Ore 21, mancano un po’ tutti, noi siamo tre,
loro sono in otto, c’è questa partita infilata dentro non certo per un caso, arriveranno
a dieci in tutto ed, un po’ alla volta se ne andranno. Quanto a Canio è come
sempre, un po’ arrogante, comunque poi si decide a dar l’inizio dei lavori. Volete
approvar sto mucchio di verbali ? Così fa la richiesta; scusi mio sire, mi
sembra di non aver detto la parola che ho poi trovato scritta sul verbale, sa
cambia un po’ il senso. Già qui sembra nervoso, interloquisce e vuol per forza
dir sempre la sua. No scusi, spetta a me
sindacar sulle parole che ho detto io ed alla fine che vadano a risentir quel passo registrato e
morta lì. Hanno un unico argomento, quel piano del demanio che giunge ormai la
terza volta dentro l’aula. Bottini lo spiega a modo suo, poi Matteo Diverio fa
un po’ le pulci ed è un continuo punzecchiar sempre con Canio. Comunque si va
avanti, Piervalle che Bottini ha ringraziato per aver collaborato, espone la
lista di quelle cose ancora che non van bene. La lista è lunga, occorre che
quel piano ritorni un’altra volta in aula e poi c’è la gestione che ancor non fa
passi avanti. Canio si difende come può, ossia come fa sempre, cioè evitando
le risposte puntuali e dando solo quelle generali, cioè non dice niente che sia
un poco intelligente. Poi questa sera Canio ha un vizio, provoca la rissa tirando
fuori sempre la questione che è stata l’altra
volta la mappa del caso “la Zanetta”. La questione non c’entra questa sera proprio
manco proprio niente, ma son comunque altre scintille e allor Piervalle gli
promette che tirerà fuori un altro di decreto e poi, magari, anche un finale con sorpresa. Finisce l’argomento del demanio, la lega boccia, Insieme se ne astiene.
Ci son ora gli interpelli, c’ è la partita guarda caso, così inizia la lenta
uscita dai banchi già sguarniti del governo.
Il primo riguarda il caso del bar
Imbarcadero: morale son ben 70.000 gli euro dovuti e non pagati, valore dei
beni lì lasciati, un 20.000. C’è quindi in corso un contenzioso nella ricerca
di una transazione tra le parti. Per ora dunque quasi ancora niente, mentre
notizia a parte, forse sta volta c’è la decisione per il passaggio al Comune, in
proprietà, della stazione capoluogo.
Questione due, lo stato indegno e prolungato
di quella via del Crocifisso che unisce la Stazione di Trenitalia verso il
lago. La causa, dice Bottini, sarebbe un contezioso prolungato tra proprietà e
l’impresa cui ora si aggiunge il mezzo fallimento della proprietà stessa. Morale
manca l’atto che trasferisce il bene in capo a sto Comune, quindi si attende.
Terza questione, anche lei un poco quasi analoga, la strada di via Case un po’ sparse
dove, son ormai dieci anni, si attende la sua fine. Terzo interpello questo della
stessa serie in cui sempre Bottini ha detto che,
oramai, tutto era finito e poi, invece, era sempre tutto come prima. Stai, gli
si dice, anche ammonito caro Bottini per le troppe balle che
racconti e allora lui, questa volta, risponde punto su punto.
Quanto al resto, più tardi ve lo posto.
Nessun commento:
Posta un commento