Si cambia da ora un po' registro, nel senso che il Consiglio cambia passo; sta volta è in scena la stazione, o meglio la sua biglietteria che Trenitalia vorrebbe anche serrare. La storia è pure nota e un poco, per ora, è tamponata, ma tocca ora a Scarinzi, il delegato, riassumere la storia più recente e poi dare lettura del testo dell'ordine del giorno con cui si chiede che la vendita biglietti venga mantenuta. Il voto è poi scontato, unanime e compatto. Inizia la serie d'interpelli, ma è proprio il Comandante, cui spetta dar l'avvio che, al primo dei quesiti vi rinuncia. Ignote ci sono le ragioni, ma ci par non sia un errore. Si cambia l'argomento, ma sta volta a rinunciare è pure il gruppo in quota Lega; motivo dichiarato; l'oggetto del quesito è superato. Sta volta è Bertolino che interroga il Palazzo sullo stato che è poco dignitoso in cui versa la piazza e i suoi dintorni della stazione ferroviaria. L'elenco è minuzioso, è anche un' po' impietoso e il nostro Borgomastro gli risponde che sì, ci avrà pure ragione, ma lui non può far nulla, gli manca del denaro e senza sto denaro c'è poco anche da fare. Il prossimo interpello è quello più tecnico e più bello; è il gruppo in quota Lega che chiede al Borgomastro che cosa voglia fare in vista dell'anno 2000 e 17 che è quello di scadenza dei banchi del mercato in concessione di Bella e Pescatori. Risponde l'Avvocato, il Vice Delegato, che inizia, piano piano, a prender confidenza col Consiglio e, garbato come sempre nei modi e nel linguaggio, lui prova a dar risposta alla domanda. La prende da lontano, ricorda la vicenda che fu la Bolkestein, la nota direttiva, tradotta dallo Stato e poco digerita. Comunque c'è lo spazio, lui dice fiducioso, per al meglio pur gestire la prossima scadenza che essendo regolata in sede regionale in quanto è materia di commercio, non è, del tutto, assimilata a quella concessoria che, a sua detta, è invece sottoposta al libero mercato e cioè alla libertà di concorrenza che necessita la gara. Orbene, se apprezziamo l'escursus che ha compiuto il Delegato intorno alla materia un po' complessa, ci scappa una domanda che sembra che nessuno gli abbia ancora fatto. Se è vero che il commercio è una materia che è pure regolata da norme regionali, mentre il resto sarebbe soggetto a libero mercato ed alla gara, ci viene spontanea la soluta domanda: ci dice l'avvocato perché è stato riassegnato lo spazio del demanio al Grand Hotel senza la gara ? Lo spazio che è stato riassegnato non è ad uso di un semplice privato, ma a scopo anche economico e quindi soggetto alla nota Bolkestein. Ci pensi e ci rifletta caro il mio Avvocato e Delegato. Il prossimo interpello è quello che elenca le indecenze e invoca il Comandante che, almeno, si tolgan dalla vista che dan pubblico scandalo. Risponde il Borgomastro che allarga le sue braccia e mostra l'impotenza che allo stato del degrado si possa, in qualche modo, metter mano. Invoca sempre i soldi, la stretta di bilancio e quando ancor si tocca la Gabbiola, lui dice che le parti son sempre in discussione, ma si badi che tra queste parti che ancora sarebbero impegnate in così lunga e complessa discussione, non sembra che il Palazzo ne abbia parte. Continua sì il Comandante i suoi interpelli, ma si abbassa, di gran lunga, la polemica. Gli scritti sono accessi, puntigliosi e fors'anche dispettosi, ma sarà che gli interpelli sono tanti, sarà che l'ora avanza, sarà qual'altra causa a noi ci sfugge, via via che il tempo passa, sta volta si abbassa anche la luce e si va, sempre più di fretta, verso la fine. C'è quindi la storia del palazzo in costruzione nell'area del vincolo del piccol cimitero di Carciano. Non è che questa cosa paia strana nel borgo un po' ipocritica e per bene, comunque non fa scandalo: indaga la Procura, sequestra un po' di atti, Pafundi ha steso il suo parere, ma sembra che sta cosa sia sorta come un fungo, ma non per altra causa e quindi…..? C'è un altro interpello, ma l'oggetto è sempre quello: la biglietteria di Trenitalia e quindi si va oltre. Va avanti il Comandante, ricordando l'annuncio che era stato sbandierato del prossimo realizzo del parcheggio per auto e per camper al ponte Roddo. Poiché l'annuncio è stato dato, ma il parcheggio invece non è fatto si chiedono