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giovedì 19 gennaio 2012

Una commedia
E così tra un  successo dopo l’altro, salta anche quello del festival della commedia all’italiana. La storia è poi sempre la solita, quella dei soldi. Tutti infatti a dire che si, volentieri, essi ci vengono: sono venuti gli emiri, per poco non ci venivano le miss, sarebbe venuto anche Verdone con il suo festival del cinema, ma c’è sempre la questione degli euro che occorre cacciar fuori. Più fortunati, ci mancava, furono gli emiri, poverini, che riuscirono a farsi pagare anche il petrolio consumato a correre sull’acqua; fecero il bis alzando ancora un poco il prezzo e fu l’ultima volta, meno male;  molto meno fortunate furono le miss, decisamente più esigenti quanto agli euro da cacciare, ma se solo avesse poi potuto il nostro Canio avrebbe anche pagato e strapagato, tanto ci smaniava dalla voglia di esibirsi su un palco nazionale. Per Verdone andò in missione sin dentro la città sulla laguna, pagò una cena e venne a casa dicendo, come  sempre, che la cosa camminava, anzi e di più, offri la Palazzola per farci la sede della scuola: insomma una  commedia. Chi ci cacciasse i soldi, di questo non parlò, sarebbero piovuti giù dal cielo, bastava soltanto essere pronti nel raccoglierli, mentre nel frattempo si erano già dissolti anche i soldi che c’erano e  che siamo qui, ancora, ad aspettare. Questo  è un po’ il cinema che  passa sulla scena della nostra cittadella, tutta una vicenda di annunci: mancati o pagati, a caro prezzo. Non c’è storia, il regista non ne imbrocca manco una, ma si ostina a stare in scena a dirigere i suoi attori e  con questa sceneggiata, andrà avanti, così, sino alla fine.    

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