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mercoledì 30 marzo 2016

CONTENZIOSI




Di nuovo una lezione, di nuovo una sconfitta; è un'altra sentenza dei giudici degli atti che boccia quel governo che fu degli avvocati. Pazienza adesso il Borgomastro, è altro il suo mestiere, ma quando la squadra di comando, dal Capo all'altro suo assessore, sedeva su quello di governo come fosse stato un banco di giustizia, difficili è capire con quanta faciltà o meglio libertà prendeva poi le sberle piovute dai giudici in sentenze. Quest'ultima è la storia del solito trenino che andava su e giù per le vie del borgo cittadino, ma un giorno venne in mente di far la rotazione; insomma per fare, per il vero, un po' rottamazione s'inventò la rotazione. Morale della cosa, sia i giudici del Tar che quelli dell'appello bocciarono il sistema messo in piedi, ma che, per vero, parve stare poco in piedi. Nessuno paga i danni, anche questo è vero, ed è già consolazione, ma lunga è la lista dei casi passati sotto esame il cui esito finale o, almeno, anche intermedio, non sembra positivo e il saldo comunque è negativo. Tra liti, pareri e consulenze, non sembra che lo studio del solito Pafundi ne abbia da soffrire. Averne di clienti come questo che sforna contenziosi a tutto spiano, che chiede pareri per ogni cosa, che perde le cause, ma non cambia mai avvocato. Per vero una parola a sua difesa ci sembra sia da spendere; difficile è difendere le cose indifendibili, ci prova sto Pafundi, ma se il difetto sta tutto nella cosa, non c'è storia... .Comunque gli errori sempre premiano ed ora l'assessore, già avvocato, è Vice Delegato e grazie all'esperienza che si è fatta, supporta il Borgomastro nel campo suo geniale, quello legale. Ma quanto al Borgomastro, un po' diffida del "giovane" avvocato; pescando la saggezza popolare ha già coniato il motto che è meglio un brutto accordo che fare un contenzioso. La regola scolpita ha già dettato la linea che ha tenuto per chiudere con successo ( sic!!) il caso "Villa Aminta ". Siam dunque finiti dentro una botte che, come si dice, è fatta di ferro.




martedì 29 marzo 2016

REIMBARCO



Scivola dunque il Borgomastro che, sbarcato già di un passo, ora è obbligato ad un reimbarco. Per una volta insomma che era andato via di fretta, si deve già fermare per non rischiare di affondare. Il colpo malandrino gli arriva dal Governo che emana una grida draconiana che "interpreta" la legge un po' a suo modo e, per ora, non sembra dare spazio all'estensione della tassa sullo sbarco. Esulta ora la "piazza" che vede già slittare il varo del tributo più temuto. Pazienza il tutto è rinviato; non credo che il Governo si rimangi ora la grida sebbene non convinca, ma la cosa è fatta all'Italiana, si scrive una parola, s'interpreta già al contrario. Assolto il Borgomastro ? Neanche per ora me lo sogno. Se fosse entrata in uso sta tassa sullo sbarco, non credo che comunque le casse del Palazzo si sarebbero arricchite; neppure dei bambini, chiamati a governare, sarebbero riusciti a scrivere da soli le norme colabrodo che le menti del governo, di quello della Perla ora si intende, hanno pensato. Ci passi la sanzione, finita nel ridicolo la sera del Consiglio, che avrebbe messo alle catene le navi e le scialuppe, ma c'era pure il modo singolare col quale la tassa sarebbe stata poi riscossa; un semplice scontrino, di cui dopo un minuto si sarebbe persa anche la traccia. In questa situazione surreale non sembra che la cosa che ora è capitata sia poi delle peggiori, ma forse che col tempo, può darsi che migliori. Comunque se sul fronte del lago le cose sono state un poco sfortunate, un po' meglio sono andate dentro il borgo. Non è stata inaugurata, ma è stata comunque utilizzata la piazza già rifatta. Sebben non ultimata, sebbene a malincuore da parte dei mercanti, sebbene non soddisfi, sebbene tanti soldi si spendano un po' a vanvera, sebbene è ancora un po' tutto provvisorio, comunque, per forza o per amore la piazza, quantunque criticata, è stata aperta.