ragioni. Risponde il Borgomastro che la causa è solo burocratica, risolta questa causa la cosa si conclude. Sapendo le ragioni del ritardo che non è soltanto come dice il Borgomastro, ci vien da dubitare. Segue una domanda su che fine abbia mai fatto l' A.N.I.T.. Risponde il Borgomastro raccontando le solite vicende intorno alle legge del gioco dell'azzardo, ma qui mi sono perso e se cerco sul motore di ricerca mi accorgo che è sparita anche da lì, quindi passo ad altro argomento. L'interpello ora è datato, comunque non fa male, ricorda che c'è ancora da fare l'alberghiera e qui il nostro Borgomastro aggiorna il Comandante sullo stato dell'arte del contratto. Ai primi del mese del prossimo giugno si avviano i lavori del campo e della scuola; poi è vero la scuola va allestita e, a oggi, non c'è un euro per tale allestimento. Commenta il Comandante, insinuando un suo dubbio sul contratto. Ci sono ancora tre interpelli sui soliti lavori male fatti, ma vanno via veloce ed ora rimane sto ultimo interpello che ve lo voglio raccontare. E' noto, o meglio è ignoto che un uomo seduto nel consiglio è stato " delegato", alle frazioni. Negli ultimi sei anni che siede nel Consiglio non par abbia mai parlato; che fosse raffreddato o un poco anche influenzato, comunque ha sì alzato la sua mano, ma par che mai abbia fiatato. Di questo ne tratta il Comandante, chiedendo al "delegato" come mai tanto silenzio. Vorrebbe che dunque gli spiegasse l'intensa attività che lui sin qui abbia già fatto. L'effetto occorre dire che pure poi c'è stato. Compresso da sei anni di quasi isolamento passati nel silenzio, esplode il "delegato"; è un fiume in piena che sorprende persino il Comandante. Sto fiume non si ferma, è a tutto campo; rintuzza il Comandante, anzi quasi lo strapazza, dimostra prontezza di riflessi, sagacia e anche l'arguzia. Mi viene da pensare che cosa abbia io perso nel lustro trascorso sui banchi a me di fronte e dirimpetto. Comunque poi va oltre e allora il Presidente lo bacchetta: " Consigliere Bolla, adesso faccia basta ".
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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lunedì 2 maggio 2016
FINE CRONACA
Si cambia da ora un po' registro, nel senso che il Consiglio cambia passo; sta volta è in scena la stazione, o meglio la sua biglietteria che Trenitalia vorrebbe anche serrare. La storia è pure nota e un poco, per ora, è tamponata, ma tocca ora a Scarinzi, il delegato, riassumere la storia più recente e poi dare lettura del testo dell'ordine del giorno con cui si chiede che la vendita biglietti venga mantenuta. Il voto è poi scontato, unanime e compatto. Inizia la serie d'interpelli, ma è proprio il Comandante, cui spetta dar l'avvio che, al primo dei quesiti vi rinuncia. Ignote ci sono le ragioni, ma ci par non sia un errore. Si cambia l'argomento, ma sta volta a rinunciare è pure il gruppo in quota Lega; motivo dichiarato; l'oggetto del quesito è superato. Sta volta è Bertolino che interroga il Palazzo sullo stato che è poco dignitoso in cui versa la piazza e i suoi dintorni della stazione ferroviaria. L'elenco è minuzioso, è anche un' po' impietoso e il nostro Borgomastro gli risponde che sì, ci avrà pure ragione, ma lui non può far nulla, gli manca del denaro e senza sto denaro c'è poco anche da fare. Il prossimo interpello è quello più tecnico e più bello; è il gruppo in quota Lega che chiede al Borgomastro che cosa voglia fare in vista dell'anno 2000 e 17 che è quello di scadenza dei banchi del mercato in concessione di Bella e Pescatori. Risponde l'Avvocato, il Vice Delegato, che inizia, piano piano, a prender confidenza col Consiglio e, garbato come sempre nei modi e nel linguaggio, lui prova a dar risposta alla domanda. La prende da lontano, ricorda la vicenda che fu la Bolkestein, la nota direttiva, tradotta dallo Stato e poco digerita. Comunque c'è lo spazio, lui dice fiducioso, per al meglio pur gestire la prossima scadenza che essendo regolata in sede regionale in quanto è materia di commercio, non è, del tutto, assimilata a quella concessoria che, a sua detta, è invece sottoposta al libero mercato e cioè alla libertà di concorrenza che necessita la gara. Orbene, se apprezziamo l'escursus che ha compiuto il Delegato intorno alla materia un