Continuiamo allora a pubblicare i documenti, in
integrale, di quel no, chiaro e tondo, sconfitto certo dai quei numeri che
maggioranza ha messo in campo , portando al voto a suo favore anche chi di lor
non è tanto in accordo. Oggi postiamo di Piervalle la prima parte dell’intervento
in aula, quella che da l’affondo alla sua accusa, ci sono poi tante altre
pagine, ma sono la parte tecnica del caso, sono molte quindi, per ora le
risparmio, poi vediamo.
Relazione di minoranza alla proposta di approvazione della variante
strutturale stralcio I fase.
Questa sera si conclude, o meglio, nelle intenzioni della
maggioranza si intende concludere il tormentato iter di questa anomala variante
stralcio, per la cronaca meglio nota come
“ La Zanetta” che ha visto impegnato per circa un anno e mezzo questo
Consiglio in una vivace e, a tratti, forte contrapposizione tra i Gruppi
Consiliari: quello di maggioranza teso a portare a risultato una volontà
fortemente voluta dal suo Capo politico contro anche ogni evidenza, buon senso,
prudenza e discernimento, mentre quelli
di minoranza miranti a contrastarla, apparentemente senza risultato, mediante
l’utilizzo legittimo di tutti gli strumenti, peraltro pochi e poco o nulla
incisivi, che l’ordinamento assegna ai Consiglieri che operano nell’ambito
della loro funzione di controllo sull’operato del Governo in carica.
E’ stata una contrapposizione ad armi impari, dove la volontà
della maggioranza che si esprimeva attraverso i suoi atti deliberativi, ha
trovato sempre l’incondizionato appoggio di strutture ed apparati che, anche
questi contro ogni evidenza, hanno svolto un ruolo essenzialmente politico e
non tecnico, traducendo così, al meglio, quella funzione di delega ad essi
assegnata dall’autorità politica o di fiducia conferita dalla medesima
autorità.
La sensazione prima, la certezza poi di trovarsi dinnanzi a
decisioni preconfezionate, di trovarsi di fronte alla rappresentazione anche sul
piano tecnico di un input politico mosso a diversi livelli,
Regionale-Provinciale e, naturalmente, locale, a sua volta manifestazione e
traduzione dell’ unica volontà proprietaria da garantire e soddisfare ad ogni
costo, quella della SIAV srl, questa certezza è quella che, alla fine, ci ha
convinto della impossibilità per noi di spuntare un qualsiasi utile e positivo
risultato sul piano, pur doveroso, della contrapposizione amministrativa in
aula.
Il Capo Gruppo della maggioranza, Professor Galli, con un linguaggio
a Lui consono e ispirato, ha rappresentato che due diverse “visioni” erano in
gioco e si contrastavano. Ora, al di là del misticismo che sembrano suggerire
le parole del Capo Gruppo, ciò è indubbiamente vero, ma il cammino procedurale
percorso dalla variante stralcio ha, man mano, chiarito e svelato che non solo
erano e sono in gioco due inconciliabili visioni della pianificazione
urbanistica, della crescita economica della cittadina e del bene pubblico, ma
che si sono aperti scenari ben diversi
che hanno intaccato il quadro della legittimità e della legalità dell’agire
della pubblica amministrazione. Un quadro inquietante che già la cittadina ha
conosciuto in altri periodi della sua vita amministrativa e che ora sembrano
tornare nonostante le cariche siano ricoperte, ma non tutte, da soggetti
diversi e che, almeno anagraficamente, ma non tutti, potevano far credere che
un cambio di passo rispetto al passato fosse stato compiuto.
Da qui, da questa considerazione nasce la convinzione che se sul
piano amministrativo la partita può sembrare per noi persa, non tutto è forse
chiuso perché altri scenari possono aprirsi dove, su altri piani, quelli delle
istanze ultime, potrà contrastarsi il disegno pianificatorio sovversivo che
questa sera sembra compiersi.
Le responsabilità dunque non solo politico/amministrative, ma
quelle più pregnanti sul piano del diritto violato, sia esso penale ed
amministrativo, dovranno essere fatte tutte emergere e potrebbe aprirsi una
triste pagina con il coinvolgimento di coloro che con il loro voto in questo
Consiglio e con la loro azione nell’ambito degli altri contesti interessati,
hanno promosso, voluto, provocato o non
contrasto l’esito che questa sera verrà registrato.