venerdì 25 marzo 2016

AUGURI PASQUALI




Rivolge dunque il Borgomastro anche gli auguri; non usa sta volta, o almen per ora, il sito ufficiale di Palazzo, ma lo fa usando il manifesto della lista. Non è molto, Il tempo è assai tiranno e il traguardo di questo primo anno è assai vicino, ma il carniere è ancora vuoto. Si aggiunge inoltre l'aggravante che, di fatto, non è affatto il primo anno, ma è il seguito di tanti, sicuramente troppi anni già passati e quindi perché mai questo carniere sia ancora tutto vuoto è un bel mistero. Comunque lo sappiamo, Bottini, il Borgomastro, è un uomo più del fare che forse del pensare. Invece, un uomo del pensare, sicuramente non del fare, è il nostro Professore, quel noto Gattopardo che infila soluzioni che son risoluzioni. Se quindi uniamo il fare insieme al non pensare con poi il pensare insieme ad il non fare, è qui che forse ci sta la soluzione sul fatto che il carniere sia sempre quasi vuoto. Comunque siamo a Pasqua, facciamo un poco i bravi; non è che siam cattivi, ma insomma ci sappiamo anche un po' fare e quindi al Borgomastro facciamo tanti auguri e già per non cambiare occorre rammentare che ci stanno sempre ancor sospese le sei solite domande che qui ci tocca pure ricordare:
1) Se non ci sono soldi perché è stato fatto uno sconto sul debito fiscale che è pari a 55 mila euro ed interessi di canoni impagati dal Grand Hotel Des Illes? 2) Se non ci sono soldi, perché è stato fatto un altro sconto, sta volta di 88 mila euro sul debito per canoni futuri al sempre ricordato Grand Hotel Des Illes? 3) Se non ci sono soldi perché si lascia ancora in mano a Villa Aminta quel gruzzoletto che è pari a 225 mila euro di lavori che mai furono fatti? 4) Se non ci sono soldi perché non si recuperano quei soldi che furono accertati in 80 mila euro che furon regalati al genio redattore del progetto portuale finito poi tutto quanto nel cestino? 5) Se non ci sono i soldi, è stata mai applicata la sanzione, che stimo assai salata, riguardo l'abuso da anni ormai già fatto, sull'Isola dorata o anche quello, risulta che da voi è stato condonato? 6) Se non ci sono soldi perché mai in tema di parità fiscale si applica il principio che non tutti sono uguali? Per dirla ancor più chiara, perché per Villa Lasio da anni si contende davanti a tutti i giudici possibili e per gli altri, i soliti furboni, si dice che c'è sempre un giudicato?

mercoledì 23 marzo 2016

INCAGLI






Non taglia i nastri, ma s'incaglia. E' questa forse la sintesi più esatta che, ormai trascorsi dieci mesi dalla presa di comando, se mai dobbiamo descrivere un giudizio ci viene qui da scrivere. Non parte dunque quel parcheggio per anche un qualche camper che, al ponte dei rio Roddo, pareva cosa fatta. Ragione di sto fatto e che la proprietà ancor non firma la cessione dell'area designata. S'incazza il Borgomastro, vorrebbe che Stresa Servizi ugualmente lo facesse, ma non l'ottiene. Perché poi la proprietà non firma la cessione è che mica tanto essa si fida. La cosa è un po' complessa, ve la spiega il Borgomastro al prossimo Consiglio. Ma pur Stresa Servizi è ora un bel problema; sta sotto la soglia del milione designata dall'ultima legge che norma la questione. Si apre pertanto un bel problema cui pensa per ora il Borgomastro soltanto di sfuggire, godendo di proroghe o rinvii. Per ora non decide, prende tempo e si affida alle preghiere, invece di pensare a dare al problema la giusta soluzione. Notizia di oggi sulla Stampa: fallisce l'azienda designata a fare l'Alberghiera. Che sia questa una notizia forse è un poco esagerato, piuttosto è una conferma della sfiga. Covava questa cosa ormai da molti mesi, ma par che poco importi, c'è pronta un'altra impresa cui l'azienda, già fallita, aveva ceduto un ramo dell'azienda con dentro anche il contratto sfortunato. Notizia già ben nota pure questa, ma da mesi la Provincia, anche lei mezza fallita, risponde che sta dietro le carte e questa è forse l'unica notizia di rilievo. Intanto è sempre fermo, o quasi fermo, e son tre mesi, il cantiere del porto maledetto. C'è stato, è ver si dice, un tentativo di ripresa, ma par che, per ora, pure questo sia fallito.




































