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martedì 24 gennaio 2012

Senza fine
Che per fare un’opera,  pubblica è naturale, qual è questa benedetta nuova scuola per gli alberghi, se ne devon fare due o meglio ancora una si disfa e si rifà e l’altra si va a fare dove la prima si è disfatta, ecco che a dirla così come ci proviamo un qualcosa c’è che suona male. C’è che se il costo non raddoppia, forse alla fine non ci va lontano e di questi tempi di patti per la stabilità e di pubbliche finanze quasi allo stremo, forse bisogna andarci un poco piano e forse non è la soluzione. Ma, come abbiamo già accennato, questa sembra la soluzione che viene fuori dal pensatoio quando si riunisce dentro la clausura del  Palazzo intorno al nostro amico, il caro Canio, a spremersi i cervelli. Verrebbe quasi da dire che l’elefante ha partorito un topolino e visti i mesi che è durata già l’attesa,  è proprio un po’ pochino. Per carità avranno ben vagliato tutte quante le soluzioni anche possibili; avranno fatto le  comparazioni, quelle giuste; l’analisi dei costi e benefici; la valutazione degli impatti; la stima delle opere perdute e quelle ritrovate; non lo mettiamo manco in forse e in alcun dubbio; siamo certi che le chiavi della nostra cittadella stanno in mani esperte e anche sicure, ma come la mettiamo con quella prima scelta fatta su in collina che, dopo tre anni, è tutta da buttare ? Insomma , anche ad essere benevoli e a volte generosi, qualche dubbio pur rimane su questo comitato, politico/scientifico, che quando va in clausura sembra produrre soluzioni da paura. Noi, quelli del Consiglio,  gli eletti  anche dal popolo elettore, non siamo certo consultati, siamo, come giusto, gli ultimi a sapere cosa stanno combinando, e per la verità non è che stiano combinando più di tanto, comunque qualche soluzione potremmo anche suggerirla; non qui per carità, vedremo nel prossimo Consiglio quando è previsto sulla materia un interpello.

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