Questo Consiglio, o meglio i suoi singoli componenti di
maggioranza, sono le persone cui, Sindaco a parte, crediamo dover
rivolgere questa sera una riflessione
ultima e conclusiva, non certo un appello che rimarrebbe inascoltato.
Voi dunque siete stati, in quest’ aula, testimoni muti di un
contrastato percorso, avete assistito silenziosi e non sappiamo quanto
consapevoli, ai vari passaggi che si sono succeduti, avete sempre sostenuto con
un voto obbediente e acritico la volontà unica del vostro Capo politico, non
siete sembrati mai toccati dal dubbio sulla giustezza dell’orientamento che vi
veniva suggerito e così oggi vi assumete la responsabilità, sostanziale,
dell’approvazione che si prospetta, poiché è indubbio che senza il vostro voto
nulla si compirebbe.
Per noi che ci siamo impegnati, oltre ogni nostra possibilità per
scongiurare quest’esito infausto, vi è l’amarezza nel constatare come né la
diversa e magari opposta appartenenza di parte
all’interno della stessa maggioranza, né la diversa individuale sensibilità
nei confronti delle tematiche, oggi peraltro attuali, dei beni comuni, né una
diversa storia o coscienza personale, né l’esperienza del passato gravida di
ombre da sgombrare ed esorcizzare, niente di tutto ciò è valso per
differenziare, se non in talune ricorrenti e significative assenze, un’
Assemblea nella sua componente di maggioranza, sostanzialmente coesa ed unanime
nel condurre la cittadina verso scelte sbagliate, di più scellerate, di più
scriteriate.
Peserà su ciascuno di Voi il peso di questa scelta che avrà nel
futuro, anche prossimo, esiti imprevedibili sul piano del richiamo alla
responsabilità di ognuno e prevedibili per quanto, invece, riguarda la strada
che imboccherà la “ crescita infelice” di questa città futura.
Una riflessione non può tuttavia mancare sull’operato dello stesso
Sindaco, capo indiscusso di questa operazione urbanistica, dove l’eccesso di
sensibilità nei confronti di istanze esterne non adeguatamente valutate e
mediate, ha fatto si che finalizzasse il suo operato verso questo, pressoché,
unico scriteriato obiettivo.
Le decisioni assunte sotto la spinta dell’impeto e non della
riflessione, la volontà di finalizzare ogni momento di esame ad un esito prefissato, la ricerca anche di
una gratificazione e di un’ affermazione personale attraverso la soddisfazione
della richiesta proveniente da soggetti ritenuti forti, la incapacità di
allontanare influenze sin troppo manifeste e poi ancora la mancanza di una
capacità vera di analisi e di comprensione delle direzioni vere cui condurre la
“ crescita felice” della città futura, ma anche l’arroganza con cui ha
caratterizzato ed improntato il proprio
rapporto, persino personale, con chi ha cercato di indicare un diverso
obiettivo, tutto ciò non lo qualifica come guida di un buon governo, ma
tutt’altro.
Che la cittadina possa cambiare mano e passo è l’unico augurio che
possiamo, con poche speranze, farci e se qualcuno abbia da pagare sul piano
giuridico e personale per quest’atto che ha voluto fortemente contro ragione,
diritto e buon senso questo sia, prima di ogni altro, Lui solo.
Come non compiere una riflessione sull’operato degli Enti e dei
soggetti terzi coinvolti nello stralcio.
Nell’ambito di quell’organismo metà politico e metà tecnico che è
stata la Conferenza di Pianificazione si è consumato più volte il rito dell’ipocrisia
per cui soggetti tecnici, muniti di delega politica, hanno adeguatamente svolto
la loro funzione, ma dovrebbe dirsi finzione, trovando una giustificazione, una
soluzione apparentemente tecnicamente inoppugnabile capace di salvare sempre in
angolo questo stralcio di variante tutte le volte che doveva subire il gioco di
attacco della tenace minoranza.
Bizantinismi interpretativi portati all’eccesso, omissioni piuttosto che ammissioni, dimenticanze volute, silenzi decisivi hanno
pesato in maniera sproporzionata a danno della verità che, man mano, minoranza
portava in superficie e faceva emergere.