po' complessa, ci scappa una domanda che sembra che nessuno gli abbia ancora fatto. Se è vero che il commercio è una materia che è pure regolata da norme regionali, mentre il resto sarebbe soggetto a libero mercato ed alla gara, ci viene spontanea la soluta domanda: ci dice l'avvocato perché è stato riassegnato lo spazio del demanio al Grand Hotel senza la gara ? Lo spazio che è stato riassegnato non è ad uso di un semplice privato, ma a scopo anche economico e quindi soggetto alla nota Bolkestein. Ci pensi e ci rifletta caro il mio Avvocato e Delegato. Il prossimo interpello è quello che elenca le indecenze e invoca il Comandante che, almeno, si tolgan dalla vista che dan pubblico scandalo. Risponde il Borgomastro che allarga le sue braccia e mostra l'impotenza che allo stato del degrado si possa, in qualche modo, metter mano. Invoca sempre i soldi, la stretta di bilancio e quando ancor si tocca la Gabbiola, lui dice che le parti son sempre in discussione, ma si badi che tra queste parti che ancora sarebbero impegnate in così lunga e complessa discussione, non sembra che il Palazzo ne abbia parte. Continua sì il Comandante i suoi interpelli, ma si abbassa, di gran lunga, la polemica. Gli scritti sono accessi, puntigliosi e fors'anche dispettosi, ma sarà che gli interpelli sono tanti, sarà che l'ora avanza, sarà qual'altra causa a noi ci sfugge, via via che il tempo passa, sta volta si abbassa anche la luce e si va, sempre più di fretta, verso la fine. C'è quindi la storia del palazzo in costruzione nell'area del vincolo del piccol cimitero di Carciano. Non è che questa cosa paia strana nel borgo un po' ipocritica e per bene, comunque non fa scandalo: indaga la Procura, sequestra un po' di atti, Pafundi ha steso il suo parere, ma sembra che sta cosa sia sorta come un fungo, ma non per altra causa e quindi…..? C'è un altro interpello, ma l'oggetto è sempre quello: la biglietteria di Trenitalia e quindi si va oltre. Va avanti il Comandante, ricordando l'annuncio che era stato sbandierato del prossimo realizzo del parcheggio per auto e per camper al ponte Roddo. Poiché l'annuncio è stato dato, ma il parcheggio invece non è fatto si chiedono ragioni. Risponde il Borgomastro che la causa è solo burocratica, risolta questa causa la cosa si conclude. Sapendo le ragioni del ritardo che non è soltanto come dice il Borgomastro, ci vien da dubitare. Segue una domanda su che fine abbia mai fatto l' A.N.I.T.. Risponde il Borgomastro raccontando le solite vicende intorno alle legge del gioco dell'azzardo, ma qui mi sono perso e se cerco sul motore di ricerca mi accorgo che è sparita anche da lì, quindi passo ad altro argomento. L'interpello ora è datato, comunque non fa male, ricorda che c'è ancora da fare l'alberghiera e qui il nostro Borgomastro aggiorna il Comandante sullo stato dell'arte del contratto. Ai primi del mese del prossimo giugno si avviano i lavori del campo e della scuola; poi è vero la scuola va allestita e, a oggi, non c'è un euro per tale allestimento. Commenta il Comandante, insinuando un suo dubbio sul contratto. Ci sono ancora tre interpelli sui soliti lavori male fatti, ma vanno via veloce ed ora rimane sto ultimo interpello che ve lo voglio raccontare. E' noto, o meglio è ignoto che un uomo seduto nel consiglio è stato " delegato", alle frazioni. Negli ultimi sei anni che siede nel Consiglio non par abbia mai parlato; che fosse raffreddato o un poco anche influenzato, comunque ha sì alzato la sua mano, ma par che mai abbia fiatato. Di questo ne tratta il Comandante, chiedendo al "delegato" come mai tanto silenzio. Vorrebbe che dunque gli spiegasse l'intensa attività che lui sin qui abbia già fatto. L'effetto occorre dire che pure poi c'è stato. Compresso da sei anni di quasi isolamento passati nel silenzio, esplode il "delegato"; è un fiume in piena che sorprende persino il Comandante. Sto fiume non si ferma, è a tutto campo; rintuzza il Comandante, anzi quasi lo strapazza, dimostra prontezza di riflessi, sagacia e anche l'arguzia. Mi viene da pensare che cosa abbia io perso nel lustro trascorso sui banchi a me di fronte e dirimpetto. Comunque poi va oltre e allora il Presidente lo bacchetta: " Consigliere Bolla, adesso faccia basta ".
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