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lunedì 22 settembre 2014

QUOTA 219 MONTE ZUCHERO







Come anticipato vi postiamo l'integrale della mozione che i Gruppi in minoranza oggi spediscono sul tavolo di Canio perché questo  Consiglio si pronunci. Così finisce il tempo dei ma, sì, certo però e forse manco so, ma un sì o un no, punto e a noi questo ci basta.  

 

GRUPPO CONSILIARE “INSIEME
GRUPPO CONSILIARE LEGA NORD
 18/09/2014
Al Sig. Sindaco
Preg. mo Avv. Canio Di Milia
Sede Municipale
STRESA  
OGG: Mozione art. 45  del regolamento  sul funzionamento del Consiglio. Istanza per il conferimento di permesso di ricerca mineraria " Monte Zuchero". Atto di indirizzo finalizzato alla tutela dei valori ambientali e turistici del territorio e dell'economia insediata.
 La società Graniti e Marmi di Baveno s.r.l. ha promosso in data 09/07/2014 una formale istanza davanti alla Regione Piemonte, istanza  finalizzata ad ottenere il permesso di ricerca mineraria da attuarsi nell'ambito della proprietà del Comune di Stresa, in località denominata Monte Zuchero, già in precedenza utilizzato per la coltivazione di una  cava di pietre ornamentali di granito rosa di Baveno, ormai da alcuni decenni in stato di abbandono produttivo con presenza della discarica della remota attività, in condizione di avanzata rinaturalizzazione.
L'istanza prodotta fa seguito ad una fase procedurale già svolta, fase in cui anche questo Comune é stato partecipe in quanto soggetto aventene diritto.
Detta iniziale procedura si concluse con la manifestazione di un consenso, cui questo Comune non ebbe nulla da eccepire, a che la Società Graniti e Marmi di Baveno srl avviasse formalmente l'istanza di permesso di ricerca mineraria, fase la cui risultanze potrebbero poi dar modo di ottenere la concessione mineraria per lo sfruttamento, secondo le intenzioni dichiarate, dell'area di discarica della precedente attività di coltivazione di cava.
L'attuale giacente istanza fa, pertanto, seguito a quanto in precedenza svolto e conferma l'intenzione della Società mineraria di acquisire i successivi consensi finalizzati alla apertura della attività.
Come anche ricordato dal Comune in fase di conferenza, l'ambito interessato, non solo, risulta in capo alla proprietà comunale, ma è qualificato anche come gravato da diritti di uso civico, con l'effetto che su di esso ricadono i vincoli di tutela paesaggistica in quanto appartenente alla categoria dei beni protetti, mentre la proprietà stessa risulta classificata tra i beni aventi natura demaniale.
Non sfugge certamente ai firmatari il fatto che la competenza formale ed ultima in tema di rilascio della concessione mineraria stia in capo ad altri soggetti e non a questo Ente, così come non sfugge che, ai sensi dell'articolo 3 dell'ordinamento sugli Enti Locali, il comune rappresenta la propria comunità , ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo.
Alla luce dei principi ordinamentali appena ora ricordati non può, pertanto, consentirsi un atteggiamento passivo o acquiescente di questo Ente di fronte  ad una proposta i cui limiti territoriali e temporali, come insegna l'esperienza del vicino limitrofo a noi Comune, tendono poi a estendersi ben oltre le iniziali richieste, ampliandosi, via via, nei loro confini ed estendendosi nel tempo, tanto da diventare attività permanenti, con gli effetti devastanti che tutti possono osservare.
 Il Comune ha quindi l'obbligo di rappresentare una posizione ufficiale, trasparente e pubblica nelle sedi in cui viene chiamato a esprimersi, esercitando così quella cura degli interessi della propria comunità e della promozione del proprio sviluppo che sono tra i propri più qualificanti obiettivi.
Nel caso in argomento si sovrappongono ulteriori interessi pubblici da tutelarsi che trovano il loro fondamento nella natura demaniale e di uso civico dei beni oggetto di richiesta.
Non senza una qualche ragione può quindi chiedersi se interessi, quali quelli minerari, ugualmente tutelati da una normativa a loro favorevole, abbiano, nel contesto di riferimento, a prevalere sui primi o se invece si ponga l'esigenza di un loro raffronto, soppesando le ragioni degli uni e degli altri, pervenendo ad una valutazione conclusiva ponderata e pesata dei contrastanti interessi in campo.
A favore di tal tesi sembrano poi pesare le norme, di stampo più recente rispetto a quelle minerarie, che pongono la valutazione ambientale al centro di ogni processo finalizzato al consenso dello svolgimento di attività a forte impatto sull'ambiente, inteso, quest'ultimo, quale concetto ad ampio spettro e valenza.
All'interno quindi di questo quadro si deve porre l'attività dell'Ente Comune di Stresa allorquando viene chiamato al tavolo delle conferenze, svolgendo, in quelle sedi, il proprio attivo ruolo nell'ambito di una politica di indirizzo e di pianificazione del proprio territorio che non può prescindere e non deve dismettere l'esercizio della propria funzione, riconosciuta da norma dell'ordinamento, di tutela degli interessi della propria popolazione e di promozione  dello sviluppo del  territorio.