martedì 22 marzo 2016

NUOVA STAGIONE







Non taglia dunque nastri il Borgomastro e contro ogni speranza, alla vigilia stagionale, Lui lascia in bella vista il monte dei detriti, il ponte tibetano sul rio Roddo, le buche e le transenne al lungo lago. Non è male; voleva una leva per cambiare, ha avuto una poltrona per anche comandare, ma a parte una pittura di bianco a coprire un po' la ruggine, non è che, sin'ora è stato capace a far qualcosa. Parliamo sino adesso non certo di cose assai complesse, parliamo di robe assai ordinarie, di cose che per farle non è che ci occorra di fare le elezioni. Comunque non rimane che piangere e aspettare. Per quanto poi riguarda le cose più complesse qui si complica un po' il quadro. A parte la storia dell'area sbandierata al ponte del Carciano che pare ora sparita, l'accordo transattivo per la vasca da bagno al lido sempre di Carciano è andato a conclusione? Il termine fissato era il ventotto del mese già passato, ma il sito non informa, è fermo al referendum del giorno 17 del mese che verrà e quando c'è silenzio si dubita sempre un po'. Comunque noi aspettiamo.Il resto è cosa nota; l'accordo con Villa Aminta è andato alla malora. La stessa Villa Aminta è uscita dall'accordo secondo condizioni ora migliori di quando ancor non vi era entrata. L'intesa ora raggiunta è un gran capolavoro condotto a conclusione dal noto ciambellano, il Professore, che emenda i codicilli, sfumando i commi e i contro commi, spostando le virgole, gli a capo e i punti e virgola. Insomma un gattopardo, anzi il Gattopardo. Da ultimo oggi noto le regole fissate per lo sbarco. Se salta nel Consiglio la regola severa di facciata, ma ridicola del blocco amministrativo dei natanti e delle navi per chi avesse mai osato sbarcare senza tassa, si aggiunge che la tassa si paga a brevi manu e la si intasca. Nessuno strumento è stato messo in campo che assicuri che i soldi, magari anche incassati, siano però tutti versati.



lunedì 21 marzo 2016

CRONACA DI UNO SBARCO








Prosegue la cronaca cha abbiamo accantonato di questo Consiglio che non è ancora terminato. La serie degli oggetti in discussione si muovono un po' tutti intorno al tema dello sbarco che pare abbia un poco preoccupato e non poco interessato. Comunque il punto principale in discussione è il testo, riformato, della normativa che viene ora aggiornata per estendere il dazio dello sbarco ai trasportati, non solo dalla flotta dello Stato, ma anche da tutta quanta la variopinta più piccola flottiglia. Il Borgomastro lo spiega un po' a suo modo, garantisce esserci l'accordo coi soggetti riscossori del balzello e, mostrando un po' il bastone e la carota, fa capire che per ora le cose son così, ma se poi… si cambierà. Comunque la cosa poco piace all'intera minoranza del Consiglio che lamenta di non esser, come sempre, consultata. Ma è che il bello viene adesso; sto balzello è sanzionato, chi non paga è castigato, ma il castigo è sperequato, anzi è tutto pasticciato. La sanzione più pesante è sospender la licenza, ma sospendere non si può se la flottiglia è del porto di Baveno o del porto di Verbania e via così, non ci sta la competenza. Non parliamo poi a sospendere la flotta che è di Stato. Questo fatto inaspettato mette subito in allarme il governo e il Borgomastro cui è sfuggita questa perla, ma rimediano poi anche in fretta, cancellando la sanzione maledetta. La figura però è fatta; un errore clamoroso, una svista elementare che la dice molto lunga sullo stato di salute anche mentale. Ne approfitta della svista smascherata dall'esperto Comandante, anche il Carroccio che punzecchia con domande e domandine sugli articoli e sui commi delle norme in discussione. Alla fine, tira e molla, l'incidente poi ci scappa e la Capa di quel gruppo, provocata, lascia l'aula. Tornerà poco un po' dopo, ma la scusa dell'orario andato lungo torna buono al Borgomastro che saluta tutti quanti e manda a casa.





venerdì 18 marzo 2016

PROCESSATE QUEI TRE






Immaginare Canio in queste ore non è certo a noi difficile. Di questa cosa ci fece una passione; appena ne aveva un'occasione si cimentava a stendere querele che, generalmente, poi perdeva. Sta volta, baciato dalla sorte, passati un po' di anni dal giorno in cui la stese, si vede per ora star premiato. La pubblica accusa dello Stato ha letto la querela e invece di buttarla nel cestino, ha preso le persone che Canio aveva lì indicato e vuole processarli imputando ai tre soggetti la diffamazione a mezzo stampa. L'arma del delitto è un manifesto che, al tempo della guerra chiamata " La Zanetta", additava Canio e il suo governo colpevoli di "crimine...". A tanta tracotanza l'Alcade rispose con l'arma a lui congenita: la solita spavalda sua querela. Che fosse tanto grave l'offesa che da noi fu a Lui portata, che fosse una roba da disturbare la giustizia così già tanto tribulata, pensandoci ancora oggi ci vien a trasalire. Eppure questa volta e solo questa volta, ci viene anche da dire, come si è soliti anche dire, che la giustizia ha fatto ora il suo corso. Si andrà dunque nell'aula il giorno 18 del mese di maggio che verrà; imputati sono Vecchi, Casaroli e il solito Piervalle che, tradotti lì in catene ascolteranno le accuse loro mosse. I meccanismi del processo a noi son poco noti, sarebbe questa udienza chiamata "smistamento"; sto termine che sembra ferroviario a noi non dice molto, su questo è Canio l'informato. Comunque la vedremo e presto ci bene informeremo. Intanto ci pensiamo a come difenderci per bene e come rintuzzare sto vizio di accusare.La cronaca imminente peraltro ci conforta; non sembra andato in porto il sogno dell'Alcade cui tanto ci teneva. Seguite questo blog e presto lo saprete.



