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mercoledì 28 settembre 2011

Inizio autunno

Il calendario ce lo dice, il clima e la temperatura quest’anno ancora no, ma siamo d’autunno e la cittadella prende un altro volto, si addormenta.  Nel Palazzo, invece, il clima forse non cambia più di tanto anche perché ci sarebbe il rischio che, oltre a continuare nel riposo, gli inquilini vadano in letargo permanente. Questo ci sembra a legger anche gli argomenti per i quali c’è l’appello l’ultimo venerdì di questo mese, si governa l’ordinario senza ne scosse, ne sobbalzi,  ne novità degne di rilievo. E’ vero, dietro l’angolo è in agguato la variante, quella alberghiera, per la quale le armi sono pronte non appena verrà dato il segnale di accendere le polveri, ma ora il silenzio precede la battaglia e assisteremo un’altra volta ad una solita adunanza con interventi di solisti ed il coro sempre muto e sonnacchioso. Non importa, cercheremo di dargli un po’ la sveglia anche sugli argomenti che meno se l’aspettano e di smuoverli un poco dagli scanni che, per loro, stanno un poco troppo comodi. Ve lo assicuro è dura. Anche se l’o.d.g. fa un po’ dormire, qualche argomento lo si trova e meno se la aspettano, meglio anche è l’effetto. Intanto, anche quest’anno, variazione di bilancio dopo variazione,  è stata superata la soglia dei 5 milioni d’euro per mantenere solo la baracca. Cambiar  registro questi manco se lo sognano, spendono e spandono, giusto per far niente, mentre il povero Stato, tanto indicato come la causa dei sacrifici fatti dalla casta, ( quali ?) quest’anno gli passa più soldi dell’altr’anno; poi siccome bisogna risparmiare, presentano in Consiglio un regolamento che regala un po’ più di soldi alla potente  lobby dei progettisti  delle opere chiamate pubbliche e siccome bisognerebbe anche  recuperare un po’ di soldi dai demolitori delle strade, presentano un altro regolamento dove di questa cosa non c’è nessuna traccia. A questo punto ci dicono che l’equilibrio del bilancio è garantito, ci mancherebbe giusto il rovescio con tutti i milioni di euro che hanno da spendere, mentre con il patto di stabilità sul collo ben altro è quello che si sarebbe chiamati a dover fare, ma come dice, sconsolato,  il dottore alle finanze quando ci incontra sulle scale del Palazzo: “ma come si fa! ma come si fa !”. Venerdì ore 21 forse vedremo come si può fare.

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