mano al danno combinato. Morale, sta volta proposero una norma sin troppo permissiva, passando da un rigore esasperato a un lassismo stravaccato. Presenti in quel Consiglio calammo le armi conosciute, scrivendo le note di una qualche osservazione. Nel tempo più recente, sparito quel Canio dalla scena, il nuovo Borgomastro rispose a quelle note e in parte pur le accolse. Da lì nacque la norma che impone la cessione dell'area senza prezzo. Rimane il costo del fare anche il parcheggio, perché sia ben inteso non è tal cessione si tratti di un regalo, è un obbligo di legge, così come sarebbe un obbligo di legge il costo del parcheggio da farsi dal privato e cedersi al Comune. Di mezzo ci sta il tempo; il Palazzo lo vuole adesso, il privato quando poi lui si decide. Per ora è stato, dunque, dato a Cesare soltanto un primo pezzo, vedremo più in là che cosa poi succederà.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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giovedì 1 ottobre 2015
DARE A CESARE CIO' CHE E' DI CESARE
Dare a Cesare……., eppure anche sta volta la cosa andava storta e Canio l'aveva fatta ancora grossa. Comunque ora leggiamo che al ponte Roddo lo schifo verrà tolto; un'area defilata per camper di passaggio ed una sul davanti di parcheggio, il tutto su un terreno ceduto a costo zero. La cosa un poco ci rincuora avendo avuto parte nella cosa. La storia è un po' più lunga e parte da lontano quando, negli anni del piano fatto con le stecche, imposero sull'area un tal gravame che col fischio ci avrebbero mai messo le mani. Noi pure sostenemmo, durante lo scorso di mandato, di togliere quei pesi assai gravosi, persino punitivi e trovar così la soluzione. Rispose in un Consiglio un tale Professore, lo stesso che firmò, negli anni delle stecche, quel piano punitivo, dicendo che: " Signori, ci spiace non si può ". Finiva giusto lì; rimase quello schifo, sin tanto che un po' dopo un tal detto Di Canio, non so se chi fosse ricordate, siglò una sorta di contratto,affittando per conto del Palazzo quell'area per farvi una specie di parcheggio. Diec anni era poi il tempo fissato di durata del contratto, 2.000,00 euro per anno la pigione, finito che fosse tutto il tempo, finiva anche il parcheggio. La cosa era assai strana, gli venne ricordato che forse qualche cosa non andava, ma Canio era un testone e più lo contrastavi e più lui anche insisteva. Comunque la cosa avanti non andava e venne l'occasione di farci una variante. Sta volta il Professore non più si ricordava di averci già risposto: " Signori, ci spiace non si può", ma colpito dal rimorso per quanto aveva fatto in anni giovanili, gli piacque metter mano al danno combinato. Morale, sta volta proposero una norma sin troppo permissiva, passando da un rigore esasperato a un lassismo stravaccato. Presenti in quel Consiglio calammo le armi conosciute, scrivendo le note di una qualche osservazione. Nel tempo più recente, sparito quel Canio dalla scena, il nuovo Borgomastro rispose a quelle note e in parte pur le accolse. Da lì nacque la norma che impone la cessione dell'area senza prezzo. Rimane il costo del fare anche il parcheggio, perché sia ben inteso non è tal cessione si tratti di un regalo, è un obbligo di legge, così come sarebbe un obbligo di legge il costo del parcheggio da farsi dal privato e cedersi al Comune. Di mezzo ci sta il tempo; il Palazzo lo vuole adesso, il privato quando poi lui si decide. Per ora è stato, dunque, dato a Cesare soltanto un primo pezzo, vedremo più in là che cosa poi succederà.
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