giovedì 17 marzo 2016

MEZZO CONSIGLIO






Ore 18 tutti in aula; un'aula che sta volta sta un po' stretta, non certo causa un pubblico impazzito di interesse per le pubbliche questioni, ma coinvolto per diversi suoi interessi che all'ordine del giorno sono in campo. Alla fine, dopo l'attesa, sarà anche un po' deluso perché un po' tutto è rinviato. Comunque si inizia senza indugio e dopo l'appello, il tema è quello caldo: Villa Aminta. Confessa il Borgomastro, confessa il suo peccato di averci anche creduto, confessa che forse l'ha presa sotto gamba, che la cosa è stata lasciata andare troppo lunga, ma confessati i suoi peccati lui chiede subito il perdono; lui chiede di votare il testo presentato che è uguale all'altra volta e che chiude, per sempre, questo "sogno". Insomma è stato un sogno, ma all'amaro ora risveglio si deve prender atto. Non c'è lo spazio, la parte ormai non tratta, sarebbe un contenzioso ed è meglio fare un brutto accordo che mettersi ora in lite. Se questo è il postulato, non c'è una conclusion che sia diversa; lo dice anche Pafundi che è meglio non far lite, insomma, mi dispiace, ma la cosa la risolvo, prendiamo quattro soldi e morta lì: Or parte minoranza che pare anche agguerrita. Il primo è il Comandante che illustra le sue tesi, che smonta la proposta usando un medesimo argomento di Pafundi. il testo presentato è debole e carente in assoluto sul punto che nasconde le ragioni di pubblico interesse che giustificano la revoca proposta. Sperequa tra le parti, concedendo a sola Villa Aminta di pagare il suo debito oltre tempo; insiste il Comandante chiedendo di trattare nuovamente con la parte, aprendo ai Consiglieri il tavolo all'accesso. Non meno contrariata è Severino, ricordando la lettera di Canio scritta la vigilia dell'ultimo giorno di mandato con cui rivolgeva a Villa Aminta la richiesta su cosa mai volesse fare. E' dura sul punto in cui concede a Villa Aminta ancora 4 anni per pagare quei soldi che tiene da sei anni. Non molla sul fatto che la revoca travolge anche il diritto concesso in superficie ed ora svanito con le carte. Non di meno è Bertolino; lui dubita dei costi richiamati, giudica non chiaro anche il parere emesso ora dall'Anas, si chiede qual sia la sicurezza che già ora vi sarebbe per chi transita senz'auto su quel tratto, ritiene si possano studiare altri percorsi che evitano i problemi sollevati. Sin qui il nostro Borgomastro ascolta tutti, i tempi di Canio son finiti, ma nel prender la parola ci delude. Non vede soluzione, disegna uno scenario ancor più nero, occorre prender atto, lasciare i nostri sogni e chiudere sta cosa. Arriva il Professore, inizia un po' un sermone che pare una lezione, poi intravvede una apertura con qualche emendamento e prende un po' di tempo. S'interrompe di colpo la seduta, si riuniscono in conclave e quando si riprende è sempre il Professore che illustra la sua di soluzione. Cancella il comma due, aggiunge il comma tre, divide il comma quattro, moltiplica per otto e quando lui finisce non cambia proprio niente. Ricorda quell'altro Professore, chiamato già Sottile che applica una regola che dice che se inverto nell'ordine gli addendi non cambio il risultato. Morale della favola, cancella nell'atto la proroga a pagare, ma aggiunge che se poi Villa Aminta la richiede, la Giunta gliela esamina e decide. E quanto a quel diritto che già era acquisito di dare, senza prezzo, in superficie anche il terreno per far la passeggiata, si revoca il diritto, ma si aggiunge che la Giunta negozia poi col Tipo che se mai un giorno benedetto nel prossimo lontano ormai improbabile futuro, qualcuno avesse voglia di riprendere il progetto, ebbene il Tipo si impegnasse a dare in via bonaria il terreno necessario. Peccato che bonario non vuole dire senza prezzo e questo forse è sfuggito alla pur agguerrita minoranza. Comunque su questa soluzione si va alla fine al voto, sta volta un po' complesso per via dei tanti emendamenti. Vi lascio immaginare qual sia stato l'esito scontato che ha visto rientrare nei ranghi del gruppo ora compatto il Fortis, la testa di ponte di Canio dentro il Consiglio. Morale della favola, non solo Villa Aminta si rimangia tutto quanto, ma ottiene migliori condizioni degli altri che furono suoi associati nella medesima variante. Un'opera grandiosa cui merita assegnare il nome di Sottile anche al nostro, per vero, più modesto Professore.











































































































































































































































