Serata organizzata il sabato passato; il tema sul tavolo era Milano, o meglio la nuova città metropolitana ridisegnata, con tanto di numeri, di Pil che andrebbe anche al più 8 per cento, di addetti, di imprese, di banche e di finanza, di scuole universitarie e di aeroporti, di alberghi e di turisti, insomma l'autore, un ospite costante della Perla, descrive, nel suo libro che presenta, il futuro nel tempo a noi già ormai prossimo ed anche nello spazio a noi pure assai vicino. I presenti non sono affatto molti, seppur la locandina lo spiegasse che il tema riguardava anche gli effetti futuri qui da noi dei numeri descritti nel libro presentato. Tra i presenti si contano le assenze rilevanti; assente è infatti il Borgomastro, assente è il Professore e l'unico presente del governo è quello delegato, lo Scarinzi. Presente ritrovato è invece il vecchio Alcade, schierato in prima fila ritorna presto in scena. In breve si toccano gli effetti che il tema in discussione avrà nel medio tempo sulla Perla ed ecco che l'autore ci fa la narrazione e enumera le cose che, a giudizio, dovrebbe presto fare per prendersi gli effetti del futuro. In testa ci mette sì il turismo, ma quello per l'inverno; ci mette l'attenzione ai bandi comunitari ed il rilancio del pala dai congressi. Sembrava di leggere le cose da noi dette, sempre invano, nel lustro già passato sui banchi del Palazzo. Non so se questo autore conosca lo spessore dei capi del governo e delle squadre messe in campo, per cui le cose dette son robe un po' marziane. Comunque l'Alcade spodestato sta presente e prende la parola col suo mantra, per cui la colpa sono le leggi, i troppi anche cavilli, la colpa è del governo, la burocrazia pure ci mette la sua parte e così assolve lui se stesso da ogni suo insuccesso e, dulcis anche in fundo, si vanta di un unico successo, raccontando agli attoniti presenti, la balla della gara funiviaria dove, a detta però solo di lui, il soggetto risultato vincitore ci mette di soldi oltre un milione. Peccato non sia per niente proprio vero, ma il nostro vecchio Alcade seppur che ha perso il pelo non perde ancora il vizio.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Visualizzazioni di pagine: ultimo mese
lunedì 14 marzo 2016
PICCOLA PERLA
Serata organizzata il sabato passato; il tema sul tavolo era Milano, o meglio la nuova città metropolitana ridisegnata, con tanto di numeri, di Pil che andrebbe anche al più 8 per cento, di addetti, di imprese, di banche e di finanza, di scuole universitarie e di aeroporti, di alberghi e di turisti, insomma l'autore, un ospite costante della Perla, descrive, nel suo libro che presenta, il futuro nel tempo a noi già ormai prossimo ed anche nello spazio a noi pure assai vicino. I presenti non sono affatto molti, seppur la locandina lo spiegasse che il tema riguardava anche gli effetti futuri qui da noi dei numeri descritti nel libro presentato. Tra i presenti si contano le assenze rilevanti; assente è infatti il Borgomastro, assente è il Professore e l'unico presente del governo è quello delegato, lo Scarinzi. Presente ritrovato è invece il vecchio Alcade, schierato in prima fila ritorna presto in scena. In breve si toccano gli effetti che il tema in discussione avrà nel medio tempo sulla Perla ed ecco che l'autore ci fa la narrazione e enumera le cose che, a giudizio, dovrebbe presto fare per prendersi gli effetti del futuro. In testa ci mette sì il turismo, ma quello per l'inverno; ci mette l'attenzione ai bandi comunitari ed il rilancio del pala dai congressi. Sembrava di leggere le cose da noi dette, sempre invano, nel lustro già passato sui banchi del Palazzo. Non so se questo autore conosca lo spessore dei capi del governo e delle squadre messe in campo, per cui le cose dette son robe un po' marziane. Comunque l'Alcade spodestato sta presente e prende la parola col suo mantra, per cui la colpa sono le leggi, i troppi anche cavilli, la colpa è del governo, la burocrazia pure ci mette la sua parte e così assolve lui se stesso da ogni suo insuccesso e, dulcis anche in fundo, si vanta di un unico successo, raccontando agli attoniti presenti, la balla della gara funiviaria dove, a detta però solo di lui, il soggetto risultato vincitore ci mette di soldi oltre un milione. Peccato non sia per niente proprio vero, ma il nostro vecchio Alcade seppur che ha perso il pelo non perde ancora il vizio.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento