Ne abbiam parlato giusto ieri di quelle tre bugie
intorno alla nostra funivia, oggi il tema son sempre le bugie, ma intorno a un
altro caso, quello che è ormai stranoto: “ La Zanetta”. Queste bugie
intorno a questo caso sono però assai molto più gravi, che dire assai è dire quasi
nulla: bugie di Stato, ecco che sono o come ci piace qui che sian chiamate. Dire
bugie di Stato insomma, è anche un po’ un atto di accusa che viene mosso a
tutta sta faccenda, o meglio ed anche a tutta la gran corte che è stata
chiamata attorno alla faccenda. Canio è quello che sta in testa, o meglio è
quello che appar essere in testa; in testa c’è ben altro lo sappiamo, poi
vengono dietro e in fila tutti gli altri. C’è di tutto: redattori incaricati,
più o meno ben pagati, funzionari e dirigenti, pure loro, più o meno, bene
stipendiati che sono i dipendenti di
tanti o troppi enti, poi viene la Papotti, proprio lei, la “Sorprendente”,
seguono infine e chiudono il corteo: istruttori, esecutori, portaborse, nani e
ballerine. Sin qui, dunque, di balle proprio niente. Invece le bugie, in questo
caso, sono sinora almeno due, mentre la terza per ora non c’è ancora, se la troviamo
lo diciamo, se no delle due l’una: o proprio lei non c’è o non si trova, noi ne siamo ancora in caccia. Comunque le altre due,
un po’ già note, vanno chiarite e precisate. L’una, tenuta occulta e segretata,
era il divieto a costruire su un pezzo dell’area di “Zanetta”. Quel divieto che
la variante sta violando ne vale, almeno e certi, 5000 in metri cubi, cioè metà dell’incremento
previsto con lo stralcio. Si fa un regalo secco da parte di Canio alla “
Zanetta “ e invece poi lo stesso Canio accusa di ogni male chi lo svela. Ora
stan brigando, consultandosi a livelli anche elevati, inventandosi teorie e
salvacondotti, rimane il fatto che mentre quel divieto già esisteva, nessuno lo
diceva. L’altra bugia è più grave, perché se mai si salveranno cambiando le
carte in tavola per giustificare la prima gran bugia, cascano dentro già nella
seconda che non gli darà nessuno scampo. Ha un nome ed una data; si chiama
vincolo indiretto del 27/12/2010.
Riguarda e qui che viene il bello, tutta
quanta l’area dello stralcio “ La Zanetta”, impone vincoli severi e draconiani se
mai volessero aggiungere qualcosa:
ripristinar il parco, rispettar l’architettura delle due ville vincolate,
rispettar, leggete un po’, la loro scala, e via così, insomma altro che fare
variante in ampliamento, va fatta in forte, ma molto forte riduzione e si perché
quel vincolo del 27/12/2010 è retto da una norma di legge che lo impone, non c’è
scampo. Quindi quello sin qui fatto ad oggi da Canio e dalla sua numerosa e variopinta corte
è stato fatto nascondendo un’altra verità e quando la verità la si nasconde anche
così solo facendo è una bugia.
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