martedì 15 marzo 2016

CARTA STRACCIA




Si arrende dunque il Borgomastro; non è ben chiaro se d'accordo col nemico o per sconfitta sua subita. Comunque si archivia Villa Aminta secondo le intenzioni proprietarie. Sospeso già l'esame in sede di Consiglio, ora ritorna la stessa identica proposta confortata, è il caso di dire proprio sì, dal solito parere legale di Pafundi che morire che una volta consultato dica no. Comunque il caso è chiuso, l'accordo siglato dal gran Canio è cancellato. Rimangono soltanto i soldi già dovuti e mai versati, quei 225 mila in euro. Comunque c'è del tempo, si versano mensili nei prossimi quattranni; sì è vero si aggiungono interessi, ma i tassi sono a terra e dunque è poca cosa e gli altri sfortunati pagarono il dovuto tutto quanto nell'anno ormai lontano 2000 e forse nove, mentre il nostro fortunato finisce di saldarli con solo due lustri di ritardo. Comunque una roba almeno è certa: finisce la presa dei fondelli nei confronti del popolo elettore; si chiude questa farsa durata sol sei anni; ora basta, l'inganno perpetrato almeno sta svelato, gli accordi sono stracci, la clausole son fasulle, i timbri sono falsi, le firme contraffatte. Evviva il Borgomastro; ha chiuso una questione con gran soddisfazione, lasciata già in sospeso dal suo predecessore ed ora liquidata con anche quell'alta sorveglianza del noto ormai Pafundi. Saranno poi narrate le cose intervenute: i soliti imprevisti, la nota a firma Anas (sic!), gli oneri eccessivi, gli impedimenti sconosciuti, insomma un quadro tragico, una sfiga senza limite che pare abbiano causato la fine del progetto. Non ultima ragione, si evita una lite, cioè facendo ciò che chiede la parte vincitrice, si firma anche la resa e questo sarebbe già un successo.






























lunedì 14 marzo 2016

PICCOLA PERLA




Serata organizzata il sabato passato; il tema sul tavolo era Milano, o meglio la nuova città metropolitana ridisegnata, con tanto di numeri, di Pil che andrebbe anche al più 8 per cento, di addetti, di imprese, di banche e di finanza, di scuole universitarie e di aeroporti, di alberghi e di turisti, insomma l'autore, un ospite costante della Perla, descrive, nel suo libro che presenta, il futuro nel tempo a noi già ormai prossimo ed anche nello spazio a noi pure assai vicino. I presenti non sono affatto molti, seppur la locandina lo spiegasse che il tema riguardava anche gli effetti futuri qui da noi dei numeri descritti nel libro presentato. Tra i presenti si contano le assenze rilevanti; assente è infatti il Borgomastro, assente è il Professore e l'unico presente del governo è quello delegato, lo Scarinzi. Presente ritrovato è invece il vecchio Alcade, schierato in prima fila ritorna presto in scena. In breve si toccano gli effetti che il tema in discussione avrà nel medio tempo sulla Perla ed ecco che l'autore ci fa la narrazione e enumera le cose che, a giudizio, dovrebbe presto fare per prendersi gli effetti del futuro. In testa ci mette sì il turismo, ma quello per l'inverno; ci mette l'attenzione ai bandi comunitari ed il rilancio del pala dai congressi. Sembrava di leggere le cose da noi dette, sempre invano, nel lustro già passato sui banchi del Palazzo. Non so se questo autore conosca lo spessore dei capi del governo e delle squadre messe in campo, per cui le cose dette son robe un po' marziane. Comunque l'Alcade spodestato sta presente e prende la parola col suo mantra, per cui la colpa sono le leggi, i troppi anche cavilli, la colpa è del governo, la burocrazia pure ci mette la sua parte e così assolve lui se stesso da ogni suo insuccesso e, dulcis anche in fundo, si vanta di un unico successo, raccontando agli attoniti presenti, la balla della gara funiviaria dove, a detta però solo di lui, il soggetto risultato vincitore ci mette di soldi oltre un milione. Peccato non sia per niente proprio vero, ma il nostro vecchio Alcade seppur che ha perso il pelo non perde ancora il vizio.