La sequenza è lunga e la vedremo ancor meglio nel seguito più
prettamente tecnico di questa relazione, ma come tacere l’abusato principio del
“tempus regit actum” affermato per primo dalla struttura interna, messo in
fondato dubbio dallo stesso parere acquisito presso l’Avvocato di fiducia,
fatto in qualche modo, prima, proprio dalla severa Sovraintendente, poi dalla
stessa, colta dal dubbio, in qualche modo smentito, smentita però ignorata
dalle conclusioni dei Conferenzieri.
Come tacere poi di quell’Organismo tecnico, messo in piedi con i
suoi componenti tutti quanti indicati di fatto, a garanzia di qualità e di
risultato, dalla rappresentante Regionale
dentro la Conferenza, quell’OTC dunque nel suo acronimo, che con rigore
scientifico e con indipendenza tecnica compiva il miracolo di non vedere, di
non sapere, di non capire ed, alla fine, preso in fallo proprio in aula, riusciva a garantire, comunque, tutti quanti
erano i desiderata richiesti dal Capo politico locale di questa operazione.
Come non ricordare infine quell’indice di Sul 1.125 messo in
bocca, si fa per dire, alla nota Soprintendente Papotti, smentito dalla stessa con nota ufficiale agli
atti, giustificato dagli ineffabili progressisti estensori dello stralcio, ma
poi nonostante smentite e precisazioni, fatto proprio in ultima battuta dalla
conferenziera Architetto Malosso, riattribuendolo nuovamente e ancora alla, a
questo punto sgomenta, ma purtroppo assente e non invitata Papotti.
Si potrebbe continuare in questa commedia all’Italiana recitata,
in parte, pubblicamente dentro le aule consiliari, uso il plurale perché
cambiano sempre e più spesso, e in parte
a porte chiuse nelle stanze del Palazzo, ma per ora ci basta perché vogliamo
dedicare un pensiero anche alla Committenza dell’operazione, quella SIAV srl,
alias Zanetta, che con orecchio attento ha avuto la pazienza di ascoltare e di
non perdersi forse neanche una battuta di quelle pronunciate in quest’aula,
seguendo, passo dopo passo, la vicenda che si veniva svolgendo, vuoi ora
sperando, vuoi ora temendo, vuoi ora ritornando a sperare, poi nuovamente
sfiduciata, poi risollevata ed ora, pensiamo quasi raggiante essendo ad un
passo dal traguardo creduto.
Essa ha avuto la fortunata sfortuna di trovare un interlocutore
attento, un Sindaco disponibile e persino arrendevole, un Sindaco che ha visto
nella possibilità di soddisfare appieno la richiesta della Committenza un
motivo di propria personale affermazione e gratificazione politico/psicologica,
un Sindaco dunque che ha agito più in veste di a.d., in pectore, della SIAV che
non come amministratore democraticamente eletto con mandato di rappresentanza
di una intera cittadinanza e delle sue istanze migliori.
I risultati ora si colgono e premiano quella costanza con la quale
la SIAV, espressione di quel quasi monopolio che impronta la vita
dell’industria alberghiera cittadina, da tempo opera nell’impossessamento progressivo delle aree
di pregio e libere del lungo lago o che, meglio, si venivano liberando dai
segni di un nobile e antico passato, ormai ingombrante, per sfregiarle durante
l’arco di interi decenni, lasciando, senza pudore, alla vista degli ignari e
stupiti milioni di turisti, soltanto
ruderi e macerie creati e voluti.
Per questo essa è medaglia nera dell’accoglienza turistica, dunque
ricatto perpetuato nei confronti delle deboli amministrazioni che si
succedevano nel tempo, offesa permanente alla sensibilità delle buone e indifese
coscienze cui, per inciso, ci duole moltissimo non essere riusciti ad essere
loro difensore civico, ma questa è stata la politica perpetuata dalla SIAV
verso questa cittadina a cui è, invece, tributaria dell’accumulazione di
capitale compiuta anche grazie a quel richiamo diffuso sui media del turismo
del mondo che rappresentano quello scenario di paesaggio, storicamente
determinato, golden share, ora in svendita,
dell’offerta turistica, quello stesso paesaggio che la SIAV prima ha
sfregiato con l’abbandono ed ora si appresta a sfregiare con l’invasione delle
sue sproporzionate e strabordanti masse edilizie; se ne abbia a vergognare.
