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venerdì 17 giugno 2011

Il gatto e il pardo
Ne avevamo parlato qualche tempo fa quando, leggendo una delibera approvata da Canio e la Sua giunta, ci stupimmo perché anziché ridurre, come disposto dalla legge di Tremonti, il compenso al revisore dei conti del Palazzo, si autorizzava il servizio finanziario ad aumentarlo retroagendo all’anno già trascorso, quello del 2000 e dieci. In quella deliberazione nulla quindi si diceva sul fatto che il compenso era da ribassare e, puntualmente, superminoranza depositò una mozione, ora in esame nel prossimo Consiglio, con cui si dice alla Giunta di rispettare solo la legge, tornando sui suoi passi, al Servizio finanziario di non obbedire ad un’ autorizzazione contra lege ed al Revisore di andarsene a casa perché di uno che non controlla, ma che invece chiude gli occhi quando l’argomento sono le sue tasche, forse è meglio farsene anche a meno. Ora, invece, arriva una sorpresa e Canio trova una furbata. Infatti mette al voto del consiglio la delibera che aveva fatto, e non poteva, con la Giunta e chiede al Suo Consiglio un voto per, prima, aumentare il compenso al Revisore e poi ridurlo, così non cambia niente e la legge è scavalcata. D’accordo la cifra in ballo non è molta, ma  questo è anche un argomento giusto contrario, e quel che conta è un principio sacrosanto,  ossia che la legge non può essere frodata.  La vicenda se non fosse vera, sarebbe l’argomento di una bella barzelletta, invece è solo vera con  personaggi mai dimenticati e che, non appena possono, ricompaion sulla scena: ultimo atto martedì 21 ore 21.

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