venerdì 11 marzo 2016







IL BORGOMASTRO DISPONE
di convocare il consiglio comunale in sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giorno Mercoledì 16 marzo 2016 - ore 18.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono
e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno Mercoledì 16 marzo 2016 - ore 19.30
presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono
Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Seduta pubblica.
1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.
2. Revoca accordo Rep. N. 6488/2009-6544/2015 - Hotel Villaminta S.a.s. relativo ad assegnazione volumetria alberghiera mediante variante parziale al vigente P.R.G.C. e realizzazione passeggiata a lago (rif.to. D.C.C. NN. 47/2009 e 69/2012).
3. Esame ed approvazione modifica Regolamento Comunale sull'imposta di soggiorno.
4. Istituzione del contributo di sbarco e determinazione tariffa.
5. Esame ed approvazione Regolamento Comunale per l' applicazione del contributo di sbarco.
6. Tassa sui rifiuti (TARI) - Affidamento al Consorzio Obbligatorio Unico di Bacino della gestione del tributo compresa l'attività di accertamento e di tutte le fasi propedeutiche e consequenziali alla riscossione per l'anno 2016. Approvazione convenzione.
7. Proposta alienazione area demaniale comunale in frazione Isola Bella e conseguente sdemanializzazione.
8. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interrogazione ad oggetto "Auguri di Natale ai dipendenti comunali fuori dalla sede istituzionale" .
9. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interrogazione ad oggetto "Indecenze" .
10. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa a parcheggi in piazza Marconi .
11. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa a situazione zona stazione ferroviaria e spazi adiacenti.
12. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa a scadenza concessione area mercatale/chioschi isole Borromee.
13. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interrogazione ad oggetto "Edificio in costruzione vicino al Cimitero di Carciano"


IL BORGOMASTRO
(Giuseppe Bottini

giovedì 10 marzo 2016

VELOCITA' DI GOVERNO


 


In genere si dice che la montagna partorisce un topolino, nel caso che oggi presentiamo è, invece, il topolino a partorire una mantagna. Con ben oltre un anno di ritardo, la giunta di governo, riunitisi d'urgenza il giorno ventiquattro del mese di febbraio dell'anno che sta in corso, ha decretato. Che cosa ha decretato ? Ma è semplice da dire, persino anche da scrivere; ha infatti, con atto numerato 32, finalmente, ora approvato un bel progetto per togliere dall'alveo sulla foce del rio Roddo il mucchio di detriti che ancora lì staziona da quando la piena del fiume l'ha portato. L'atto del governo ci spiega per bene e per benino le norme, i codicilli, le regole, le deleghe, le procedure e tutto quanto che insomma deve esser poi fatto nei casi come questo. Il ventiquattro febbraio di quest' anno si chiude, pertanto, una vicenda che è solo vergognosa. Col cavolo si chiude; quell'atto or va pubblicato secondo le regole qui sotto riportate :

" i progetti devono essere portati a conoscenza del pubblico a mezzo di pubblicazione di apposito avviso sul Bollettino della Regione Piemonte, nel termine perentorio di quindici giorni, chiunque vi abbia interesse può presentare le proprie osservazioni al Settore decentrato competente, una copia del progetto viene inoltre trasmessa al comune o ai comuni interessati dall’intervento per l’affissione all’albo pretorio per la durata di otto giorni, decorsi i quali essa viene restituita al Settore decentrato con la relata di avvenuta pubblicazione e con le eventuali osservazioni" .



A scanso di ogni equivoco si apre, pertanto, un'altra fase che segue questa fase e poi magari il mucchio di detriti che, spieghiamo son circa 600 metri cubi verrà, nel vano dell'attesa, pure asportato da una qualche altra nuova piena che intanto magari arriverà. Non male dunque si muove, quanto ai tempi, sto Palazzo che seppur da mesi dica essere ormai pronto a rimuovere il mucchio abbandonato, ci mette oltre un solo anno per far quattro misure e scrivere due carte. Beccato pertanto il Borgomastro a raccontare un'altra delle sue solite balle; sicuro come l'oro sto mucchio sarà lì il giorno della Pasqua e quello di Pasquetta, segnando un'altra di sconfitta che lastrica il percorso dei soliti inquilini di Palazzo. Prosegue la congiura? Vi sono tra le mura traditori? La colpa è di una sfiga senza eguali? Provate a interrogare il Borgomastro; attendiamo con ansia una risposa.

