Un po’ perché la
cronaca sta scarsa, un po’ perché l’approfondimento non è che poi guasta, ecco
che stamane mettiamo un pezzo dell’altra lunga parte della relazione finale
intorno alla ”Zanetta”. E’ l’inizio della parte anche un po’ tecnica, ma questa
qui tocca ancora le cose che si dicono "di merito", le altre parti, quelle che toccano i vizi del diritto: l'ipotesi penale e l'illegittimità degli atti, per ora non
ve la postiamo, sono infatti materie d'avvocati. Ne parleremo, se sarà il caso,
soltanto un po’ più in là nel tempo e poi vedremo.
LE
RAGIONI DI MERITO
La variante, di cui
lo stralcio ne costituisce una significativa anticipazione, interferisce,
pesantemente, su questo quadro paesaggistico/architettonico/ambientale
consolidato, alterandolo in maniera non
reversibile.
Assumendo come variabile indipendente lo stato di colpevole e procurato
abbandono di alcuni significativi siti del sistema sopra descritto, la
variante, mistificando i suoi reali intenti modifica, pesantemente, le
possibilità legali ed effettive di trasformazione delle aree da essi occupate e
dietro il velo mistificatorio appunto del recupero architettonico, mostra
invece l’inserimento di pesanti nuovi volumi edilizi che, per le loro
dimensioni, sia in termini di “sul”, che di “non sul” e quindi di conseguenti
volumi geometrici effettivi, comporteranno, non certo, il recupero, in una nuova
condividibile funzione ricettivo turistica di alta classe, di questo tassello
del sistema dei parchi e della ville
storiche, ma la sua pressoché definitiva e irreversibile alterazione con
accostamenti di stili, di scale edilizie e di soluzioni progettuali
assolutamente inopportune, anzi e di più, anche illegittime.
Una variante stralcio dunque che incide su caratteri identitari,
universalmente riconosciuti del paesaggio, sottraendo ad una attenta gestione
pubblica di governo un bene annoverabile tra i beni comuni, restituendolo
invece e pienamente a quella che è la sua funzione, ci verrebbe dire, più
banale, cioè al libero sfruttamento economico e di mercato.
Il massimo dei paradossi possibili si compie, l’esistenza del sovrapporsi
sull’area di ben cinque vincoli di natura paesaggistica e culturale, diretti ed
indiretti con le loro severe enunciazioni e richiami, non sono stati
sufficienti per obbligare questa Assemblea
a compiere, prima, una severa
autocritica e poi a spostare la barra del timone verso un esito della variante
rispettoso di quei vincoli. Quanto al comportamento di quei soggetti esterni chiamati a vigilare su quei vincoli e
sulle loro prescrizioni ed enunciazioni, questo è un altro capitolo non
certamente terminato a cui ci dedicheremo anche dopo l’odierna chiusura di
questa pagina.
Nessuna alternativa seria, condivisibile e compatibile con il quadro del
sistema paesaggio descritto più sopra e con il quadro vincolistico richiamato,
è stata messa in campo dall’Amministrazione, unicamente attenta al
soddisfacimento completo ed assoluto della Committenza, così proseguendo un
processo di irreversibile mutazione genetica dei luoghi che, paradossalmente
per i suoi autori, trascinerà l’economia
turistica verso livelli di qualità inferiore e di numeri, insostenibili,
maggiori. Altro che cittadina a 5 stelle capace di intercettare i nuovi flussi
del turismo ricco delle economie emerse ed emergenti, ma caserme alberghiere
pronte a proporre offerte a prezzi di saldo pur di colmare i vuoti lasciati da
un turismo di pregio che si sposterà o andrà verso altre direzioni .
Il carattere
identitario di un territorio il cui
valore è riconosciuto anche oltre i suoi confini, colpevolmente lasciato
alla libera disponibilità del suo debole governo locale, si perde anche e
soprattutto per scelte come quella che viene compiuta in una serata distratta
per la data in cui è collocata ed inopportuna per gli accadimenti nel frattempo
intervenuti.
Non sono queste
parole nuove, ma mi sembra che richiamarle ancora quando ormai la speranza è
ultima e debole, possano ancora chiosare al meglio, queste considerazioni di
merito: vi è un debito nei confronti non solo di una cittadinanza che vi ha
votato, ma anche verso un’ utenza del territorio che privilegia questa cittadina
nelle sue scelte di soggiorno, di svago,
di frequentazione, oserei dire di spesa. Senza di essa sarebbe un borgo quasi
senza nome. Pensare che possiate fare tutto quello che una committenza ricca e
senza concorrenza vuole, senza riguardo per alcuno, o meglio con solo un grande
riguardo per quel qualcuno, è un atto di arroganza, contrario ad un diritto più
universalmente, oggi, riconosciuto. Bisognava quindi, di fronte ad una scelta così forte e,
insisto irreversibile, guardare a valori più universalmente condivisi, e questi valori oggi non si sposano con la
prosecuzione dei sovvertimenti di una identità territoriale storicamente
insediata e culturalmente riconosciuta, ma con quelli della sua conservazione e
della sua valorizzazione, tutto il contrario dunque di ciò che questo Governo
piccolo, debole, addirittura minuscolo ha compiuto e lascerà in sua triste eredità.
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