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domenica 11 settembre 2011

Sanità: La malattia della  politica
Ritorna la questione sanitaria e molti si sono messi a fare la diagnosi e scrivere ricette per la cura del problema.  La questione quindi non è nuova, ma già l’abbiamo vista e pure abbiamo anche visto come poi, in niente, andò a finire. Fu certo un’occasione andata persa, andarono persi, insieme, anche dei soldi, ma quel che forse è  vero è che  la politica locale, alla fine,  tirò un gran sospiro di sollievo. Meno si cambia, più tutti son contenti e stanno in pace, questa infatti sembra la regola scritta sul loro manuale.  Ma la questione intanto torna, più o meno come prima: strillano le mamme, strillano i Deputati, strillano quelli che fanno i Consiglieri Regionali e anche qualche Sindaco montano. Insomma, non me ne si abbia, ma sembra proprio di capitare dentro un gran pollaio dove capire manco forse serve a qualche cosa. In fondo la questione, per farla molto corta, è poi sempre la stessa: ognuno dice è mio, guai a te se me lo prendi, anzi restituiscimi qualcosa. Ora, dovremmo anche capirlo che, in questo parapiglia, la sanità è l’ultima che c’entra, ma proprio l’ultimo problema. Tutti infatti strillano: le une perché non vogliano i bebè nati sul lago, quando, ancor oggi, metà dei vivi, anche sul lago,  è nato a Premosello; i Deputati ed anche qualche  Sindaco tremono alla sola idea di  perdere il consenso elettorale se il nosocomio se ne va, ma intanto chi va sono i malati, quelli seri, che fanno le valigie per curarsi; quanto agli infermieri, parliamo anche di loro, questi, da un pezzo, se ne sono già andati nel Cantone, quello che batte  il Franco e non ancora certo l’Euro; rimane poi qualche soggetto che per non scontentare proprio nessuno  preferisce anche aspettare di parlare.  Detta così già si capisce come questa storia andrà a finire; forse come l’altra: proprio in niente, ma con una sola differenza: che,  nel frattempo, sono finiti tutti i soldi.    

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