 

martedì 8 marzo 2016

MISTERO






Continua e si infittisce il mistero che sembra circondare l'Alberghiera. Ormai da molti mesi la cosa che, per anni, aveva tenuto sempre banco, è stata venduta come fatta. La firma su un contratto, l'ho sappiamo, richiede un po' di tempo e dopo quella firma c'è pur dell'altro tempo prima di vedere un'opera in cantiere. Eppure qualche cosa qui non torna; i tempi si dilatano un po' troppo oltre il dovuto, notizie non trapelano, il Borgomastro tace e la Provincia par che se ne stia, pure lei, in santa pace. Polemica la "Stresa" lo era stata, costretta, suo malgrado, a fare un campionato fuori casa, mentre invece il campo era solo abbandonato. I mesi comunque son passati, gli accordi or credo siano ormai tutti saltati, ma dell'opera agognata, da molti lamentata, da pochi rifiutata non c'è nessuna traccia. Leggere il silenzio non è sempre poi facile, capire la causa del ritardo diventa incomprensibile, se mancano notizie, se manca trasparenza, se manca tutto quanto, si può solo pensare, si può, magari, anche scommettere, ma nessuno ha la certezza su ciò che sta accadendo. Sarebbe anche un dovere del nostro Borgomastro vedere di sapere, cercare di informare gli amati suoi elettori, i tanti cittadini trattati, come sempre, da perfetti deficienti. Il silenzio prolungato comunque se infittisce sto mistero, circoscrive anche un sospetto: che la cosa non sia lieve, che via sia più di un problema, che risolver non sia facile, che riguardi la materia riservata ed allora… stiamo certi; l'Alberghiera non ha pace.

lunedì 7 marzo 2016

RIAPERTURE PRIMAVERILI








Finisce la Perla sotto neve e come era previsto, trattandosi d' imprevisto, va un po' in panne. Comunque non è questo che ci allarma; si riempie di lamenti il social network, questo è vero, ma come neve al sole, nel tempo di solo un po' di ore, il tutto finirà. La Perla non è pronta a gestire il suo ordinario, è inutile poi prendersela nel caso succeda l'evento straordinario: la neve si scioglie anche da sola, le piante ricacciano poi i rami, la mezza maratona poi c'è stata, per cui si archivia l' evento con pioggia e un po' di neve e guardiamo i sempre nostri guai. Ci mancan pochi giorni all'inizio di stagione e quello che più allarma è il letargo prolungato. Si muove il Borgomastro, questo è vero, lui salta più di un grillo, si agita e si sbraccia, lui corre di qua e di là, ma quanto al risultato… è un po' un mistero. Che serve l'agitarsi se prima c'era il tempo ? L'inverno è fatto apposta, dovrebbe servire a qualche cosa: a chiudere un po' dei tanti buchi, a rinnovare le cose andate alla malora, ad innovare qualcosa e ammodernare. Non sembra però che sia così, c'è un freno che blocca poi le cose, sto freno sta tirato e anche a poi provarci non pare che si sblocchi. Comunque un annuncio è stato dato: la piazza del mercato ora riapre e i primi a essere scontenti son proprio gli ambulanti. La cosa sarà pure divertente, ma ora, a cose fatte, indietro a ripensarci neanche ci si prova, ma ai loro vecchi posti, questo sì, ora si torna. Che poi l'opera nuova non sarà un capolavoro, su questo scommettiamo tutto quello che possiamo.

 

giovedì 3 marzo 2016

IL GRANDE BALZO






Veloce come il lampo, ma in fondo come sempre, il sedici dicembre dell'anno ormai passato, il governo guidato dal noto Borgomastro ha decretato, calando dopo un anno passato senza farlo, il nuovo piano delle opere per il prossimo triennio. Veloce come un lampo dicevamo che, trascorsi due mesi e giorni anche diciotto ne ha dato notizia ai cittadini che avranno ancor altri due mesi per guardalo ed osservarlo. Son poi quattro foglietti, ma se mettono dei mesi a pubblicarli, immaginate la mole del tempo da impiegare se solo si vorrà poi il piano essere attuato. Di fatto compaiono anche le cose che da anni noi leggiamo, ma che da anni non le fanno. V.le Duchezza ne è infatti un bel esempio, comunque per farla o meglio per finirla si prendono ancora un po' di tempo, l'intero arco del prossimo triennio. Confortante comunque anche sapere che nell'anno che sta in corso, non più oltre, vedremo aggiustar la passeggiata e i muri a lago, così come quest'anno vedremo sistemare, con i soldi regionali, le stazioni dell'impianto funiviario. Rimane al proposito da chiedersi che fine avrà mai fatto l'offerta a questo scopo che era richiesta nella gara ormai passata. Sin'ora la domanda che pure abbiam girato al nostro Borgomastro è rimasta insoddisfatta. Si annunciano una valanga di soldi, da spender per le luci già tutti entro quest'anno. La cifra è impressionante, pari a un terzo del costo totale che fu quello del porto. Laconico qui è il piano su dove prenderanno questi soldi. Si scrive da apporti di capitali dei privati; a stento, di recente, hanno pagato la pittura dei lampioni arrugginiti lungolago e invece qui si scopre che c'è un ignoto mecenate disposto a lasciare milioni su milioni. Abbandoniamo per ora sto mistero, vedremo più avanti che cosa sarà questa sorpresa. Vi ho, però, già detto quasi tutto; nel piano le cose strutturali che da anni lamentiamo, noi mica, per ora, le vediamo. Vi dico ancora questa; all'ultima sua voce ci spunta una parola straordinaria: "rifunzionalizzazione palacongressi", la cifra è interessante, 3/4 di euro di un milione, li prendon nel bilancio, ma solo al terzo anno. Comunque abbiamo ora capito perché sta sempre chiuso ed è sempre quasi vuoto: ci manca sta rifunzionalizzazione che è roba così strana che anche il correttore segna errore.




