Come anticipato vi postiamo l'integrale della
mozione che i Gruppi in minoranza oggi spediscono sul tavolo di Canio perché questo
Consiglio si pronunci. Così finisce il
tempo dei ma, sì, certo però e forse manco so, ma un sì o un no, punto e a noi questo
ci basta.
GRUPPO CONSILIARE “INSIEME
GRUPPO CONSILIARE LEGA NORD
18/09/2014
Al Sig. Sindaco
Preg. mo Avv. Canio Di Milia
Sede Municipale
STRESA
OGG: Mozione art. 45 del regolamento sul funzionamento del Consiglio. Istanza per
il conferimento di permesso di ricerca mineraria " Monte Zuchero".
Atto di indirizzo finalizzato alla tutela dei valori ambientali e turistici del
territorio e dell'economia insediata.
L'istanza
prodotta fa seguito ad una fase procedurale già svolta, fase in cui anche
questo Comune é stato partecipe in quanto soggetto aventene diritto.
Detta
iniziale procedura si concluse con la manifestazione di un consenso, cui questo
Comune non ebbe nulla da eccepire, a che la Società Graniti e Marmi di Baveno
srl avviasse formalmente l'istanza di permesso di ricerca mineraria, fase la
cui risultanze potrebbero poi dar modo di ottenere la concessione mineraria per
lo sfruttamento, secondo le intenzioni dichiarate, dell'area di discarica della
precedente attività di coltivazione di cava.
L'attuale
giacente istanza fa, pertanto, seguito a quanto in precedenza svolto e conferma
l'intenzione della Società mineraria di acquisire i successivi consensi
finalizzati alla apertura della attività.
Come
anche ricordato dal Comune in fase di conferenza, l'ambito interessato, non
solo, risulta in capo alla proprietà comunale, ma è qualificato anche come
gravato da diritti di uso civico, con l'effetto che su di esso ricadono i
vincoli di tutela paesaggistica in quanto appartenente alla categoria dei beni
protetti, mentre la proprietà stessa risulta classificata tra i beni aventi
natura demaniale.
Non
sfugge certamente ai firmatari il fatto che la competenza formale ed ultima in
tema di rilascio della concessione mineraria stia in capo ad altri soggetti e
non a questo Ente, così come non sfugge che, ai sensi dell'articolo 3
dell'ordinamento sugli Enti Locali, il comune rappresenta la propria comunità ,
ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo.
Alla
luce dei principi ordinamentali appena ora ricordati non può, pertanto,
consentirsi un atteggiamento passivo o acquiescente di questo Ente di
fronte ad una proposta i cui limiti
territoriali e temporali, come insegna l'esperienza del vicino limitrofo a noi
Comune, tendono poi a estendersi ben oltre le iniziali richieste, ampliandosi,
via via, nei loro confini ed estendendosi nel tempo, tanto da diventare
attività permanenti, con gli effetti devastanti che tutti possono osservare.
Il Comune ha quindi l'obbligo di rappresentare
una posizione ufficiale, trasparente e pubblica nelle sedi in cui viene
chiamato a esprimersi, esercitando così quella cura degli interessi della
propria comunità e della promozione del proprio sviluppo che sono tra i propri
più qualificanti obiettivi.
Nel
caso in argomento si sovrappongono ulteriori interessi pubblici da tutelarsi
che trovano il loro fondamento nella natura demaniale e di uso civico dei beni
oggetto di richiesta.
Non
senza una qualche ragione può quindi chiedersi se interessi, quali quelli
minerari, ugualmente tutelati da una normativa a loro favorevole, abbiano, nel
contesto di riferimento, a prevalere sui primi o se invece si ponga l'esigenza
di un loro raffronto, soppesando le ragioni degli uni e degli altri, pervenendo
ad una valutazione conclusiva ponderata e pesata dei contrastanti interessi in
campo.
A
favore di tal tesi sembrano poi pesare le norme, di stampo più recente rispetto
a quelle minerarie, che pongono la valutazione ambientale al centro di ogni
processo finalizzato al consenso dello svolgimento di attività a forte impatto
sull'ambiente, inteso, quest'ultimo, quale concetto ad ampio spettro e valenza.
All'interno
quindi di questo quadro si deve porre l'attività dell'Ente Comune di Stresa
allorquando viene chiamato al tavolo delle conferenze, svolgendo, in quelle
sedi, il proprio attivo ruolo nell'ambito di una politica di indirizzo e di
pianificazione del proprio territorio che non può prescindere e non deve
dismettere l'esercizio della propria funzione, riconosciuta da norma
dell'ordinamento, di tutela degli interessi della propria popolazione e di
promozione dello sviluppo del territorio.
Nel
merito occorre quindi porsi la domanda se la tutela di un bene comune, quale
quello gravato da diritti di uso civico e da un vincolo paesaggistico, il tutto
inquadrato all'interno di un territorio a forte vocazione ed economia
turistica, debba cedere a fronte di un interesse, pure riconosciuto dalla
legge, allo sfruttamento di un'area a fini minerari.
