Non è che andiamo avanti secondo una classifica stilata, ma l’immagine di
oggi in copertina, in qualche modo, è collegata a quella di ieri e l’altro ieri.
Motivo quindi sta nella
sua causa o, almeno, in una delle cause del
degrado che, collegato in posizione un po’ strategica, si mostra agli occhi di
quanti, e sono tanti, percorrono la strada del Sempione. Incrocio: via Sempione-
via Principe di Piemonte, uno si immagina chissà quale decoro anche vi stia dietro
la toponomastica stradale e invece, uno sterrato con le buche per il trial,
piante infestanti, muretti rotti e poi guardate voi. Nei giorni della scuola ci
stanno vetture abbandonate, in quelli un
po’ festivi diventa un parco per i camper di passaggio. Non è che anche di
questo ci si sia dimenticato, venne infatti fatto oggetto di mozione o di
interpello, anche su questo punto il Professore ebbe in aula un’amnesia e così
tutto venne, come sempre, rimandato. Comunque anche su nel caso qui in esame ci fu la mano
della coppia che redisse lo strumento, parliamo qui del Professore e di quello
che fu un tempo il delegato che sperimentarono sul sito un nuovo modo di fare l’urbanistica.
Già quella creativa o meglio forse, anche in tal caso, un po’ estorsiva. Per
farla breve, la norma qui prevede di fare 3000 nuovi cubi in residenza mentre
la villa, oggi succursale d’alberghiera, aveva un suo destino privato nella scuola. Per
fare “tutto” questo pensarono, anche qui, di metterci un po’ di superstandard, anzi
anche di più e se possibile molti e molti ancor di più. Insomma, in conclusione,
sullo sterrato, un bel pubblico parcheggio in superficie e va bene, ma poi su due livelli sotto terra, qualche
migliaio di metri di parcheggi. Il tutto a spese altrui e con donazione finale al
solito Palazzo; morale, passano vent’anni e le cose stanno ancora tutte lì.
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