 

 

mercoledì 2 marzo 2016

QUIZ





Pressato da domande il Borgomastro tace. Comunque c'è tempo, non si affretti; la lista con tante altre domande possiamo anche stilargli e Lui col tempo che ci vuole prepari le risposte; noi aspettiamo. C'è però in testa alle domande una su tutte che a noi duole. Sappiamo le esigenze sono tante e le risorse sempre poche; per dirla un po' più terra terra, un po' come i nostri governanti da sempre hanno risposto, di solito dicevano che soldi non ce n'erano. Con questo chiudevano il discorso, giustificando così la loro negligenza. Orbene, una volta c'era il patto che obbligava a stare dentro il patto; adesso un po' è cambiato, occorre stare dentro il saldo che ha margini un tantino più abbondanti. Ma sia stare dentro il patto che stare dentro il saldo, c'è sempre una comune condizione che è quella di averceli sti soldi. Ordunque qui inizian le domande rivolte al Borgomastro, che prenda foglio e penna e che le annoti.1) Se non ci sono soldi perché è stato fatto uno sconto sul debito fiscale che è pari a 55 mila euro ed interessi di canoni impagati dal Grand Hotel Des Illes? 2) Se non ci sono soldi, perché è stato fatto un altro sconto, sta volta di 88 mila euro sul debito per canoni futuri al sempre ricordato Grand Hotel Des Illes? 3) Se non ci sono soldi perché si lascia ancora in mano a Villa Aminta quel gruzzoletto che è pari a 225 mila euro di lavori che mai furono fatti? 4) Se non ci sono soldi perché non si recuperano quei soldi che furono accertati in 80 mila euro che furon regalati al genio redattore del progetto portuale finito poi tutto quanto nel cestino? 5) Se non ci sono i soldi, è stata mai applicata la sanzione, che stimo assai salata, riguardo l'abuso da anni ormai già fatto, sull'Isola dorata o anche quello, risulta che da voi è stato condonato? 6) Se non ci sono soldi perché mai in tema di parità fiscale si applica il principio che non tutti sono uguali? Per dirla ancor più chiara, perché per Villa Lasio da anni si contende davanti a tutti i giudici possibili e per gli altri, i soliti furboni, si dice che c'è sempre un giudicato?

 

martedì 1 marzo 2016

PULIZIE PASQUALI




Un mese ed è già Pasqua, inizia la stagione, lo stato della Perla è un po' inquietante. La magra del suo lago non perdona; sarebbe già stata un'occasione per ridare un po'di trucco alle sue rive, invece non è successo ancora niente. Il ponte sul rio Roddo è sempre provvisorio al canone che fa 18 euro per singola giornata, la buca e le transenne sul fronte del gran lago son lì da un anno e mezzo o su per giù; si assiste a uno stop, un po' troppo prolungato, del cantiere del porto, un vero monumento allo spreco e alla vergogna e se la magra di sto lago poi finisce, mi sa che il porto, a voglia, che finisca. E' giusto sol da ieri che, coi soldi risparmiati dai canoni scontati, il Grand Hotel si è messo a chiudere la breccia del muro fronte lago e quanto alla vasca per il bagno al lido di Carciano, è ieri che è scaduta la data stabilita per firmar, dopo tre anni, le carte del contratto. In questo panorama che non vuol essere esaustivo, occorre dar atto al Borgomastro che la ruggine ha levato dai pali delle luci lungo lago. Or dunque, se però questo è lo stato dell'arte registrato, occorre che sto nostro Borgomastro ora si impegni perché, se tanto mi da tanto, per quanto ora ha già fatto non è che, alla fine, noi Canio lo si debba anche rimpiangere, sebben tra i due soggetti, a parità del non fare nulla, preferisco, di gran lunga il Borgomastro. E' dunque il mese oggi iniziato, un mese anche cruciale, la Pasqua anticipata non lascia tanto spazio e questo governo va messo alla sua prova e, alla fine di sto mese giudicheremo il risultato.