Con il termine di “ irresponsabili”,
Canio ha chiosato il comunicato con il quale se la prendeva, come è suo solito,
con quelli che lo avversano per il piano di città. La cosa merita, forse, un’ ulteriore breve riflessione.
Irresponsabili, alla lettera,
sono coloro che non rispondono, qualunque cosa fanno o qualunque cosa dicono;
il concetto è, innanzitutto, proprio del diritto, contrapposto, esattamente, a
quello opposto che, invece, chiama a rispondere chi fa o chi dice ciò che la
legge non consente. Il termine che Canio ha usato non c’entra, però, proprio per
niente con quello del diritto, ma è invece un modo, un po’ comune, che si usa
nel parlare più corrente e che vuole qualificare, in una maniera non proprio positiva,
chi dice o fa qualcosa che, ad altri, poco piace. Insomma possiamo, forse, dire
che non è proprio un complimento che ci ha fatto, ma ci ha voluto appiccicare un
marchio negativo.
Seguendo sempre il filo del
discorso che fa Canio, noi saremmo, invece, “ responsabili “, solo se condividessimo le idee del grande Capo. Ora proviamo a
cambiare il gioco delle parti e giudicare Canio e ciò che fa, scoprendo che è
irresponsabile due volte.
Intanto infatti occorre dire
che: uno, sul piano del diritto, Lui risulta irresponsabile, perché non è che ci
va dentro una galera se approva quel piano sciagurato; finisce il suo mandato e
va a fare l’avvocato. Questo vuol dire che nel caso cui parliamo, la legge non prevede
pene personali; due che, per quanto ci riguarda, nell’uso più corrente di quel
termine, pure anche Canio è “ irresponsabile“ di fronte a quelli cui quel piano
sta sui piedi e se di pagine ne abbiamo scritte 57, forse, qualche ragione pure
ce l’abbiamo.
Detta così finisce 2 a 1 la partita: Canio due
volte irresponsabile e noi una soltanto, meno male.
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