Di nuovo una lezione, di nuovo una sconfitta; è un'altra sentenza dei giudici degli atti che boccia quel governo che fu degli avvocati. Pazienza adesso il Borgomastro, è altro il suo mestiere, ma quando la squadra di comando, dal Capo all'altro suo assessore, sedeva su quello di governo come fosse stato un banco di giustizia, difficili è capire con quanta faciltà o meglio libertà prendeva poi le sberle piovute dai giudici in sentenze. Quest'ultima è la storia del solito trenino che andava su e giù per le vie del borgo cittadino, ma un giorno venne in mente di far la rotazione; insomma per fare, per il vero, un po' rottamazione s'inventò la rotazione. Morale della cosa, sia i giudici del Tar che quelli dell'appello bocciarono il sistema messo in piedi, ma che, per vero, parve stare poco in piedi. Nessuno paga i danni, anche questo è vero, ed è già consolazione, ma lunga è la lista dei casi passati sotto esame il cui esito finale o, almeno, anche intermedio, non sembra positivo e il saldo comunque è negativo. Tra liti, pareri e consulenze, non sembra che lo studio del solito Pafundi ne abbia da soffrire. Averne di clienti come questo che sforna contenziosi a tutto spiano, che chiede pareri per ogni cosa, che perde le cause, ma non cambia mai avvocato. Per vero una parola a sua difesa ci sembra sia da spendere; difficile è difendere le cose indifendibili, ci prova sto Pafundi, ma se il difetto sta tutto nella cosa, non c'è storia... .Comunque gli errori sempre premiano ed ora l'assessore, già avvocato, è Vice Delegato e grazie all'esperienza che si è fatta, supporta il Borgomastro nel campo suo geniale, quello legale. Ma quanto al Borgomastro, un po' diffida del "giovane" avvocato; pescando la saggezza popolare ha già coniato il motto che è meglio un brutto accordo che fare un contenzioso. La regola scolpita ha già dettato la linea che ha tenuto per chiudere con successo ( sic!!) il caso "Villa Aminta ". Siam dunque finiti dentro una botte che, come si dice, è fatta di ferro.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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mercoledì 30 marzo 2016
CONTENZIOSI
Di nuovo una lezione, di nuovo una sconfitta; è un'altra sentenza dei giudici degli atti che boccia quel governo che fu degli avvocati. Pazienza adesso il Borgomastro, è altro il suo mestiere, ma quando la squadra di comando, dal Capo all'altro suo assessore, sedeva su quello di governo come fosse stato un banco di giustizia, difficili è capire con quanta faciltà o meglio libertà prendeva poi le sberle piovute dai giudici in sentenze. Quest'ultima è la storia del solito trenino che andava su e giù per le vie del borgo cittadino, ma un giorno venne in mente di far la rotazione; insomma per fare, per il vero, un po' rottamazione s'inventò la rotazione. Morale della cosa, sia i giudici del Tar che quelli dell'appello bocciarono il sistema messo in piedi, ma che, per vero, parve stare poco in piedi. Nessuno paga i danni, anche questo è vero, ed è già consolazione, ma lunga è la lista dei casi passati sotto esame il cui esito finale o, almeno, anche intermedio, non sembra positivo e il saldo comunque è negativo. Tra liti, pareri e consulenze, non sembra che lo studio del solito Pafundi ne abbia da soffrire. Averne di clienti come questo che sforna contenziosi a tutto spiano, che chiede pareri per ogni cosa, che perde le cause, ma non cambia mai avvocato. Per vero una parola a sua difesa ci sembra sia da spendere; difficile è difendere le cose indifendibili, ci prova sto Pafundi, ma se il difetto sta tutto nella cosa, non c'è storia... .Comunque gli errori sempre premiano ed ora l'assessore, già avvocato, è Vice Delegato e grazie all'esperienza che si è fatta, supporta il Borgomastro nel campo suo geniale, quello legale. Ma quanto al Borgomastro, un po' diffida del "giovane" avvocato; pescando la saggezza popolare ha già coniato il motto che è meglio un brutto accordo che fare un contenzioso. La regola scolpita ha già dettato la linea che ha tenuto per chiudere con successo ( sic!!) il caso "Villa Aminta ". Siam dunque finiti dentro una botte che, come si dice, è fatta di ferro.
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