Perché no
Quello del titolo è l’argomento che oggi ci siamo proposti di spiegare di fronte a quanti, che par dunque vi siano, ritengono il tema del porto ormai da tralasciare per altri, forse, più importanti e interessanti. Fulcro dell’obiezione è che l’opera tanto poi non serve, o meglio servirebbe solo alcuni, mentre tutt’altri sono i temi da toccare.
Nella risposta noi, per ora, tralasciamo e scavalchiamo il tema se la cosa serve, a cosa serve o se non serve, perché il punto che, per primo, deve andare in discussione, ora non è questo, ma sono i tre miliardi, erano lire, spesi e buttati in un buco fatto in acqua. Su questo siamo tutti quanti credo anche d’accordo: quel buco fatto in acqua non serve proprio niente. Il fatto è poi anche che, nel frattempo intervenuto, altri soldini sono in corso da pagare e che, mentre le previsioni di questa spesa crescono ancora, non solo non si vede la fine della storia, ma neppure ancora l’inizio della fine.
Come vedete, a parte il buco in acqua che non serve, ma che costa, qui non tocchiamo il tema di quest’ opera, ma solo quello di una vicenda di sprechi anche evidenti, di errori fatti e perdonati, di soluzioni che i tecnici si inventano, ma forse mai funzionano, di amministratori che passano, non tutti, ma non riescono a uscire dalle canne, di balle che chiamano: geologici imprevisti, di una storia che sa dell’incredibile e di uno schifo che, son quasi 10 gli anni, ormai sta lì a dare il benvenuto a chi, per avventura, si fa la passeggiata. Se questa allora è la vicenda che è davanti agli occhi di noi tutti, tassati e tartassati, altro che picchiare i pugni anche sui tavoli, sta a noi il dovere di andare sino in fondo alla faccenda che quindi è un’altra cosa se il porto serve o se non serve, ma è diventata una questione di pubblica etica, di rigore nell’ amministrare le cose pure pubbliche, di rispetto di quelle quattro semplici regole che par si sian tutti pur dimenticate. Non si sbattono, impuniti, via pubblici soldi davanti agli occhi di noi tutti, anche magari di chi ha una barca, se paga, o di chi, forse, non quadra neanche la quarta settimana, ma paga e a noi tocca, per dovere, difendere anche loro.
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