Nel merito occorre quindi porsi la domanda se la tutela di un bene comune, quale quello gravato da diritti di uso civico e da un vincolo paesaggistico, il tutto inquadrato all'interno di un territorio a forte vocazione ed economia turistica, debba cedere a fronte di un interesse, pure riconosciuto dalla legge, allo sfruttamento di un'area a fini minerari.
Sino a oggi è mancata, da parte di questo Comune, l'assunzione di una qualche univoca, certa e non cedevole posizione nel merito della questione aperta.
Esso, in assenza di alcun indirizzo espresso dai suoi Organi, si è, burocraticamente, trincerato dietro una neutrale posizione, limitandosi a rappresentare lo stato giuridico dei beni oggetto di interesse.
Anche in sede di risposta a precedente interpello, posto da uno dei gruppi firmatari la presente mozione, la posizione del Rappresentante del Comune è parsa sfumata, quanto meno incerta ed attendista rispetto ai futuri esiti del processo autorizzativo, così che  è risultato difficile capire in quale direzione potrebbe poi rivolgersi. Certo è che al momento questo Ente non ha espresso o non ha saputo esprimere una volontà certa e non equivoca, non esercitando quindi quella funzione piena di manifestazione degli interessi della popolazione e del territorio.
Scopo quindi della presente mozione è anche quello di colmare una, evidente, lacuna, un vuoto di indirizzo che l'attuale Governo, sino ad oggi, non ha saputo colmare e che se dovesse persistere, ad avviso dei firmatari, rischia di compromettere, o meglio di dar per scontato l'esito del processo autorizzativo.
L'iniziativa si pone quindi quale supplenza rispetto a un esercizio di potere sin qui non svolto, non limitandosi, tuttavia, a richiedere l'assunzione di una posizione, ma indicandone anche il segno verso cui, a giudizio dei firmatari, dovrebbe rivolgersi.
Orbene, se tra i fini del Comune vi sta la tutela degli interessi collettivi di una popolazione e la promozione dello sviluppo territoriale, è pur lecito chiedersi a chi gioverebbe  l'esistenza di una miniera a cielo aperto, affacciata su un golfo di un lago che si aveva anche la volontà o la pretesa, di candidare a sito tutelato dall'UNESCO e che , a tal scopo, venne aperta e , probabilmente, pende ancora istruttoria .
Nel caso non è in discussione l'esistenza di una coltivazione di pietre ornamentali di materiale di pregio qual era il granito rosa di Baveno  e  di cui il sito, oggi oggetto di interesse per altri scopi produttivi, ne rappresenta una vestigia.
Qui è, invece, in gioco l'apertura di un'attività a forte incidenza e impatto ambientale, a bassissima intensità di lavoro, quindi quasi irrilevante sotto il profilo occupazionale e, stante l'interesse manifestato, si ritiene a elevato tasso di remuneratività del capitale investito.
Dietro la fasulla rappresentazione di una bonifica del sito produttivo dismesso che, invece, il tempo e la natura sta restituendo alla progressiva  rinaturalizzazione, si prevede di intervenire, pesantemente, aggredendo l'area di discarica degli sfridi di cava che, in alcuni anni, ma non si sa quanti, verrebbe, totalmente rimossa, annullando quel lungo e paziente lavoro che la natura, in questi decenni di abbandono del sito, ha prodotto con la ricucitura degli strappi del passato e ora offrendo un interessante e singolare luogo, memoria di una particolare archeologia industriale non più in opera .
Se poi tutto ciò s' inquadra nell'ambito di un  territorio che vorrebbe essere,   per i valori di paesaggio che contiene, promozione di se stesso per l' economia prevalentemente turistica che esprime, ben si comprende quale insanabile contrasto di interessi si manifesta tra quelli di cui questo Comune dovrebbe essere portatore e quelli che, invece, esprimono realtà produttive poco coerenti con il territorio.
Il contrasto tra il progetto minerario e gli interessi collettivi si manifesta pure nel confronto con il recente progetto, promosso da questo stesso Comune, e che vede l'ambito di territorio limitrofo a quello oggetto d'interesse produttivo, candidato ad un progetto" emblematico" di valorizzazione e promozione del turismo ciclo/pedonale.
In tale ultima ottica, anche il sito, nella sua attuale configurazione, rappresenterebbe un interessante tappa di un percorso naturalistico e, come tale, meritevole di conservazione, non certo di trasformazione o peggio, di spacciata bonifica.
Su tale ultimo punto non voglia questo Ente cadere nella trappola accattivante, in nome di una qualche compensazione ambientale a fronte del permesso minerario. Se occorre compensazione ciò vuole, soltanto, significare che vi sarebbe un danno da risarcire in qualche modo, ma qui il problema è quello di evitare il danno e non altro.