Sino
a oggi è mancata, da parte di questo Comune, l'assunzione di una qualche
univoca, certa e non cedevole posizione nel merito della questione aperta.
Esso,
in assenza di alcun indirizzo espresso dai suoi Organi, si è, burocraticamente,
trincerato dietro una neutrale posizione, limitandosi a rappresentare lo stato
giuridico dei beni oggetto di interesse.
Anche
in sede di risposta a precedente interpello, posto da uno dei gruppi firmatari
la presente mozione, la posizione del Rappresentante del Comune è parsa
sfumata, quanto meno incerta ed attendista rispetto ai futuri esiti del
processo autorizzativo, così che è
risultato difficile capire in quale direzione potrebbe poi rivolgersi. Certo è
che al momento questo Ente non ha espresso o non ha saputo esprimere una
volontà certa e non equivoca, non esercitando quindi quella funzione piena di
manifestazione degli interessi della popolazione e del territorio.
Scopo
quindi della presente mozione è anche quello di colmare una, evidente, lacuna,
un vuoto di indirizzo che l'attuale Governo, sino ad oggi, non ha saputo
colmare e che se dovesse persistere, ad avviso dei firmatari, rischia di
compromettere, o meglio di dar per scontato l'esito del processo autorizzativo.
L'iniziativa
si pone quindi quale supplenza rispetto a un esercizio di potere sin qui non
svolto, non limitandosi, tuttavia, a richiedere l'assunzione di una posizione,
ma indicandone anche il segno verso cui, a giudizio dei firmatari, dovrebbe
rivolgersi.
Orbene,
se tra i fini del Comune vi sta la tutela degli interessi collettivi di una
popolazione e la promozione dello sviluppo territoriale, è pur lecito chiedersi
a chi gioverebbe l'esistenza di una
miniera a cielo aperto, affacciata su un golfo di un lago che si aveva anche la
volontà o la pretesa, di candidare a sito tutelato dall'UNESCO e che , a tal
scopo, venne aperta e , probabilmente, pende ancora istruttoria .
Nel
caso non è in discussione l'esistenza di una coltivazione di pietre ornamentali
di materiale di pregio qual era il granito rosa di Baveno e di
cui il sito, oggi oggetto di interesse per altri scopi produttivi, ne
rappresenta una vestigia.
Qui
è, invece, in gioco l'apertura di un'attività a forte incidenza e impatto
ambientale, a bassissima intensità di lavoro, quindi quasi irrilevante sotto il
profilo occupazionale e, stante l'interesse manifestato, si ritiene a elevato
tasso di remuneratività del capitale investito.
Dietro
la fasulla rappresentazione di una bonifica del sito produttivo dismesso che,
invece, il tempo e la natura sta restituendo alla progressiva rinaturalizzazione, si prevede di
intervenire, pesantemente, aggredendo l'area di discarica degli sfridi di cava
che, in alcuni anni, ma non si sa quanti, verrebbe, totalmente rimossa,
annullando quel lungo e paziente lavoro che la natura, in questi decenni di
abbandono del sito, ha prodotto con la ricucitura degli strappi del passato e
ora offrendo un interessante e singolare luogo, memoria di una particolare
archeologia industriale non più in opera .
Se
poi tutto ciò s' inquadra nell'ambito di un
territorio che vorrebbe essere,
per i valori di paesaggio che contiene, promozione di se stesso per l'
economia prevalentemente turistica che esprime, ben si comprende quale
insanabile contrasto di interessi si manifesta tra quelli di cui questo Comune
dovrebbe essere portatore e quelli che, invece, esprimono realtà produttive poco
coerenti con il territorio.
Il
contrasto tra il progetto minerario e gli interessi collettivi si manifesta
pure nel confronto con il recente progetto, promosso da questo stesso Comune, e
che vede l'ambito di territorio limitrofo a quello oggetto d'interesse
produttivo, candidato ad un progetto" emblematico" di valorizzazione
e promozione del turismo ciclo/pedonale.
In
tale ultima ottica, anche il sito, nella sua attuale configurazione,
rappresenterebbe un interessante tappa di un percorso naturalistico e, come
tale, meritevole di conservazione, non certo di trasformazione o peggio, di
spacciata bonifica.
Su
tale ultimo punto non voglia questo Ente cadere nella trappola accattivante, in
nome di una qualche compensazione ambientale a fronte del permesso minerario.
Se occorre compensazione ciò vuole, soltanto, significare che vi sarebbe un
danno da risarcire in qualche modo, ma qui il problema è quello di evitare il
danno e non altro.
Così
come non reggono paragoni nel confronto tra la vastità del danno in corso nel
territorio del Comune a noi limitrofo e quello, assai più limitato, che
l'apertura dell'attività mineraria sul monte Zuchero causerebbe.
