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giovedì 10 marzo 2016

VELOCITA' DI GOVERNO


 


In genere si dice che la montagna partorisce un topolino, nel caso che oggi presentiamo è, invece, il topolino a partorire una mantagna. Con ben oltre un anno di ritardo, la giunta di governo, riunitisi d'urgenza il giorno ventiquattro del mese di febbraio dell'anno che sta in corso, ha decretato. Che cosa ha decretato ? Ma è semplice da dire, persino anche da scrivere; ha infatti, con atto numerato 32, finalmente, ora approvato un bel progetto per togliere dall'alveo sulla foce del rio Roddo il mucchio di detriti che ancora lì staziona da quando la piena del fiume l'ha portato. L'atto del governo ci spiega per bene e per benino le norme, i codicilli, le regole, le deleghe, le procedure e tutto quanto che insomma deve esser poi fatto nei casi come questo. Il ventiquattro febbraio di quest' anno si chiude, pertanto, una vicenda che è solo vergognosa. Col cavolo si chiude; quell'atto or va pubblicato secondo le regole qui sotto riportate :

" i progetti devono essere portati a conoscenza del pubblico a mezzo di pubblicazione di apposito avviso sul Bollettino della Regione Piemonte, nel termine perentorio di quindici giorni, chiunque vi abbia interesse può presentare le proprie osservazioni al Settore decentrato competente, una copia del progetto viene inoltre trasmessa al comune o ai comuni interessati dall’intervento per l’affissione all’albo pretorio per la durata di otto giorni, decorsi i quali essa viene restituita al Settore decentrato con la relata di avvenuta pubblicazione e con le eventuali osservazioni" .



A scanso di ogni equivoco si apre, pertanto, un'altra fase che segue questa fase e poi magari il mucchio di detriti che, spieghiamo son circa 600 metri cubi verrà, nel vano dell'attesa, pure asportato da una qualche altra nuova piena che intanto magari arriverà. Non male dunque si muove, quanto ai tempi, sto Palazzo che seppur da mesi dica essere ormai pronto a rimuovere il mucchio abbandonato, ci mette oltre un solo anno per far quattro misure e scrivere due carte. Beccato pertanto il Borgomastro a raccontare un'altra delle sue solite balle; sicuro come l'oro sto mucchio sarà lì il giorno della Pasqua e quello di Pasquetta, segnando un'altra di sconfitta che lastrica il percorso dei soliti inquilini di Palazzo. Prosegue la congiura? Vi sono tra le mura traditori? La colpa è di una sfiga senza eguali? Provate a interrogare il Borgomastro; attendiamo con ansia una risposa.

 

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