Per carità, succede un po’
dovunque, ma come ovunque magari la gente, il popolo elettore non lo sa o
comunque non lo crede. Passata che è la serata inaugurale, le presenze di
pubblico vanno in calo, anzi, vanno a picco e, da lì a poco, le sedie stanno
vuote o, quasi sempre, tutte vuote. Rimangono soltanto i consiglieri a discutere,
questo si crede, degli affari che loro sono affidati, questo si crede per
l’appunto che quei signori passino il tempo in discussioni e che, alla fine, si
facciano loro una ragione e diano un voto, magari un po’ anche pensato. Ben
altra è la realtà; essa è ben più triste e più senza speranza, perché la grande
maggioranza che siede in quei consigli e, certamente, anche nel nostro di
consiglio, non discute, forse manco è informata quanto basta, qualcuno si siede
per dormire, qualcun’ altro, anzi, si annoia, quell’altro si distrae, questo è
già scocciato prima ancora di iniziare, qualcuno arriva dopo e va via prima
e quanto poi a prender la parola, per
dir come la pensano, manco ci provano. Fa tutto o quasi tutto, nel nostro gran Consiglio, quel caro Presidente, tal Di Milia detto Canio che apre ed anche
chiude, illustra, replica e magari controreplica ed, alla fine, ordina il voto ai
suoi fedeli. Così è successo anche due
volte giusto fa, quando su una mozione del solito Piervalle, Canio Di Milia e
il Vice delegato, tal Bottini detto il Giuseppe, vanno in totale confusione e,
dopo aver con tenacia ed anche con vigore, sbattuto il naso contro l’evidenza,
taglian corto, chiudono i battenti con l’ordine di Canio dato ai suoi di
bocciare la mozione. Fu con un sol scatto, quasi schizzati sull’attenti che
ubbidirono i fedeli e così, la mozione fu sepolta. Morale: passano da lì un
poco anche di giorni, poi quel tal, detto Giuseppe, vede Piervalle e gli si
scusa per quella scena capitata nel Consiglio: “ Scusa, scusa, avevi proprio tu
ragione, ci siamo soltanto anche sbagliati, ora saremo noi a dovervi rimediare
portando un’altra volta la mozione nel Consiglio”. Rivedremo quindi, fra non
molto, l’argomento andar dentro il Consiglio, ma la questione poi, di fondo,
non è questa, ma di quei loro sudditi fedeli che alzarono le mani senza capire
proprio niente, ma solo per obbedire
all’ordine, sbagliato, venuto, come sempre, dal banco del capo di Governo: quel
tal Di Milia detto anche il Canio.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Nessun commento:
Posta un commento