Semmai
il problema ha da porsi in termini, esattamente, rovesciati e cioè, proprio
perché il danno è già così vasto nei territori a noi limitrofi, diventa improponibile, insostenibile e intollerabile
l'estensione, ancorché si sostenga limitato, di tal danno anche sul territorio
di questo Comune, quando il problema, semmai sarebbe quello di ridurlo ad
iniziare proprio da quel territorio a noi vicino.
Riassumendo,
vi sono, quindi e innanzitutto, ragioni perché questo Ente abbia,
doverosamente, a manifestare, a iniziare con un preciso atto d'indirizzo
promosso dall'Organo sovrano in materia di pianificazione territoriale e
portatore degli interessi collettivi e di promozione e sviluppo territoriale,
la propria volontà ed il proprio convincimento e pensiero in merito alla
giacente istanza di apertura del sito minerario del Monte Zuchero.
Nel
merito e nel contenuto di tale atto, vi sono ragioni, sostenute da motivazioni
che hanno radici nella natura e nella funzione che il territorio ha assunto per
l'economia insediata, che richiedono la tutela di questo stesso territorio in
quanto è parte irrinunciabile della offerta economica sul mercato del turismo
globale e tali ragioni richiedono di sottoporre ad una critica rigorosa ogni
intervento modificativo proposto quando e se non vada nel segno di un
miglioramento della qualità territoriale e non sia nel segno della valorizzazione
degli elementi qualificanti il territorio medesimo.
Nel
corso dello svolgimento della presente mozione tali ragioni sono state indicate
e ci pare che abbiano una valenza e una forza tale da consentire a questo Ente
di svolgere, ai tavoli delle conferenze, un ruolo non meramente passivo e
burocratico, ma invece un ruolo attivo e di contrasto del progetto presentato,
facendo valere ragioni e interessi collettivi che ci pare vadano ben al di là e
abbiano maggior pregio di un singolo interesse industriale ed economico.
Da
ultimo, perché nessuna azione sia tralasciata, ci pare di indicare la
possibilità che l'area vasta entro il cui ambito il progetto minerario si
colloca, possa essere sottoposta, in virtù dell'autonomia normativa cui l'Ente
dispone, a un provvedimento di modifica urgente delle disposizioni a valenza urbanistica oggi contenute nel PRGC, inserendo una disciplina d'utilizzo
più restrittiva e diversa dell'attuale e che contempli, espressamente, il
divieto di aperture di attività minerarie o di coltivazioni di cave, con
l'indicazione di conservazione e tutela del sito di discarica di cava dismessa,
il tutto all'interno e coerentemente al progetto di fruizione ciclo pedonale naturalistica
dell'area.
Tutto
quanto svolto e premesso, ai firmatari pare vi siano le condizioni tutte per
poter sottoporre al voto del Consiglio una mozione che faccia propria le
indicazioni e le preoccupazioni manifestate e che consenta a questo Ente di
presentarsi ai tavoli delle conferenze munito di un atto di indirizzo capace di
conferirgli autorevolezza e peso decisionale.
Invitano
pertanto, dopo l'attento esame e la discussione, a esprimere il proprio voto
approvando i seguenti contenuti della
mozione medesima:
1)
Condivise le preoccupazioni, i rilievi e le motivazioni contenute nello
svolgimento della presente mozione, si manifesta sostanziale opposizione al
progetto prodotto da Graniti e Marmi di Baveno srl per l'ottenimento di una
concessione mineraria ai fini dello sfruttamento della discarica di sfridi di cava
dismessa in località Monte Zuchero di questo Comune.
2)
Si chiede che la volontà di questo
Consiglio, con tutte le motivazioni che la sorreggono, sia manifestata ai
tavoli delle conferenze cui questo Comune sarà chiamato a parteciparvi e che
pari volontà contraria sia manifesta in esito ad istanze cui questo Comune
abbia, eventuale, singola competenza a provvedere, ribadendo la preminenza dei diritti collettivi e comuni cui le terre
oggetto di richiesta sono gravati, rispetto agli interessi e diritti minerari
espressi dal proponente.
3)
Invita l'Organo esecutivo a valutare l'avvio di ogni utile azione atta a
contrastare con ogni mezzo legale il rilascio della concessione mineraria, non
ultima la possibilità che l'area vasta entro il cui ambito il progetto
minerario si colloca, possa essere sottoposta, in virtù dell'autonomia
normativa cui l'Ente dispone, a un provvedimento di modifica urgente delle
disposizioni a valenza urbanistica oggi contenute nel PRGC, inserendo una
disciplina d'utilizzo più restrittiva e diversa dell'attuale e che contempli,
espressamente, il divieto di aperture di attività minerarie o di coltivazioni
di cave, con l'indicazione di conservazione e tutela del sito di discarica di
cava dismessa, il tutto all'interno e coerentemente al progetto di fruizione
ciclo pedonale naturalistica dell'area già avviato.
Nessun commento:
Posta un commento