In sintesi un sistema fatto di relazioni, di conoscenze a più
livelli, di mai svelabili intrecci, di ossequio a chi più ha, di
accondiscendenza a volontà politiche nell’ombra e mai apparse, di
subordinazione dell’interpretazione del diritto alla tesi più prossima al
detentore di potere ed il totale sbrego di una inesistente classe locale di
governo, piegata alla volontà della committenza cui chiede, non da il consenso.
Questo è ciò che ha portato al risultato di questa sera, risultato che i più
applaudiranno e alcuni no, né qui, né mai.
Se quindi la partita è per noi persa sul piano del suo,
inevitabile, sbocco amministrativo, l’impegno civile e libero da ogni
condizionamento di parte e di interesse, ci impone di spostare l’attenzione e
la difesa della cittadina su altri piani. L’iter complessivo della procedura di
variante non ha attenuato quella ipotesi di possibile violazione penale che
questo Gruppo aveva, concretamente, ipotizzato sin dalle prime battute di
questa vicenda, anzi quella ipotesi si è venuta sempre più rafforzando tanto da
rendere inevitabile, ad approvazione avvenuta, l’inoltro alla Procura della
Repubblica di un documentato esposto che induca all’apertura di una accurata
indagine penale sull’operato del Sindaco e di tutti i soggetti a diverso
livello coinvolti. L’abuso d’atti, nella sua configurazione di reato consumato
mediante il favore patrimoniale conseguito da terzi grazie alla violazione di
norme legislative e regolamentari, nella piena consapevolezza e coscienza dei
suoi autori, ci sembra un fatto che difficilmente possa essere smentito, con
buona pace delle querele multiple intentate dal Sindaco contro i Consiglieri
tutti delle minoranze allora in carica.
Sul piano poi della giustizia amministrativa non certo ci sfugge
il fatto di non essere riconosciuti, quali Consiglieri
Comunali, soggetti legittimati al ricorso. Cercheremo di provvedervi e rimediarvi
ugualmente e diversamente, vuoi attraverso l’appartenenza di taluni di noi ad
organismi portatori di interessi diffusi operanti nel campo della tutela
ambientale, vuoi attraverso la protezione di interessi individuali propri,
fonte di riconosciuta legittimazione ad agire, di cui taluno di noi è
portatore, sciogliendo, se sarà il caso, il proprio vincolo all’interno di
questo Consiglio.
Quel che è certo è che non tralasceremo nessuno dei rimedi
giuridici che l’ordinamento assegna se non ai Consiglieri, certamente ad altri
soggetti, siano essi espressione della società civile o, più prosaicamente, ma
non meno efficacemente, espressione di interessi personali lesi.
Ci auguriamo quindi, con tutte le incertezze che il diritto e la
giustizia Italiana conosce , per questo ogni tanto invochiamo “un giudice a
Berlino”, di poter trovare ascolto nelle sedi terze chiamate a valutare, da un
lato, l’operato e l’agire di uomini dentro la pubblica amministrazione sotto il
profilo della verifica della legalità, per noi violata; dall’altro lato quello
degli atti in questa vicenda prodotti, sotto il profilo della loro conformità
alle norme, sempre per noi inesistente.
Se l’obiettivo sarà raggiunto noi non lo sappiamo, come nessuno lo
può oggi sapere, ma le ragioni sussistono per provocare questa verifica estrema
intorno alla legalità di uomini e
legittimità di atti che questa vicenda
ha visto agire e produrre a danno perpetuo e senza rimedio per questa cittadina
infelice.
Fatte queste considerazioni, la relazione che vogliamo lasciare
agli atti di questa serata continua, toccando gli aspetti più prettamente
tecnici del contrasto che questo Gruppo ha espresso nei confronti della
variante stralcio, riportando, in estrema sintesi, le ragioni tutte, più volte ed in diversi
contesti espresse e formulate contro lo strumento della variante stralcio,
ragioni diversamente articolate e che toccano motivi di merito, per noi,
comunque, fondamentali e motivi di legittimità degli atti e di legalità
dell’agire di un’amministrazione che con caparbietà e contro ogni evidenza e
buon senso ha ritenuto dover operare e portare, comunque, a conclusione questa
sventurata vicenda.