Così come non reggono paragoni nel confronto tra la vastità del danno in corso nel territorio del Comune a noi limitrofo e quello, assai più limitato, che l'apertura dell'attività mineraria sul monte Zuchero causerebbe.
Semmai il problema ha da porsi in termini, esattamente, rovesciati e cioè, proprio perché il danno è già così vasto nei territori a noi limitrofi, diventa  improponibile, insostenibile e intollerabile l'estensione, ancorché si sostenga limitato, di tal danno anche sul territorio di questo Comune, quando il problema, semmai sarebbe quello di ridurlo ad iniziare proprio da quel territorio a noi vicino.
Riassumendo, vi sono, quindi e innanzitutto, ragioni perché questo Ente abbia, doverosamente, a manifestare, a iniziare con un preciso atto d'indirizzo promosso dall'Organo sovrano in materia di pianificazione territoriale e portatore degli interessi collettivi e di promozione e sviluppo territoriale, la propria volontà ed il proprio convincimento e pensiero in merito alla giacente istanza di apertura del sito minerario del Monte Zuchero.
Nel merito e nel contenuto di tale atto, vi sono ragioni, sostenute da motivazioni che hanno radici nella natura e nella funzione che il territorio ha assunto per l'economia insediata, che richiedono la tutela di questo stesso territorio in quanto è parte irrinunciabile della offerta economica sul mercato del turismo globale e tali ragioni richiedono di sottoporre ad una critica rigorosa ogni intervento modificativo proposto quando e se non vada nel segno di un miglioramento della qualità territoriale e non sia nel segno della valorizzazione degli elementi qualificanti il territorio medesimo. 
Nel corso dello svolgimento della presente mozione tali ragioni sono state indicate e ci pare che abbiano una valenza e una forza tale da consentire a questo Ente di svolgere, ai tavoli delle conferenze, un ruolo non meramente passivo e burocratico, ma invece un ruolo attivo e di contrasto del progetto presentato, facendo valere ragioni e interessi collettivi che ci pare vadano ben al di là e abbiano maggior pregio di un singolo interesse industriale ed economico.
Da ultimo, perché nessuna azione sia tralasciata, ci pare di indicare la possibilità che l'area vasta entro il cui ambito il progetto minerario si colloca, possa essere sottoposta, in virtù dell'autonomia normativa cui l'Ente dispone, a un provvedimento di modifica urgente delle disposizioni  a valenza urbanistica oggi contenute  nel PRGC, inserendo una disciplina d'utilizzo più restrittiva e diversa dell'attuale e che contempli, espressamente, il divieto di aperture di attività minerarie o di coltivazioni di cave, con l'indicazione di conservazione e tutela del sito di discarica di cava dismessa, il tutto all'interno e coerentemente al progetto di  fruizione ciclo pedonale naturalistica dell'area.
Tutto quanto svolto e premesso, ai firmatari pare vi siano le condizioni tutte per poter sottoporre al voto del Consiglio una mozione che faccia propria le indicazioni e le preoccupazioni manifestate e che consenta a questo Ente di presentarsi ai tavoli delle conferenze munito di un atto di indirizzo capace di conferirgli autorevolezza e peso decisionale.
Invitano pertanto, dopo l'attento esame e la discussione, a esprimere il proprio voto approvando  i seguenti contenuti della mozione medesima:
1) Condivise le preoccupazioni, i rilievi e le motivazioni contenute nello svolgimento della presente mozione, si manifesta sostanziale opposizione al progetto prodotto da Graniti e Marmi di Baveno srl per l'ottenimento di una concessione mineraria ai fini dello sfruttamento della discarica di sfridi di cava dismessa in località Monte Zuchero di questo Comune.
2) Si chiede che la volontà  di questo Consiglio, con tutte le motivazioni che la sorreggono, sia manifestata ai tavoli delle conferenze cui questo Comune sarà chiamato a parteciparvi e che pari volontà contraria sia manifesta in esito ad istanze cui questo Comune abbia, eventuale, singola competenza a provvedere, ribadendo la preminenza  dei diritti collettivi e comuni cui le terre oggetto di richiesta sono gravati, rispetto agli interessi e diritti minerari espressi dal proponente.
3) Invita l'Organo esecutivo a valutare l'avvio di ogni utile azione atta a contrastare con ogni mezzo legale il rilascio della concessione mineraria, non ultima la possibilità che l'area vasta entro il cui ambito il progetto minerario si colloca, possa essere sottoposta, in virtù dell'autonomia normativa cui l'Ente dispone, a un provvedimento di modifica urgente delle disposizioni a valenza urbanistica oggi contenute nel PRGC, inserendo una disciplina d'utilizzo più restrittiva e diversa dell'attuale e che contempli, espressamente, il divieto di aperture di attività minerarie o di coltivazioni di cave, con l'indicazione di conservazione e tutela del sito di discarica di cava dismessa, il tutto all'interno e coerentemente al progetto di fruizione ciclo pedonale naturalistica dell'area già avviato.
 
 
 

 

 

 

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