Consiglio: atto primo 2012
Il pacchetto è belle pronto e tempo un giorno o due sarà sul tavolo di Canio, nostro Premier. I tempi li abbiamo quindi rispettati e, se va bene, entro la prima decade del mese di febbraio arriverà anche il primo dei consigli dell’ultimo anno del calendario, quello Maya. In assemblea andranno, tra le altre, due questioni assai poco gradite sempre al nostro Premier. L’una e la richiesta che, ormai, si vada al voto sulla forse già dimenticata ed anche archiviata questione della convenzione fatta con il Principe Domenico.La verità è che quel voto, assai poco gradito, venne fermato in calcio d’angolo all’ultimo minuto, ma ora quel calcio va tirato perché se no la partita non è chiusa. Noi abbiamo anche aspettato più del tempo concesso per i supplementari, ma non è successo proprio niente delle cose che avevano promesso per raddrizzare la questione. Si vada allora al voto, si tiri questo calcio che va diritto in rete e così si chiude una partita che, tempi supplementari si o tempi no, Canio ha perso ed è finito in fondo alla classifica.
Altro argomento: arriva in aula un caso, quello “Palese”, quel signore che dopo aver ignorato i propri impegni a cedere al Comune un bel terreno gratis, adesso se lo vedrebbe, quasi fosse anche un miracolo, diventare per un terzo edificabile a suo uso e vantaggio. Qui Canio dovrà un poco chiarire, ma più di Canio, dovrà chiarir la cosa quel Professore, presenza fissa da decenni dietro le ombre che si muovono nel Palazzo di città e che, francamente, sino a poco tempo fa non pensavamo fosse capace di fare anche i miracoli. Ora invece, come il Signore che moltiplicava pani e pesci, il Professore sembra aver trovato una sua formula, un po’ magica, che riesce a far crescere le case dove doveva crescere un po’ il verde. Lo sentiremo quindi pronunciare un bel sermone in argomento e svelarci così questa sua formula che sa dell’ incredibile.
Che cosa, invece, maggioranza avrà da metterci nel prossimo consiglio, su questo regna ancora un bel top-secret; vedremo quindi se, a parte la formula del nostro Professore, c’è altro o proprio, ancora, niente.
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